(Articolo apparso oggi su “L’Agricoltore Ticinese” a firma del sottoscritto Roberto Bosia – ETC Media Group)
Imprescindibili sono questi tre temi, che vengono abbozzati sempre più spesso ma a volte, spesse volte lavorano ancora a compartimento stagno. Si profondono sforzi economici ma non solo, nei vari settori, per poi non chiudere il cerchio con una rete che sempre più deve circoscrivere l’essenza di un filone logico e conseguente. Sono tante le iniziative, alle quali anche noi come redazione partecipiamo e diamo voce, dove si valorizzano di volta in volta la verdura, i formaggi, le castagne e via dicendo. Vi è chi capisce l’importanza e il valore aggiunto di cercare una vera via d’uscita creando con fantasia la continuità del semplice coltivare e/o produrre prodotti nostrani. Sembra, ma non ancora lo è, passato il periodo in cui alle varie conferenze in Ticino si proponeva formaggio Grana e vini esteri. Qualcuno ci cade ancora, assumendosi poi le proprie responsabilità. Perché tutto deve essere conseguente, altrimenti viene svolta un’opera non con entusiasmo ma meccanicamente. Recarsi in un locale o ad una conferenza, degustare il vino locale, con il produttore che ti spiega come lo produce, vedi nei sui occhi la gioia nel descrivere il suo lavoro, molte volte passione e è un dovere per chi continua nel processo di marketing dare valore a queste parole. Nell’economia del sistema in Svizzera non si sono toccati verso il basso i contributi aiuti o sussidi, come vogliamo chiamarli è poi lo stesso, proprio perché si è capito che dalla terra parte e deve assolutamente partire il processo di sviluppo economico del paese. E’ anche vero che i singoli attori sono ancor molto individualisti, ma con l’inserimento di nuove leve, anche questo ostacolo sarà superato. Stesso trattamento dovrebbe essere riservato a quei locali che propongono pietanze usando i prodotti della terra. Sappiamo tutti le difficoltà in cui si dibatte il settore della Gastronomia, sappiamo anche, e un pochino ci disturba, che a sentire i singoli esercenti sembra quasi che la colpa, se di colpa si deve parlare, sia di troppi locali presenti, del cambio non sfavorevole, di chi paga non secondo il CCNL e via dicendo. Poche volte, ma sappiamo che vi sono molti esercenti che malgrado le oggettive difficoltà si realizzano con una creatività entusiastica dando valore ai propri piatti con i prodotti legati al territorio. Non varrebbe la pena, dopo che si sia cambiato l’impatto dei singoli imprenditori verso il territorio, di valutare anche per questo settore degli aiuti mirati, per chi oltre a far di cucina la fa con i prodotti nostri, quelli veri e soddisfa tutte le condizioni di qualità imposte dalla legge, corrispondendo salari rispettosi ai collaboratori? ….. Per leggere tutto l’articolo abbonatevi alla rivista settimanale “L’Agricoltore Ticinese”
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Roberto Bosia, direttore ETiCinforma.ch