Ieri, le associazioni economiche e la grande distribuzione, hanno deciso di lanciare il referendum contro la tassa di collegamento approvata dal Gran Consiglio nell’ultima sessione di dicembre.
I Verdi del Ticino invitano la popolazione a non firmare il referendum.
Le nostre strade sono ormai al collasso. Il tasso di inquinamento, soprattutto nella regione del Mendrisiotto, è costantemente al di sopra dei limiti consentiti dall’ordinanza federale sull’inquinamento atmosferico.
La salute della popolazione è seriamente a rischio.
La tassa di collegamento non è la soluzione a tutti i mali ma è comunque un piccolo passo nella giusta direzione. La stessa colpisce, non i dipendenti o i clienti, ma i proprietari dei fondi su cui esistono più di 50 posteggi. La legge non impone di scaricare la tassa sui dipendenti o sui clienti. Questa decisione è una libera scelta delle aziende e dei centri commerciali.
Fino ad oggi i cittadini ticinesi hanno pagato le spese di urbanizzazione di tutti i fondi toccati dalla tassa di collegamento cosi come hanno pagato le strade di collegamento e anche i servizi pubblici di trasporto collettivo (bus e treni). È ora e tempo che anche le aziende e i centri commerciali, principali fruitori delle infrastrutture pagate dai cittadini, contribuiscano maggiormente e concretamente alla spesa pubblica. La soluzione alternativa è diminuire il numero di parcheggi implementando soluzioni alternative: bus navetta e bus aziendali, condivisione dell’automobile da parte dei dipendenti, bonus aziendali per i dipendenti che utilizzano i trasporti pubblici e per finire potrebbero impiegare più residenti invece di far capo alla mano d’opera d’oltre frontiera.
Troppo facile privatizzare i profitti e scaricare i costi, anche della salute, su tutta la collettività. Il Ticino ha bisogno di diminuire il traffico e soprattutto ha bisogno di aria pulita.