Giovedì 19 maggio sono state consegnate alla Cancelleria dello Stato 7’007 firme valide ( cioè già vidimate dai Comuni) a favore dell’iniziativa popolare sulla legittima difesa lanciata lo scorso 1. aprile. Per la sua riuscita ne occorrevano almeno 7’000, per cui si può affermare che l’iniziativa è riuscita, e che anzi sono avanzate 7 firme. Troppo poche ?
Democrazia diretta : i ticinesi sono i più sfigati della Svizzera
Solo chi non ha mai provato a raccogliere firme può pensare che 7’007 firme raccolte in meno di due mesi siano poche : in realtà è sempre un’impresa ciclopica e molto costosa portare a lieto fine un’iniziativa popolare in Ticino, ossia l’unico Cantone in tutta la Svizzera (assieme a Nidvaldo) che concede solo due mesi di tempo per raccogliere le firme necessarie, e uno dei Cantoni che chiede il maggior numero di firme per rapporto al numero dei cittadini con diritto di voto ( circa il 3,5%) : solo nei Cantoni del Giura, di Friborgo, Neuchâtel e Ginevra la percentuale di firme richieste è leggermente superiore, ma in compenso questi Cantoni concedono rispettivamente 12, 3, 6 e 4 mesi di tempo per raccogliere le firme .
Insomma, in fatto di agevolazioni per l’esercizio della democrazia diretta i ticinesi sono complessivamente i più “sfigati” della Svizzera. Pensate che ad esempio nel Canton Zurigo, il più popolato della Svizzera e che conta quattro volte più abitanti del Ticino, per un’iniziativa popolare legislativa occorrono solo 6’000 firme ( pari allo 0,8% degli aventi diritto di voto ), da raccogliere in ben 6 mesi !
Il CdS contrario a rivedere le regole per la riuscita di iniziative
Ma ancora di recente il Consiglio di Stato , nel messaggio numero 7185 del 20 aprile 2016 dedicato alla revisione della Legge sull’esercizio dei diritti politici, ha espresso alle pagine 72 e 73 un parere negativo nei confronti dell’iniziativa parlamentare presentata il 22 settembre 2014 da Sergio Morisoli, il quale proponeva di rivedere le regole e rendere un po’ più democratico questo Cantone riducendo il numero di firme richiesto per la riuscita di iniziative e referendum e aumentando il tempo a disposizione per la loro raccolta. Il Consiglio di Stato, pur riconoscendo che il Ticino é il Cantone “tra quelli con i requisiti più severi” , osserva che la maggior parte delle iniziative lanciate tra il 2004 e il 2015 sono riuscite (36 su 44), per cui non vi è l’esigenza di modificare le regole e anzi semmai vi è l’esigenza di “evitare votazioni su temi considerati meno prioritari dagli elettori”.
Evidentemente nessuno dei cinque Consiglieri di Stato ha mai provato a raccogliere 7’000 firme in due mesi e nessuno di loro si è ancora reso conto che l’introduzione del voto per corrispondenza anche per le elezioni comunali e cantonali, a partire dal 2015, ha complicato notevolmente la vita ai promotori di iniziative popolari, perché se in passato con una trentina di bancarelle fuori dai principali seggi elettorali era possibile raccogliere fino a 8’000 firme in un sol week end, adesso si arriva al massimo attorno alle 2’000 firme, come abbiamo potuto sperimentare lo scorso 10 aprile con l’iniziativa sulla legittima difesa.
Non è un caso se nel 2015 e nel 2016 sono state lanciate con successo solo un’iniziativa popolare all’anno, mentre che la media annuale degli ultimi dodici anni si era aggirata attorno alle quattro iniziative. Insomma, se non si cambiano le regole, in Ticino ci saranno sempre meno cittadini disposti a lanciare iniziative e inoltre sarà sempre più difficile e costoso far riuscire un’iniziativa : il popolo avrà dunque sempre meno voce in capitolo e sarà sempre meno sovrano.
Alla fine le firme supereranno le 9’000
Magari qualche avversario dell’iniziativa sulla legittima difesa penserà che con sole 7 firme in più del minimo necessario l’iniziativa potrebbe anche non riuscire a seguito di un riconteggio. Mi spiace deluderli. In effetti quasi altre 2’000 firme sono ancora depositate nelle varie cancellerie comunali in attesa della vidimazione, per cui per finire le firme si aggireranno attorno alle 9’000, a dimostrazione di come l’iniziativa abbia toccato un tema molto sentito dalla popolazione . E se non ci fosse stato il voto per corrispondenza alle elezioni comunali del 10 aprile scorso, le firme sarebbero state almeno 15’000 !
Non si creda comunque che, anche se un tema suscita interesse, raccogliere 9’000 firme sia un gioco da ragazzi . In effetti per essere sicuri di arrivare alle 7’000 firme in un tempo così ridotto abbiamo dovuto mettere in campo un tal spiegamento di mezzi (fra l’altro spedendo ben 1’238 buste) che ha fatto lievitare i costi a quasi 9’000 franchi. Ecco perché ormai in Ticino con le attuali regole , e con i costi che ne derivano, solo poche organizzazioni possono permettersi il lusso di lanciare con buone possibilità di successo un’iniziativa popolare e di sostenere poi i costi di una campagna pubblicitaria prima della conseguente votazione popolare : i sindacati, i grossi partiti, gli industriali unitamente ai responsabili dei grossi centri commerciali ( come si è visto nel referendum contro la tassa sui parcheggi) e qualche grossa associazione di categoria ( consumatori, cacciatori ecc.) . I “normali” cittadini sono in pratica tagliati fuori dall’esercizio dei diritti popolari a livello cantonale , che per loro rimangono dei diritti costituzionali teorici…
Due mesi sono troppo pochi per raccogliere e vidimare 7’000 firme…!
Il fatto che non siamo riusciti a far vidimare tutte le firme prima della loro consegna alla Cancelleria dello Stato è un’altra dimostrazione che il tempo a disposizione è dannatamente troppo breve : praticamente il periodo dedicato alla raccolta delle firme si incrocia con quello destinato alla loro spedizione ai Comuni per le necessarie operazioni di vidimazione, e chi si occupa dell’organizzazione deve scegliere se scendere in campo a raccogliere le firme che ancora mancano o se stare a casa a imbustare e spedire (a più riprese) i formulari con le firme da inviare ai Comuni . Si tratta di regole disumane che sfiorano il sadismo e sono fonte di forte stress! Come minimo occorrerebbero quattro mesi ( la media nazionale è di 6 mesi…) : tre da dedicare con più calma alla raccolta delle firme e uno da dedicare alle operazioni di vidimazione (ciò consentirebbe fra l’altro di ridurre i costi per la raccolta e la spedizione delle firme) .
Non c’è nessun valido motivo per opporsi almeno a un allungamento dei tempi di raccolta, perché il lancio di un’iniziativa non blocca alcuna decisione del Parlamento ( come invece avviene per i referendum) , e se si ritiene che l’interesse suscitato da un’iniziativa debba essere comprovato da un numero elevato di firme si deve almeno concedere un tempo equo per raggiungere tale soglia, come avviene negli altri Cantoni (alcuni dei quali addirittura non fissano alcun termine per la consegna delle firme richieste). Ma comprendiamo che a certi partiti e a certi politici i diritti popolari danno fastidio e che troveranno sempre scuse per giustificare le regole assurde in vigore in Ticino…
Statistiche sulle firme raccolte, Comune per Comune
In base alle statistiche che sulla legittima difesa abbiamo allestito per ogni singolo Comune balza all’occhio che i Comuni con la maggior percentuale di firmatari rispetto ai cittadini aventi diritto di voto sono stati quelli di Tenero (14,1%), Grancia (10,1%), Astano, Pura, Gordola e Agno ( tra il 9 e il 10%). Fra i nove Comuni con più di 4’000 cittadini aventi diritto di voto, quello con la miglior percentuale di firmatari è Losone (8,3%) , e quello con la percentuale più bassa è Giubiasco (1,22%). Solo in 15 Comuni piccolissimi (su 135) non è stata raccolta alcuna firma.
I Comuni da cui ci è pervenuto il maggior numero di firme in cifre assolute sono quelli di : Lugano (1’704, pari al 5,1% dei cittadini che han diritto di voto in quel Comune), Locarno (390, pari al 4,6%), Mendrisio ( 388, pari al 3,8%), Losone (344, pari all’8,3%) , Bellinzona (296, pari al 2,8%) , Gordola ( 268, pari al 9,36%) , Chiasso ( 246, pari al 5,52 %), Biasca (244, pari al 7,82%) e Minusio ( 231, pari al 4,95%). La tabella dettagliata sarà pubblicata entro stasera o domani sul sito www.ilguastafeste.ch .
Da notare che chi lo desidera può ancora firmare l’iniziativa, a condizione di consegnare le firme entro e non oltre il 31 maggio direttamente alla Cancelleria comunale del proprio comune ( e non più ai promotori). I formulari per legge dovrebbero essere a disposizione ( eventualmente su richiesta) agli sportelli di tutte le Cancellerie comunali del Cantone : e sarà ormai possibile trovarli solo lì !
Conclusione
Arrivederci alla prossima (e settima) iniziativa del Guastafeste ( nel 2017? nel 2018 ?) che potrebbe toccare il tema dei copricapi religiosi ( come ad esempio il velo islamico) indossati da minorenni nelle scuole dell’obbligo , e che oltre ad avere scopi subdoli di proselitismo e a non rispettare la parità dei sessi non facilitano certo l’integrazione.
Giorgio Ghiringhelli