Benché vi siano oggettivi cambiamenti di costume e di organizzazione familiare nella società che vanno indagati nell’ottica di aggiornare l’azione della sinistra, il Partito Comunista invita a votare contro la nuova legge sull’apertura dei negozi in votazione il prossimo 28 febbraio 2016. Essa, in effetti, non solo non creerà alcun nuovo impiego, ma produrrà unicamente un aumento dei ritmi di lavoro a svantaggio delle salariate e dei salariati del settore. A questa motivazione aggiungiamo che si tratta di una misura che andrà ulteriormente a indebolire i piccoli commerci rispetto alle grandi catene.
Per il Partito Comunista si tratta dell’ennesimo favore ai grandi centri commerciali, i quali, sfruttando la propria posizione dominante sul mercato, stanno già godendo di una posizione di privilegio favorendo la tendenziale scomparsa delle piccole attività a conduzione famigliare, e sfruttando la possibilità di determinare prezzi ingiustificabilmente alti. Siamo insomma preoccupati per i piccoli commercianti, i quali difficilmente riusciranno a coprire i maggiori costi derivati da un prolungamento degli orari d’apertura, a differenza dei grandi negozi, i quali hanno invece una struttura d’impresa che permette di contenerli più facilmente. Ragione in più se consideriamo le esperienze di altri paesi dove si è dimostrato come una misura di prolungamento degli orari di apertura non ha un effetto significante sull’aumento delle vendite, ma essa influisce solamente sulle abitudini d’acquisto, influenzando unicamente la distribuzione temporale degli acquisti nell’arco della settimana.
Partito Comunista
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