Faido, 1 aprile 2020, Roberto Bosia, articolo per L’Agricoltore Ticinese.
Dobbiamo rimappare la nostra vita, ripartendo dalle tradizioni
Ci vediamo quasi costretti parlare di Corona Virus e non questa volta di malati e morti. Un sentimento di solidarietà vanno ai parenti delle vittime e un grande plauso a chi si prodiga per lenire ferite e dolori. Il Corona virus, amichevolmente COVID19, non ha portato solo male ma ci ha permesso, per chi riesce a capirlo, di rivedere le nostre abitudini, finalmente rimappare i veri valori della Vita. Chi vi scrive ha continuato a lavorare, chiuso in casa, grazie alla tecnologia. Vero, la tecnologia, se usata con testa, è uno strumento fantastico che permette di stare vicini, sebbene si sia lontani. Non più levatacce alle 6 del mattino, di corsa al bar per un caffe, poi al computer e via a conferenze stampe e incontri per trovare sempre cose nuove per i miei giornali. Un corsa per essere i primi a dare questa o quella informazione, una corsa per essere presente ai vari incontri e aperò come a gala serali per conoscere persone e fare pubbliche relazioni. Una rincorsa folle e, alla luce di questo ultimo mese, inutile. Tutto va bene ma i ritmi di vita devono essere rallentati e bisogna dare le giuste priorità. In questi momenti di difficoltà, riusciamo a capire chi è amico e chi non lo è. Grandi magazzini che velatamente aumentano i prezzi, a volte ingiustificatamente, o che fanno servizi a domicilio a pagamento, lucrando proprio su quelle persone più indifese che sono i poveri e gli anziani. Ho osato scrivere la parola poveri. Certo, scendiamo dal mirtillo e anche nel nostro dorato cantone vi sono molti poveri e da domani ve ne saranno ancora di più. Non vi ho scioccato spero. Mangiare, un’altra necessità impellente. E ben venga allora questo periodo di crisi che ci fa capire come i prodotti del territorio e locali assumono importanza vitale. Il lavoro degli agricoltori, a volte sbeffeggiato a sproposito, diventa importantissimo e un valido, se non vitale apporto alla nostra esistenza. E quando tutto sarà finito, non dimentichiamoci di chi, in momenti difficili, ci ha aiutato con il suo lavoro e sudore, a superare la crisi e a ritornare alla pseudonormalità. Rimappiamo dunque la nostra vita e anche dopo, continuiamo ad acquistare presso la filiera locale, anche se costa qualcosina in più rispetto ai grandi magazzini, ma ricordiamoci degli amici che ci sono stati vicini: gli agricoltori e i contadini. Ma non solo nel mangiare, tra l’altro mangiando prodotti nostrani del territorio anche la nostra salute fisica ne ha tratto benefici, ma anche nel concetto esistenziale vero e proprio. Ribelliamoci a chi domani vorrà ancora di più dare priorità economiche e con ogni mezzo cercare di modellarci a sua immagine. Noi, da domani vogliamo essere diversi, lo possiamo e lo saremo.
Nella foto un cesto ordinato online a Tior e consegnato a domicilio a Quinto
Roberto Bosia, dir. ETiCinforma.ch & #fattoreETC