Caro Presidente, da un annetto è alla testa di GastroTicino, un settore in continua evoluzione e molto effervescente per vari motivi. Ecco alcuni temi ai quali gradiremmo avere una risposta e l’impegno suo in primis e dell’associazione per cercare di ri-emozionare la clientela al buon mangiare.
Euro/franco, una “mazzata” oppure un motivo di riflessione per trovare il lato positivo da questa nuova situazione?
È innegabile che la questione del cambio non più fisso euro franco abbia messo in difficoltà il settore enogastronomico.
Siccome nostro settore non esporta prodotti e non ne importa neanche purtroppo siamo obbligati a lavorare sul nostro servizio migliorandolo ulteriormente errore assolutamente non da fare è quello di effettuare sconti stica ai nostri clienti. Perché perderemmo evidentemente in coerenza.
Mentre a livello politico dobbiamo assolutamente batterci per una revisione della legge dei cartelli e soprattutto dei dazi doganali sui prodotti di importazione, inoltre dovremmo ridiscutere anche i costi dell’energia per esempio.
Il lavoro di cameriera/e è ancora poco valutato e sembra quasi essere l’ultima spiaggia per molti giovani. Cosa fa GastroTicino per cercare di rendere attrattiva questa professione che a nostro modo di vedere offre tantissimi sbocchi professionali?
Non sono d’accordo quando si dice che il mestiere del cameriere è l’ultima spiaggia, in quanto questo mestiere È molto attrattivo e soprattutto polivalente, nel senso che un giorno di lavoro non è mai uguale all’altro. Noi come federazione oltre a dare un’istruzione di base proponiamocorsi di perfezionamento durante tutto l’arco dell’anno, in modo tale che l’impiegato possa implementare le proprie conoscenze e scalare le varie scale gerarchiche all’interno dell’azienda.
Ticino a tavola, il gusto del terroir è un’iniziativa straordinaria che tende a voler valorizzare proprio la tradizione nostrana del mangiare. Poi si entra a volte in ristoranti con dicitura “Grotto” e ci viene presentata una carta con aragoste, spiedini di gambero e via dicendo. Non sarebbe il tempo di definire le diciture dei vari locali pubblici per non trarre in inganno la clientela?
La questione della insegna Grotto è un punto molto dolente, io da sempre mi sto battendo per poter creare per così dire un marchio di qualità Grotto.
In quanto come dite voi è inammissibile che si trovino delle pietanze tipiche dei ristoranti d’alta gamma. Bisogna però rendersi conto che se si vuole gestire un Grotto in maniera ineccepibile vi sono dei rischi elevati, dovuti alle questioni metereologiche ma soprattutto all’offerta enogastronomica limitata ai prodotti tipici locali i quali non possono garantire un margine di guadagno sufficienteA far rendere l’azienda. Quindi bisognerebbe trovare un accordo con le autorità competenti affinché vi possa essere una specie di sovvenzione hai Grotto. Perché non dimentichiamoci cheI Grotto ci sono solo in Ticino e in pochissime zone del Lario, E vanno assolutamente salvaguardati.
Nasce Réservé, la rivista per i professionisti con il patrocinio di GastroTicino. Un mezzo di comunicazione privilegiato per raggiungere i propri associati, e per promuovere il territorio e conseguentemente il turismo. Un’operazione coraggiosa ed ambiziosa al tempo stesso. Ci racconti come è nata l’idea e che emozione ha suscitato presso i vostri associati che hanno ricevuto il numero “0” in questi giorni?
Réservé è una bella sfida per tutto il settore, è stata evidenziata la necessità di poter avere una rivista che sia cucinata da persone del settore, ma che soprattutto conoscono le varie tematiche e problematiche del settore enogastronomico o del turismo in genere.
Quindi abbiamo deciso di raccogliere questa sfida e ci siamo lanciati nel settore dell’editoria, la rispondenza è stata molto positiva sia dei nostri associati che dal grande pubblico, questo ci sprona ad andare avanti ma soprattutto di migliorarci di numero il numero.
Noi siamo abbastanza attenti a questo mondo in evoluzione e ci piace tantissimo quando vediamo rassegne gastronomiche nostrane, magari a tema. D’altra parte sappiamo che i prodotti del territorio hanno costi diversi rispetto la grande distribuzione. Come far capire a molti esercenti, che ancora oggi fanno la corsa oltre confine per gli acquisti, che il valore aggiunto permette dell’acquisto in Ticino permette di guardare i propri clienti diritto negli occhi?
È assolutamente da evitare che si vadano a fare acquisti in Italia, non per motivi razzistici ma per poter garantire la sopravvivenza di tutte quelle piccole e medie aziende produttrici del nostro territorio.
Perché i prodotti ticinesi non hanno nulla da invidiare ai prodotti della vicina penisola, ed il nostro settore deve dimostrarsi coerente e presente nel voler sostenere il nostro cantone e i suoi prodotti. Penso per esempio al progetto Ticino a tavola.
Mancano un paio di settimane alle elezioni cantonali e scorrendo i nominativi in corsa per una sedia in parlamento abbiamo letto anche il suo. Ci immaginiamo le motivazioni e non gliele chiediamo. Una domanda però ci viene spontanea: in caso di sua elezione manterrà ancora la carica di Presidente di GastroTicino o passerà il testimonio?
Non penso assolutamente che la mia funzione di presidente sia incompatibile con una eventuale elezione del parlamento Cantonale, anzi sarebbe un valore aggiunto che permetterebbe a tutto il settore di presenziare nei gremi che contano.
Quindi no, non rimetterei la mia carica.
Noi la ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato, e per la passione che in ogni suo intervento traspare a favore del settore enogastronomico, grazie al quale tutti in Ticino si sono accorti che al timone vi è un condottiero con le idee in chiaro. Le facciamo tanti auguri per una sua elezione e anche per il suo nuovo ed innovativo ristorante a Morcote. Non arrivederci ma un simpatico Buon appetito.
Roberto Bosia, dir.
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