In una serata decisamente piovosa, dopo aver raggiunto la piazza, mi comunicano che la cerimonia avrà luogo al palazzetto Fevi. Gambe in spalla, vi faccio ritorno al volo. In realtà, poco prima mi trovavo già in zona, dopo aver assistito ad una proiezione presso La Sala.
Il Fevi è già strapieno quando arrivo, ma riesco a scivolare dentro come un pesciolino (per fortuna!). Vuoi un po’ che spostare il pubblico festivaliero di Piazza Grande nella struttura, benché capiente, non è semplice, vuoi che ieri sera sarebbe salita sul palco la celebre attrice Mia Farrow, e certamente in molti volevano assistervi.
Quando è stata annunciata, Mia è salita sul palco con un passo quasi timido, assolutamente non da star. Una creatura bionda e pallida, in tutto simile alla propria apparenza sul grande schermo come volto e fisionomia. La donna della porta accanto, probabilmente, ma di grande risorse e dal grande impegno: è da anni ambasciatrice dell’UNICEF.
Mia (non so perché, ma non mi sembra strano chiamarla semplicemente per nome), è infatti un’attrice dalla carriera costellata da grandi film e da numerosi premi. Tra i suoi lungometraggi:
Trappola per un lupo, Il presagio e Arthur e il popolo dei Minimei , facente parte di una trilogia di Luc Besson, solo per citare alcuni dei suoi lavori d’attrice.
Con lei sul palco, per conferirle il Leopard Club Award, Carlo Chatrian e la nuova presentatrice
del festival, Giada Marsadri.
Una commossa ed emozionata Mia Farrow ha molto ringraziato la folla prsente al Fevi.
Dopo di lei, presentata sul palco la delegazione del film Love Island e della sua regista Jasmila Zbadic, proiettato poco dopo; e il regista Mischa Böder, per la seconda proiezione della serata, il film A Hitman Solitude Before the Shot.
Si tratta di due commedie, perché come Chatrian ha detto, abbiamo bisogno oggi di sorrisi.
La seconda, in particolar mondo è un po’ la parodia (con un pizzico di riflessione), sul tipo di Europa programmata da alcuni ad ogni costo, a scapito di ogni umanità.
Le recensioni.
LOVE ISLAND, regia di Jasmila Zbadic
Croazia, Germania, Svizzera, Bosnia-Herzegovina, Colore, 2014, 90′
con Ariane Labed, Ermin Bravo, Franco Nero, Ada Condeescu
Una coppia si trova in vacanza in una splendida isola, popolata di villeggianti variopinti e divertenti. La giovane moglie è in attesa di una bambina e al parto non manca molto.
Tra una serata cantata e una partita a tennis, il tempo passa con leggerezza. Ogni tanto qualche piccolo screzio tra la coppia, dovuto al caldo o a motivi di poco conto.
Tutto sarebbe perfetto, se tra loro non apparisse di colpo, come materializzata dal passato di Liliane, una giovane molto bella e sensuale, capace di accendere il desiderio di… entrambi. Infatti, a quanto pare, ella altri non è che un’amante proprio di Liliane, facente parte del suo passato lesbo e… Di attrice “porno-soft”… Eravamo studentesse e avevamo bisogno di soldi!
Colpi di scena surreali, gag a non finire, per una metafora conclusiva di una vita fuori dagli schemi e pervasa…. Di grande amore!
A HITMAN SOLITUDE BEFORE THE SHOT, regia Mischa Böder.
Germania, Colore, 2014, 86′
con Benno Furmann, Mavie Horbiger, Wolf Roth
Koralnik è un assassino al soldo di un programma segreto dell’Unione Europea. I suoi moti, sono: “Precisione e concentrazione!”, che altro non sono che i principi di base di un addestramento da lui subito, duro e disumanizzante.
Film ironico sulla vita di un uomo che, vista realizzata la sua piu’ grande ambizione, non riesce piu’ a fare a meno di questi principi e attende, invano, un primo incarico che… Non arriva mai!
Tra un sogno ad occhi aperti e una situazione paradossale, un giorno lo tampona con l’auto la bella Rosa.
Riuscirà Koralnik a continuare a perseguire la sua vita solitaria in attesa di qualcosa che non arriva mai?
Film di grande comicità, ma per riflettere.
SONGS FROM THE NORTH, regia Soon-mi Yoo
USA/South Korea/Portugal 2014 Colore e B/N 72′
(Proiettato alla presenza della regista).
A metà tra il film e il documentario, si tratta di un bellissimo e particolarissimo documento audio-visivo, con inseriti spezzoni di film d’epoca o comunque del posto, che rimandano a credenze popolari e canti folkloristici coreani.
In una Corea divisa in Nord e Sud dopo la guerra, il Comunismo e il ricordo di un Capitano amato alla stregua di un Dio e ritenuto capace di una amore infinito verso il popolo, sembrano le uniche motivazioni per continuare a vivere; da trasmettere anche alle nuovissime generazioni.
Questo amore è il fulcro di tutto il credo coreano: bisogna amarsi l’un l’altro, sentirsi una cosa sola con il Popolo e la Causa.
Un tuffo nella realtà e nella costituzione famigliare, scolastica e nazionale di questo popolo.
I VAMPIRI, regia di Riccardo Freda
Italia, 1957, B/N 81′
Con Gianna Maria Canale, Antoine Balpetré, Paul Muller
(Retrospettiva Titanus).
La leggendaria contessa Bhatory è convinta che bevendo il sangue di giovani ragazze potrà mantenersi giovane in eterno.
Un giornalista che cercava di scoprire la verità su alcune scomparse, scoprirà all’ultimo i suoi scempi. Il film è considerato il dei primo horror italiano.
Per l’epoca, effetti speciali considerevoli.
Fotogallery della serata:
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Foto e articolo di Monica Mazzei
Addetta stampa eventi
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