Lodevole Municipio,
vi scrivo in relazione a dei dubbi che mi sono sorti in merito alla revisione del regolamento per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
2. Modifiche:
nuovo art. 15 “manifestazioni” anche i sacchi da litri 200 utilizzati per le manifestazioni saranno a pagamento. Viene codificato altresì l’obbligo per gli organizzatori di manifestazioni di procedere alla raccolta separata dei rifiuti riciclabili e l’invito a far uso di bicchieri e stoviglie riutilizzabili, conformemente al preavviso municipale alla mozione intitolata “Per una gestione ecosostenibile durante eventi e feste”.
In caso di manifestazioni sul suolo pubblico, il Comune mette a disposizione degli organizzatori dei sacchi per RSU da 200 litri al costo Fissato nell’Ordinanza, in maniera proporzionale al sacco da lt35.
Organizzo eventi da più di 15 anni e ho acquisito una certa esperienza a riguardo. A mia memoria questo punto era già in vigore allora. Tuttavia durante gli eventi era necessario sorvegliare i cestini, perché i sacchetti da 200 litri sparivano in continuazione, anche quando contenevano già della spazzatura (che veniva regolarmente svuotata per terra). Per questo motivo si è scelto infine di usare i sacchi neri in occasione delle manifestazioni.
Per grandi manifestazioni con importante smercio di bevande e/o cibi, si raccomanda agli organizzatori di utilizzare unicamente bicchieri e/o stoviglie riutilizzabili.
Anche in questo caso posso citare un’esperienza personale; in occasione del “Festival del Tempo” abbiamo organizzato un bellissimo evento domenica 27 maggio. Si volevano appunto usare i bicchieri e le stoviglie riutilizzabili. E per questo motivo ci eravamo informati al riguardo. Dai preventivi era tuttavia scaturito un costo molto elevato; inoltre era necessario trovare persone che si occupassero del lavaggio delle stoviglie. Cercando un’alternativa ugualmente ecologica abbiamo trovato delle stoviglie totalmente biodegradabili ad un costo accettabile. Credo che un’alternativa ecologica esista; tuttavia ritengo che questa debba essere anche sostenibile finanziariamente, onde evitare di mettere a rischio la riuscita di un evento. Capisco che non si tratta di un’imposizione ma bensì di una “raccomandazione”. Ma vi rammento che stiamo preparando un “regolamento” e nei regolamenti ci sono le regole e non i consigli. Quindi bisogna inserire qualcosa di concretamente fattibile.
3. Aspetti finanziari
Presupponendo che tale forchetta sia confermata anche per il 2019, ed assumendo quindi un prezzo di vendita di fr 1,30 per il sacco da 35 litri, in luogo degli attuali fr 1,70, è stata stimata per il 2019 una riduzione delle entrate derivanti dalla vendita dei sacchi e delle marche di ca. fr. 110’000.–, che rappresenta circa il 30% degli introiti medi annui registrati negli ultimi 3 anni, che il Municipio valuterà in che misura recuperare.
Occorre qui ricordare che nel 2019 entrerà in vigore la tassa sul sacco in tutti i comuni del Cantone. Prima di tutto è quindi a mio avviso necessario calcolare quanti sacchi in più potrebbero essere venduti. Tenendo conto di un livellamento generale a livello distrettuale. L’entrata in vigore della tassa sul sacco nei Comuni limitrofi, porterebbe verosimilmente ad una diminuzione del cosiddetto “turismo del sacco”. Ritengo che per questa ragione sia un po’ prematuro parlare di perdite e di recuperi.
Occorre inoltre ricordare che le tasse a carico degli utenti sono così suddivise:
– Tassa sul sacco copre i costi di smaltimento dei rifiuti urbani combustibili non riciclabili, quelli di produzione del sacco e la vendita.
– Tassa base finanzia i costi della gestione dei rifiuti (trasporto, piazze di raccolta, manutenzione, ecc..)
Art. 26 – tariffe
1.1 economie domestiche composte da una persone da fr. 40.– a fr. 100– (prima fr. 80.–)
1.2 economie domestiche composte da più persone e da fr. 80.– a fr. 200.—(prima fr. 100.–)
Residenze secondarie e cosiddetti appartamenti di vacanza
1.3 ogni tipo di attività svolta sul territorio comunale e tutte le attività economiche, incluse le
pubbliche amministrazioni delle quali ciascun singolo ufficio costituisce un’attività
assoggettata, uffici commerciali e professionali, banche, negozi, grandi magazzini, centri
commerciali, industrie, fabbriche, ditte, studi, aziende, artigiani, magazzini, officine, garage,
carrozzerie, depositi o semplici locali presi in affitto, locali hobby, atelier, ecc., da 0 a 49 unità
lavorative. da fr. 80.– a fr. 280.—
1.4 tutti gli esercizi pubblici, i take away, i distributori di benzina; inoltre le attività del punto 1.3 che contano da 50 unità lavorative in poi, da fr. 160.– a fr. 560.—
Nei punti 1.1 e 1.2 la forchetta sarebbe più che raddoppiata, mettendo in difficoltà le famiglie e non favorendo chi produce meno spazzatura. Il punto 1.3 è troppo generico, un negozio o un artigiano non hanno spazzatura come un centro commerciale, un ufficio non ha spazzatura quanto una banca, uno studio non ha spazzatura quanto una fabbrica o un industria. Mettere tutto in un unico calderone è irragionevole oltre che illogico. Tutto questo mette in forte difficoltà le piccole attività locali. Anche nel punto 1.4 si mettono in difficoltà le piccole attività di ristorazione. La forchetta dei prezzi dev’essere meglio ridistribuita.
A mio modo di vedere, occorre essere molto cauti con gli aumenti. Capisco che bisogna coprire le spese e che il Consiglio Comunale tutto ha chiesto dei tagli e soprattutto la copertura dei costi. E capisco anche che con le nuove normative il Cantone ha stravolto gli equilibri che avevamo costruito in tanti anni obbligando ad un abbassamento del costo del sacco e spingendo i Comuni ad aumentare la tassa base per coprire i costi. Ma così facendo non si incentiva ad avere meno spazzatura ma bensì il contrario visto l’alto costo della tassa base. E non dobbiamo dimenticarci anche di capire che la popolazione e le attività sia commerciali che dei servizi non stanno vivendo momenti di benessere.
Chiedo al nostro lodevole Municipio se ritiene che i punti elencati e discussi dovrebbero essere rivisti?
Cordiali saluti.
Carlo Coen PLR