” L’anatra all’arancia” in scena al Teatro di Locarno il 23 e 24 gennaio
giovedì 23, venerdì 24 gennaio 2025
L’ANATRA ALL’ARANCIA
di Williams Douglas Home e Marc Gilbert Sauvajon
con Emilio Solfrizzi, Carlotta Natoli, Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino e Antonella Piccolo
regia Claudio Greg Gregori
scene Fabiana Di Marco
costumi Alessandra Benaduce
disegno luci Massimo Gresia
produzione Compagnia Moliere – Fondazione Atlantide Teatro stabile di Verona, 2023
Durata: 2 ore 20 minuti con intervallo
Emilio Solfrizzi torna sul palco del Teatro di Locarno, sul quale è andato in scena più volte lasciando ottimi ricordi. Il suo è un gradito ritorno quindi, tanto più con un titolo di culto come “L’anatra all’arancia” di cui il 23 e 24 gennaio è il protagonista insieme a Carlotta Natoli, Ruben Rigillo e Beatrice Schiaffino e con la regia di Claudio Greg Gregori.
Un classico senza tempo nel quale Solfrizzi sa muoversi a proprio agio potendo contare sui suoi tempi comici allenati in tanti anni di teatro, e su un testo che dopo cinquant’anni di rappresentazioni fa ancora ridere.
Un mix di humour inglese e comicità francese che è probabilmente il segreto del successo di questo spettacolo col titolo di un famoso piatto per gourmand, che tutti credono francese mentre invece è di origine italiana.
Ad eccezione di qualche piccola attualizzazione quindi, è tutto fedele al lavoro degli autori: una coppia sposata da quindici anni è ormai ai ferri corti, principalmente a causa delle bugie e delle infedeltà di lui. Quando, al culmine dell’esasperazione, anche la moglie si trova un amante, si affaccia la possibilità di una separazione amichevole da suggellare con un pranzo a quattro nella villa al mare al quale, oltre a marito e moglie, sono invitati a partecipare i rispettivi amanti. Il menù prevede, appunto, l’anatra all’arancia, il piatto che la coppia di protagonisti consumò durante il viaggio di nozze. Naturalmente niente andrà liscio e il pranzo sarà tutt’altro che amichevole. “L’anatra all’arancia” è una commedia che afferra immediatamente il pubblico e lo trascina in un vortice di battute sagaci, in cui tutto è architettato come in una partita a scacchi. La trasformazione dei personaggi avviene morbida, grazie a una regia che la modella con movimenti talvolta sinuosi, talvolta repentini. Ma il trucco sta nella perfetta alchimia dei dialoghi nei quali le meschinità dell’animo umano ci fanno sorridere, ed anche riflettere sul modo con cui sbarazzarcene.
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