Tanto si tuonò che tanto piovve. Da ETT a ATT per dare una svolta al turismo in Ticino, che da venti anni soffre tantissimo di persecuzione interna e di incapacità di reazione. Si sono spesi soldoni, milioni, per dare un’impronta nuova ad una struttura che si trascinava lentamente e stancamente in un turismo fine a se stesso e non aggiornato ai tempi che corrono. Vogliamo e osiamo sperare che qualcosa cambi. Dopo aver assunto un direttore giovane e capace che di certo dà imput straordinari, sul territorio nulla o poco cambia. Vediamo le persone: riciclate e rimesse in cariche diversamente uguali. Il nuovo presidente è di Ascona, architetto con un suo studio proprio di architettura molto affermato. Non intendiamo fare i processi alle intenzioni ma alcune osservazioni, devono assolutamente essere esposte da chi da oltre 20 anni opera nel turismo e da oltre 7 anni scrive del Ticino bello, a volte turandosi il naso per non essere cattivo e polemico fine a se stesso. Le cifre ci danno da oltre venti anni torto, i pernottamenti, unico vero strumento di misurazione è inflessibile nei nostri confronti. Una politica che versa soldi ovunque senza una grande strategia. Le Agenzie nuove, ora 4 per un territorio vasto e differente, potrebbero penalizzare proprio quelle regioni che sono da supporto ai due centri turistici, Lugano e Ascona, che sembra facciano la parte del Leone, con eventi e situazioni straordinarie che ne danno giusti impulsi verso l’esterno. Ma purtropo il turismo non è fatto di soli alcuni eventi e in determinati periodi. Si dovrebbe lavorare affinché avremo un turismo per 360 giorni e a 360 gradi. Cosa che oggi non è e la colpa non va sempre ricercata verso le istanze superiori ma si dovrebbe fare anche un piccolo-grande esame di coscienza individuale per capire come la mediocrità non porti più a nessuna meta. L’eccellenza tanto decantata dovrebbe essere capitanata da un’accoglienza straordinaria, a maggior ragione considerando il costo dei nostri servizi. Avendo costi elevati, dovremmo avere un valore aggiunto migliore affinché le nostre mete entrino nei cuori e nelle emozioni dei turisti. Il fatto di avere un presidente di Ascona, comprendiamo la riconoscenza, ma non possiamo condividerne la nomina, in quanto ancora una volta si è persa l’occasione di mostrare, non a parole, ma tangibilmente la tanto decantata importanza turistica delle regioni di montagna o di valle. La nostra è un’osservazione che non vuole togliere i meriti al presidente attuale, ma che avremmo preferito ricevessimo un segnale di lungimiranza e riconoscenza per regioni che hanno enormi difficoltà e, salvo a parole, non vengono valorizzate come dovremmo. Ripetiamo che le colpe, se di colpe si può parlare, risiedono anche negli attori delle valli stesse, che non hanno ancora capito la globalità del tema e discutono ancora di come innaffiare i propri orticelli, non vedendo oltre il proprio naso. A farne le spese sono spesso quegli imprenditori giovani e dinamici, che operano in queste regioni, e si vedono isolati in un prato dove non vi è erbetta verde ma solo sterpaglie che devono venir estirpate per riseminare di nuovo la pozione magica del turismo. Ma a contribuire degli sforzi finanziari e di risorse della nuova agenzia, dovranno impegnarsi anche i vari Municipi, controllando che sul proprio territorio degli scempi che stridono con la bellezza del nostro territorio non abbiano più a ripetersi. Noi pensiamo alla mancata gentilezza di alcuni ristoratori, alla maleducazione di alcuni cittadini che deturpano il territorio con irrispettoso atteggiamento, noi pensiamo ai fumatori che gettano in terra i mozziconi, pensiamo allo stress della mobilità, pensiamo alla violenza durante eventi sportivi, pensiamo a tutto ciò che lede alla nostra immagine. Ogni cittadino deme mettere del suo, affinché gli sforzi finanziari della politica e gli oneri che la dirigenza ticinese del turismo non vengano vanificati. Né diciamo due tanto per intenderci: servire un te latte caldo nel bicchiere di vetro della Coca Cola non ci sembra sia il modo migliore per attirare il turismo. Anche come troviamo i depositi raccolta rifiuti non danno l’immagine di un cantone sobrio, pulito e decoroso. Ma anche in questo caso non sono le autorità colpevoli ma i cittadini egoisti e maleducati che non ritengono di comportarsi decorosamente a favore della comunità. Magari prima di elargire ancora soldi su soldi ai vari progetti che non riescono a camminare con le loro gambe, sarebbe opportuno che i vari enti competenti anche a livello di comune intervenissero per avere un controllo restrittivo del proprio territorio. Considerando come il presidente di ATT sia un architetto, pensiamo di affermare che una villetta la si costruisce con solide basi per arrivare poi al tetto e non viceversa. Così nella vita, nel lavoro e perché no anche e soprattutto nel Turismo. Tra l’altro il fatto che molti comuni abbiano assunto dipendenti con compiti turistici, creando anche uffici del turismo comunali denota il fallimento di una politica turistica concertata a livello cantonale. (ETC/RB)