Come travestire in buona una notizia cattiva.
È dall’inizio del 2020 che gli allevatori vengono avvertiti, a cadenza quasi settimanale, tramite SMS per un avvistamento di lupi o per una predazione in Ticino o in Mesolcina. Quasi da farne malauguratamente l’abitudine.
Secondo i dati ufficiali, nel 2020 si erano infatti contati in Ticino una ventina di avvistamenti, altrettanti attacchi e 59 capi predati (senza i capi dispersi).
Quest’anno siamo a 19 avvistamenti e a una quarantina di animali uccisi in una dozzina di attacchi.
Queste fredde cifre tuttavia non dicono l’inquietudine, la sofferenza, la frustrazione, in alcuni casi anche la disperazione, degli allevatori colpiti e delle loro famiglie. Qualcuno ha scaricato l’alpe in luglio! Non se la sentiva più di veder diminuire i propri animali ogni volta che saliva per il controllo settimanale. E non tornerà più su quell’alpe. Altri hanno dovuto rinchiudere i propri animali in stalla già in ottobre. C’è chi ha smesso la propria attività di allevatore di ovini o caprini e c’è chi sta meditando di fare altrettanto.
La notizia passata al Quotidiano della RSI nella serata di giovedì 2 dicembre dell’accertata nuova coppia di lupi con tre piccoli in V. Onsernone, sarà sembrata al redattore del servizio e a molti telespettatori un fatto positivo e così è stata riportata: il monitoraggio messo in atto dai responsabili dell’Ufficio caccia e pesca funziona, in Ticino vive finalmente una seconda coppia di lupi favoriti dalla sorte che la scorsa primavera ha dato alla luce tre piccoli; i cuccioli giocherellano tra di loro mentre i genitori si preoccupano di cacciare selvaggina (… infatti “nella zona quest’anno vi è stato un unico attacco ad animali domestici”); rispetto allo scorso anno in Ticino vi sono stati meno attacchi e meno capi predati. E nei confronti del Canton Grigioni stiamo meglio: abbiamo molto meno lupi e meno predazioni. Tutto bene, quindi.
Gli allevatori e coloro che sanno cosa significa per una regione la formazione di una nuova coppia di lupi hanno vissuto questa notizia con ben altri sentimenti. Un fatto estremamente negativo, anche se forse non del tutto imprevisto. Soprattutto un ulteriore segnale, indiscutibile, che per l’allevamento tradizionale non ci sarà futuro.
Infatti di norma alla nascita della seconda cucciolata, una parte degli esemplari dell’anno precedente, soprattutto i maschi, lasciano il branco e vagano alla ricerca di un territorio dove formare una nuova coppia. Ad esempio nei Grigioni si è passati da una muta (dal 2012 al 2017) a 6 coppie riproduttrici nel 2020. E nello stesso periodo i capi predati sono aumentati da 20 – 40 all’anno a oltre 300 nel 2021 (nonostante le importanti misure di protezione messe in atto). E perché in Ticino dovrebbe essere diverso? Ci mancano forse i boschi dove i lupi possono vivere indisturbati?
I ripetuti avvistamenti di questi ultimi due anni, in diverse regioni del Cantone, ci portano a temere che siano già in formazione altre coppie. Le autorità invece tendono a tacere o addirittura a sottovalutare. Il Rapporto grandi predatori 2019 è di una superficialità e una stringatezza deludenti. Quello inerente il 2020 non è mai stato pubblicato. Questo proprio quando l’espansione dei predatori sta mettendo in apprensione ogni allevatore. A cosa serve un “monitoraggio sempre attivo e dinamico” se i risultati non vengono condivisi con i diretti interessati? E come accogliere la narrazione buonista del comunicato del Dipartimento del territorio che non manca di concludere con una beffarda e maligna allusione a una presunta negligenza da parte degli allevatori?
La conclusione è una sola: il lupo rimarrà strettamente protetto e libero di espandersi come natura comanda mentre gli animali domestici, anch’essi amanti della libertà, dovranno finire rinchiusi in recinti e stalle. Pascoli alpestri e prati di montagna si inselvatichiranno e i prodotti nostrani ce li ricorderemo come particolarmente gustosi.
E agli allevatori, a quei pochi rimasti, che messaggio di solidarietà invieranno le nostre autorità cantonali e federali?
Per ulteriori informazioni:
Armando Donati, presidente Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori; tel.: 079 412 32 17, e-mail: armando.donati@bluewin.ch
Dante Pura, presidente Federazione dei consorzi di allevamento caprino e ovino; tel.: 079 359 53 25, e-mail: katypura@gmail.com