Ing. Enzo Pfister, Delegato per i problemi dell’Ambiente della Sezione Ticino del TCS e Presidente del Gruppo TCS del Mendrisiotto.
Martedì 24 novembre l’autorevole Corriere della Sera pubblicava un articolo derivato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, dal titolo “ Inquinamento, la Pianura Padana è la maglia nera d’Italia e d’Europa ” e dal sottotitolo “ Ogni abitante perde in media tre anni di vita a causa dello smog ” , tutto a causa del superamento delle soglie fissate dall’OMS per la quantità di inquinanti nell’aria che sono prevalentemente gli ossidi di azoto, le polveri fini in inverno e l’ozono in estate.
È evidente che il nostro Mendrisiotto è parte reale della Pianura Padana e da sempre non solo subisce, ma contribuisce a questo stato di cose: quando il vento soffia verso Nord veniamo inquinati, reciprocamente quando il vento soffia verso Sud siamo noi che inquiniamo Comasco e Varesotto.
Lo stesso giorno, il Gran Consiglio approvava con una chiara e buona maggioranza, 46 voti favorevoli, 20 contrari e 5 astensioni lo stanziamento di 16 milioni quali ecoincentivi per il periodo 2014 al 2018, per l’acquisto di un’auto elettrica, a gas metano o ibrida (auto dette anche auto super-efficienti).
La ragione principale addotta dagli oppositori è di tipo finanziario: dal 2017 l’automobilista ticinese sarà aggravato in media di circa 15 fr all’anno nell’imposta di circolazione.
Dunque: su un piatto della bilancia c’è la situazione drammatica, attuale e non più sostenibile dell’aria del Mendrisiotto, sull’altro piatto ci sono presunti 15 fr di aggravio della tassa di circolazione: ma quanto costa curare una semplice bronchite cronica o una polmonite causata in inverno dalle polveri fini o in estate dall’ozono ?
Il decreto approvato non è certo la panacea di tutti i mali: si tratta di un tassello che vuole contribuire concretamente al miglioramento della situazione ambientale, tassello che solo assieme a molti altri risulterà efficace e darà qualche frutto, ma da qualche parte bisogna pur cominciare.
Come ben fa capire il messaggio nella sua componente pedagogica, il possesso di un’auto elettrica non è un semplice acquisto ma comporta anche un cambiamento di mentalità e un miglioramento delle proprie sensibilità ambientali sia nei confronti della situazione energetica globale e degli importanti cambiamenti in atto a livello nazionale, sia nelle semplici modalità di guida personali.
Se un’auto elettrica viene semplicemente allacciata ogni sera alla presa elettrica del garage è chiaro che le sue batterie vengono caricate prevalentemente con energia di origine nucleare in quanto queste centrali una volta avviate, per motivi tecnici mantengono un regime costante sia di giorno che di notte, mentre l’energia di origine idroelettrica, preziosa e costosa energia di punta, viene limitata agli orari della giornata dove c’è più richiesta e dove la si può far pagare di più. In questo senso hanno ragione gli oppositori quando affermano che anche le auto elettriche hanno un tubo di scappamento da cui, nel caso citato, escono scorie radioattive e calore nocivo nei fiumi.
Ma se, con maggior sensibilità e intelligenza, l’auto elettrica viene alimentata di notte con l’energia immessa nella rete elettrica durante il giorno da un sistema di pannelli solari fotovoltaici montati sul tetto della propria abitazione (o sul tetto degli stabilimenti industriali, come ha fatto il TCS a Rivera, cfr. foto), allora il tubo di scappamento non c’è più, ed oggi un sistema di pannelli in grado di caricare le batterie di un’auto elettrica costa solo all’incirca 8’000 fr e beneficia di molti sussidi.
Anche la guida di un’auto elettrica richiede grande attenzione in quanto è senz’altro vero che l’autonomia resta ancora limitata, anche se si stanno facendo notevoli progressi in tal senso. Noi siamo abituati a circolare con il serbatoio pieno di benzina, quaranta, cinquanta litri, carburante che ci aiuta a superare ogni contrattempo ed ogni coda, a tener in funzione comodamente aria condizionata, stereo, luci, ogni altro accessorio, ecc.
Partire con un’auto elettrica è un po’ come circolare con un’auto convenzionale a benzina col serbatoio sempre in riserva, con al massimo cinque o sei litri di benzina. Una guida in tali situazione risulta pur sempre difficile, problematica e magari anche pericolosa, soprattutto in situazioni di traffico molto intenso e di code, ma malgrado ciò io penso che il “ Santo valga la candela “.
Terminando per coloro che non se la sentono ancora di passare all’auto elettrica o ibrida o a metano esiste pur sempre l’auto a benzina. Un moderno motore a benzina provvisto di un altrettanto moderno sistema di catalizzatori soddisfa ogni norma anti inquinamento e va bene anche per il Mendrisiotto.
Anzi, un’auto a benzina che circola in un ambiente inquinato contribuisce a risanare l’aria, in quanto l’aria immessa nel motore per il funzionamento viene depurata dal suo catalizzatore e riemessa nell’ambiente più pulita di quando è stata aspirata, esattamente come sono purtroppo costretti a fare i nostri polmoni qui nel Mendrisiotto.
Un grazie al Gran Consiglio, al suo Presidente e agli estensori del messaggio per una decisione coraggiosa e chiara a difesa del nostro magnifico territorio ferito e della salute dei cittadini.
Ing. Enzo Pfister