Siamo liberi di frequentare tutti i locali pubblici esistenti. Purtroppo andar per grotti diventa sempre una ricerca più difficile. Se leggiamo le varie guide, tanti locali pubblici che si chiamano Grotto ma di fatto non lo sono. Volevo mangiar il formaggino, un affettato nostrano, ul tazzin con buon nostrano… ci si è fermati in uno che prometteva bene come costruzione. La sorpresa è stata enorme: un menù turistico a base di pesce di mare; un primo con gnocchetti alla sarda, come secondo gamberoni e come dessert un semi freddo alle nocciole con sciroppo di ciliegie, il tutto per 78 fr. La carta poi diceva tartare di manzo, gnocchetti alle vogole e via dicendo. Un tem caro a chi vi scrive, che si sente tradito dalla tradizione. Chiamateli ristoranti ma non Grotto. Qualche autorità dovrà pure
intervenire, perché al grotto si mangiano i formaggini, l’affettato misto nostrano (ripetiamo non bologna), costine, polenta ul risottino ai funghi porcini ma non pietanze elaborate da ristorante stellato, su tovaglia bianca e 4 camerieri che ogni minuto passano e con l’inchino ci chiedono se va bene. In attesa dei piatti ci hanno portato due fette di pane nero con tartare di manzo… nemmeno qui un salamino ticinese! Ma qualche politico, invece di inoltrare mozioni ed interpellanze a “gogo” inutili, non potrebbe prendere a caro il tema grotto e tradizione ticinesi e proporre qualcosa di serio a garantire la tradizione del nostro territorio. Macché a nessuno importa, tanto meno al turismo, basta che arrivi gente e mangi da noi. Poi vi dico la verità, queste specialità erano ottime, veramente cucinate bene, ma io volevo mangiare il formaggino di capra! con un boccalino. Se poi parliamo di vini il Merlot a prezzi proibitivi e altri vini che nulla hanno a che vedere con il territorio. Allora che li si chiamino Ristoranti e tutto va bene, ma non si svenda il nome Grotto in virtù di soldi e del vil turismo. Essere traditi è la cosa peggiore…
(RB/ETC)