Una strategia per la gestione della prostituzione dopo la chiusura dei locali
Il tema prostituzione e le problematiche ad essa connesse da molti anni occupano sia le autorità politiche
cantonali che quelle comunali.
In attesa della nuova Legge e dei chiarimenti a livello federale su un eventuale nuovo quadro giuridico,
appare evidente la necessità di gestire in maniera più ragionata le nuove, delicate situazioni che stanno
emergendo. In quest’ottica è in primo luogo essenziale sostenere e consigliare i Comuni nelle loro decisioni
in merito, in particolare quando è necessaria un’accurata analisi giuridica, per evitare controproducenti
effetti “boomerang” – l’esperienza di Cadenazzo è sotto gli occhi di tutti.
La diminuzione dei luoghi in cui esercitare la prostituzione non sembra aver portato ad una significativa
diminuzione delle persone attive nell’ambito della prostituzione, ma pare molto più averle distribuite sul
territorio, in particolare negli appartamenti privati. Questo non solo ha creato problemi di convivenza con i
residenti delle zone in cui si trovano questi alloggi, ma ha anche reso i controlli della polizia molto più
difficoltosi. La conseguenza più grave di questa nuova situazione è però che ha messo in condizione di
ulteriore precariato e fragilità chi esercita la prostituzione.
I comuni sembrano ora voler risolvere il problema della prostituzione negli appartamenti con un drastico
giro di vite. Le nuove misure emanate a Lugano, di cui altri comuni vogliono seguirne l’esempio, rischiano
però semplicemente di spostare il fenomeno in altre località o, pericolo ancora peggiore, spingerlo nella
clandestinità.
In relazione con la chiusura dei locali, la preoccupazione di un’ulteriore dispersione sul territorio del
fenomeno della prostituzione con conseguente maggior precariato per le prostitute e conflittualità con la
popolazione, è emerso ancora recentemente con il locale “Hollywood” di Cadenazzo, dove il Municipio ha
adottato una strategia che rischia di disperdere le prostitute negli appartamenti di questo e dei Comuni
limitrofi, allargando ulteriormente il disagio della cittadinanza.
Alla luce della situazione descritta, riteniamo che in attesa della revisione della Legge sia importante
mettere a punto una strategia coordinata a livello cantonale di gestione delle situazioni che si stanno
creando, per non complicare ancor più una situazione già oltremodo complessa.
Chiediamo in particolare al Consiglio di Stato di:
– approntare una strategia Comuni-Cantone per gestire le nuove situazioni, con l’obiettivo di trovare soluzioni che non creino ulteriore precariato tra chi esercita la prostituzione e contenere il più possibile gli effetti negativi e i disagi per la popolazione;
– garantire attraverso i servizi e le associazioni presenti sul territorio una consulenza mirata alla prostitute che esercitano nei locali di cui è prevista la chiusura o un loro coinvolgimento dopo gli interventi della magistratura, per raggiungere lo scopo di cui al punto precedente.
Greta Gysin
Raffaella Martinelli Peter, Sergio Savoia