Si è tenuto nei giorni scorsi, su iniziativa del Centro Gramsci di Educazione, un convegno di analisi sull’Unione Europea (UE) tenutosi a Roma presso Palazzo Marini, sede della Camera dei Deputati. A rappresentare la Svizzera vi era il direttore della rivista di approfondimento #politicanuova e membro del Comitato Centrale del Partito Comunista (PC) della Svizzera Italiana. Fra gli altri relatori si segnala la presenza dell’on. Luigi Marino, già senatore della Repubblica Italiana per il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) e un rappresentante del corpo diplomatico della Repubblica Popolare Cinese a Roma.
Il rappresentante del PC ha tenuto una relazione a partire dalla questione dei rapporti tra la Svizzera e l’UE, impaludatisi a seguito dell’approvazione dell’iniziativa “Stop all’immigrazione di massa”. Della Fontana ha poi sviluppato una riflessione attorno al più complessivo tema delle prospettive che il nostro Paese ha in tema di relazioni (economiche quanto culturali) con l’estero, in modo particolare con i BRICS, soprattutto oggi con il processo di internazionalizzazione del Renminbi che potrebbe passare dalla Svizzera. Chiariti, in tal senso, quelli che dovrebbero essere, per la Svizzera, gli assi portanti in una prospettiva di lungo periodo, sostenibile quanto prospera.
Da una parte appare fondamentale procedere con il potenziamento del settore concernente la produzione ad alto valore aggiunto, unica soluzione affinché, nel contesto di un’economia altamente globalizzata dalla quale non è purtroppo possibile sottrarsi, i prodotti nazionali possano trovare una propria fruttuosa collocazione sui mercati internazionali. E ciò non a seguito di una contro-producente dinamica di dumping salariale, ma a seguito delle performance dei processi produttivi.
Altrettanto centrale appare lo sviluppo di una cooperazione internazionale non più fondata sui dettami dello sfruttamento neo-colonialistico, ma su un modello di tipo win-win che tenga conto della nuova tendenza alla costruzione di un mondo multipolare, anche e soprattutto in considerazione del rischio di una chiusura da e verso l’UE. Una tesi che ha trovato concorde il diplomatico cinese che ha ribadito le priorità di Pechino a favore della cooperazione pacifica fra le nazioni nel rispetto delle rispettive sovranità.
Partito Comunista della Svizzera Italiana
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