Noi deputati in Gran Consiglio, rappresentanti di diverse aree politiche, siamo stati invitati dal signor Graziano Gemetti, titolare della Gesitronic SA a Claro, con lo scopo di visitare la sua azienda, scoprire una realtà importante per la Riviera e carpire in prima persona ulteriori argomenti contro i salari minimi a 4’000.- CHF.
Dopo aver visto di persona l’attività imprenditoriale della Gesitronic SA e dopo aver parlato con il personale dell’azienda, oggi siamo ancora più convinti che l’iniziativa in votazione il 18 maggio che chiede l’introduzione di un salario minimo di 4000 franchi è un boomerang per queste realtà locali e di periferia, che danno un sostegno fondamentale ai dipendenti residenti nella zona e creano indotto per tutta la regione. Oltre agli stranoti argomenti per opporsi al salario minimo in votazione il prossimo 18 maggio, hanno attirato la nostra attenzione alcuni aspetti messi in evidenza dal signor Gemetti e che riportiamo qui di seguito.
La Gesitronic SA, attiva a Claro dal 1987, è un’impresa legata al territorio che agisce in modo responsabile verso il tessuto sociale in cui è inserita. A conduzione familiare, l’azienda non è composta di semplici numeri, bensì da un insieme di persone che fondano l’essenza stessa dell’attività imprenditoriale. Ancora oggi, dopo quasi trent’anni di dinamismo, alla quantità e ai rapporti anonimi si prediligono infatti la fiducia, il rispetto e la relazione interpersonale autentica.
La filosofia aziendale
Anche nei momenti di crisi, la Gesitronic SA ha saputo affrontare i problemi a testa alta, cercando di proteggere la manodopera e le famiglie dei suoi dipendenti. Il personale dell’azienda è radicato nel territorio limitrofo ed è composto da 4 uomini di formazione tecnica e 20 donne dotate di una formazione interna, ad eccezione del personale amministrativo. La maggior parte delle collaboratrici sono quasi tutte straniere residenti nella regione, mogli e madri di famiglia. L’aspetto umano è al centro della filosofia e della conduzione della Gesitronic SA: la flessibilità data al personale è un segno tangibile della fiducia e dell’attaccamento che la direzione pone nei loro confronti. Per esempio in caso di necessità, viene loro concesso il tempo necessario per affrontare gli impegni non professionali, anche se le ore lavorabili non vengono totalmente svolte. Si tratta di benefici di lavorare in una realtà locale e familiare che difficilmente possono essere tradotti in termini salariali.
La famiglia
L’importanza del concetto della “famiglia” sembra essere stato dimenticato dalla società odierna. Anche nella prossima votazione federale inerente l’introduzione di un salario minimo di 4000 franchi, gli iniziativisti sembrano aver dimenticato il concetto di famiglia, semplificando il modello di società ai soli individui maschili e femminili, da una parte, e lo Stato, dell’altra. Da sempre in Ticino, in Svizzera e nella nostra cultura, la famiglia ha assunto un ruolo determinante anche nella costituzione del tessuto economico, oltre che sociale. A questo proposito, basti pensare al fatto che l’accumulo di redditi dei coniugi crea un’entità contributiva interessante, dal punto di vista fiscale per i Comuni e il Cantone e da quello economico sul fronte dell’indotto per il territorio.
Una realtà dimenticata
A suo tempo il Ticino ha ospitato lavoratori stranieri che hanno trovato un impiego prevalentemente nell’edilizia, nelle acciaierie e nell’industria manifatturiera. Questi ultimi oggi sono ben integrati nella nostra società, con una loro famiglia e solitamente senza proprietà immobiliare. Le mogli spesso non hanno particolari qualifiche professionali o diplomi riconosciuti in Svizzera. Il loro ruolo in seno alla famiglia è però fondamentale per apportare quel reddito accessorio ai loro familiari.
L’attaccamento alla terra d’origine induce queste famiglie al rientro in patria almeno una volta all’anno.
Il viaggio, si sa, è impegnativo e spesso vi è la necessità di una permanenza superiore alle vacanze
solitamente consentite. Qualche giorno in più che possa permettere a queste famiglie di ritornare alla
loro terra d’origine significa molto per il loro benessere e i loro legami familiari. Questa flessibilità è una
peculiarità molto considerata dalla Gesitronic SA ed è un tassello fondamentale per l’azienda
considerare e comprendere questa realtà. La vicinanza con i dipendenti si realizza anche con questi
semplici ma importanti gesti (anche da un punto di vista dei costi aziendali) che comprendono le
necessità che vanno al di là dei bisogni professionali.
Gerarchia economica
La società è costituita da individui simili ma non uguali, ognuno con le proprie peculiarità e attitudini.
L’individuo sperimenta la sua vita acquisendo o meno delle conoscenze ed assumendo il proprio ruolo
nella società civile ed economica. Solo un’economia ben strutturata ed una gerarchia ben equilibrata
possono adempiere alle esigenze del mondo del lavoro. In Svizzera stiamo assistendo ad un
annientamento dei primi due strati della piramide economica. Il settore primario ha subito un forte calo,
passando dal 47% del 1930 a poco meno del 4% attuale, tant’è che oggi è il settore che richiede maggiori
sussidi.
Il medesimo andamento si sta verificando per il settore secondario: negli ultimi anni l’industria
manifatturiera in Svizzera ha visto delocalizzare il 60%-70% della produzione all’estero, in quei Paesi
dove gli stipendi si aggirano intorno ai 400 euro mensili. Inutile affermare che in Ticino sono rimaste
solo le briciole e che la concorrenza con tali produzioni è insostenibile per le aziende locali, molte delle
quali sono state costrette a ridimensionare o a reinventare, con non poche difficoltà, le proprie attività.
Non bisogna quindi illudersi che siamo tutti uguali e che si può sostenere un’economia generata dalle
sole grosse imprese. Le aziende a conduzione familiare sono le vere realtà radicate sul territorio, che
conoscono a fondo i loro impiegati, i loro fornitori e tutti gli attori direttamente o indirettamente
coinvolti con la loro attività.
Oggi si tende a parlare del grande settore della logistica o dell’industria orologiera e farmaceutica,
tralasciando invece le piccole e medie aziende locali che con dignità e sacrificio portano avanti i loro
progetti. Costruire l’economia puntando quasi esclusivamente sul settore dei servizi e del terziario
avanzato è pura illusione. Solo chi tocca con mano il territorio è cosciente di qual è il vero successo dello
sviluppo della nostra società: è una catena di fattori, di conoscenze e di conseguenze sull’indotto
territoriale.
Non facciamoci del male
L’approvazione dell’iniziativa che chiede l’introduzione di un salario minimo di 4000 franchi avrebbe
conseguenze nefaste per le aziende ticinesi. In particolare, per la realtà a conduzione familiare come la
Gesitronic SA. Una tale costrizione da parte dello Stato nella gestione diretta dell’attività aziendale,
sarebbe una catastrofe per la sopravvivenza dell’azienda stessa. Negli anni, a causa della
delocalizzazione della produzione delle grandi aziende, i margini di guadagno per coloro che sono
rimasti in Ticino si sono ridotti drasticamente. La ditta ha dovuto sapersi reinventare immettendo non
poche risorse nell’azienda. Queste ultime verrebbero totalmente eliminate con l’introduzione di un
salario minimo. Le conseguenze sarebbe semplici tanto nefaste: riduzione dei posti di lavoro o la
rinuncia a proseguire l’attività azienda