Il lago d’Iseo ci ha mostrato come grandi eventi, veri e non quelli realizzati per soli sfizi personali, portano gente, turismo ed economia. Tutti gli eventi vanno bene, ma se si parla di Rally del Gottardo ecco che le autorità, alcune autorità, si mettono di traverso per evitare queste manifestazioni, che portano migliaia di visitatori e spettatori in zona, creando pernottamenti e sinergie vere per l’economia del luogo. Invece si continua a voler organizzare eventi che costano tanto e portano poco, molto poco. Si continua, e stiamo osservando in generale, a voler investire in strutture e in progetti che sono dei pozzi senza fondo, il tutto naturalmente con i soldi della popolazione. Ci ricordiamo una ventina d’anni fa quanto movimento attirava in Leventina l’Air Show di Ambri, poi qualche privato proprietario dei terreni si mise di traverso, supportato dalle autorità politiche e anche questa manifestazione che portava 25000 persone da tutta Europa in due giorni venne cancellata e Lodrino si annunciò come nuova location, leccandosi i baffi.
Continuiamo a far cantare le figlie di Maria, a fare le festicciole private e le Sagre nella speranza che non arrivi la gente perché sono considerate e organizzate come festicciole private, e assumiamo continuamente operatori turistici in ogni dove. Poi quando si paventa l’evento vero, quello che potrebbe dare una scossa all’economia di valle, niet, perché inquina, perché fanno rumore, perché le stradine di campagna non sono libere per qualche ora per peremettere a qualche trattore di circolare e via dicendo. Ma è mai possibile che non si riesca capire che abbiamo bisogno di tutti gli eventi, quelli privati, quelli paesani e poi qualche evento faro per attirare l’attenzione di un pubblico internazionale, che ha soldi e che sale in valle, dando loro l’opportunità di apprezzarne la natura, la gastronomia e le eccellenze regionali, naturalmente nella speranza che non vengano fregati con prezzi aumentati per l’occasione.
Nulla di tutto ciò, significa quasi che si continua a parlare di turismo ma in cuor proprio non lo si voglia.
Fino a che saremo guidati esclusivamente da funzionari pubblici, che per bravi che sono, teorizzano sul turismo solo per meri scopi personali o elettorali, lasciamo perdere e smettiamo di dire che siamo una regione turistica. Sono solo favole che vanno raccontate ai bambini ma non agli imprenditori ristoratori e commercianti del luogo, che investono dei loro soldi (non soldi pubblici) per creare economia e cosa fanno i vari amministratori: si mettono sempre di traverso e bloccano le iniziative private, quelle in cui non traggono magari vantaggi personali. Spendiamo così tanti soldi per il turismo e per i suoi adepti pubblici, che ci chiediamo come mai le cifre da oltre 20 anni sono negative. Dove è un programma annuale di eventi e dove stà la comunicazione esterna di questi eventi. Siamo al nulla del nulla. Naturalmente in queste condizioni i giovani si riversano nei centri urbani dove almeno il lavoro sembra sia essere garantito. Una politica seria del turismo nelle valli potrebbe veramente dare frutti insperati ma si deve assolutamente rottamare tutto quello che è stato !
E assolutamente non dobbiamo vergognarci nelle nostre valle di mantenere le nostre tradizioni, il folclore e i nostri costumi, fanno parte del nostro mondo e sono le tradizioni che hanno reso grande e bella la regione e noi non abbiamo il diritto di cancellarle.(ETC/rb)