In un’aula magna del centro scolastico di Faido, molta gente presente a sentire una campana differente, che sembra voglia lottare per opporsi alla pianificazione ospedaliera proposta dal Governo e che non è referendabile dalla popolazione, ma solo a livello di Gran Consiglio. La pianificazione ospedaliera, così ci hanno spiegato, vorrebbe lo smantellamento del reparto medicina, del pronto soccorso e la legge parlerebbe di mantenere delle strutture sanitarie non ben definite, anziché inserito nella legge come ora l’obbligo di garantire degli ospedali con servizi di medicina, letti acuti e di pronto soccorso di serie B. Tutto questo sembra che il Governo e la maggioranza dei parlamentari siano concordi in questo nuovo smantellamento a sfavore di popolazioni già di per se stesse sfavorite dalla tendenza di centralizzare tuti i servizi. Detto che i servizi ospedalieri delle valli risultino i meglio attrezzati a livello di degenza, umanità e cure mediche, con costi nettamente inferiori rispetto gli ospedaloni dei grandi centri, sembra proprio che la volontà di limare sia preponderante non solo nel governo ma anche presso le stesse direttive EOC. Questo quello che ci hanno raccontato i due oratori, senza che la controparte abbia potuto contrastare, anche perché dobbiamo pur dirlo per onore di cronaca, i parlamentari che dovrebbero rappresentare la popolazione delle Tre Valli erano stranamente assenti. Potremmo dare una motivazione della assenza, non solo dei parlamentari ma di anche molti amministratori locali, che a nostro modo di intendere non hanno voluto presenziare ad una serata voluta da due membri del MPS, estrema sinistra. Era forse l’occasione di andare oltre alel appartenenze partitiche e vedere assieme delle strategie tali da poter evitare lo smantellamento. Dalla sala si sono levate molte lamentele in questo senso, con anche osservazioni tipo che gli amministratori comunali sono quasi tutti funzionari dell’amministrazione statale, per cui difficilmente antepongono gli interessi della popolazione rispetto quelli del loro datore di lavoro. Tutti d’accordo sulla volontà del mantenere un servizio sanitario nelle valli almeno dignitoso, ma molti medici che si sono espressi, dimenticano pure che loro stessi sono quelli che ordinano esami su esami, mandando i pazienti a Bellinzona, prestando dunque il fianco a chi vuole centralizzare i servizi. Perché a parole tutto è bello e condivisibile, ma in sala non abbiamo sentito parlare di costi e sostenibilità dei costi, come il tema della casse malati, caro ai medici che hanno così le entrate garantite, ma che vanno a caricare in maniera spropositata sui borsini delle singole famiglie. Verrà lanciato un referendum contro la legge, che almeno avrà il merito di poter bloccare la modifica della legge che sarebbe in caso di modifica deleteria per le regioni delle valli, oppure la terza opportunità che è quella che è già stata collaudata con le officine, tipo “Giù le mani dagli ospedali di valle”. Come sempre la verità stà nel mezzo e nessuno, né a sinistra né a destra, ce la racconta giusta anche perché si tratta di vero business e quando la socialità vuole andare a braccetto con l’economia si riscontrano poi dei sfaceli incredibili. Ci sarebbe piaciuto sapere il parere di alcni sindaci ed amministratori comunali come anche dei parlamentari che rappresentano le tre Valli in Gran Consiglio, ma erano assenti per cui non vi è stato il giusto e democratico contradditorio. Perdenti sono sempre gli assenti ! (ETC/rb)