Problemi di traffico e sicurezza stradale legati al maltempo. La provincia di Varese
in difficoltà e il traffico veicolare dei frontalieri cerca strade alternative. E il Ticino che fa?
La strada Cremenaga – Ponte Tresa sul versante italiano è stata chiusa per motivi di sicurezza. E altrettanto la strada Cremenaga (I) – Avigno – Viconago.
A questo proposito rimando ad alcuni link che possono illustrare ulteriormente quanto qui riportato: www.tio.ch/News/Cronaca/1004045/Strada-Cremenaga-Ponte-Tresa-ancora-chiusa
www.infoinsubria.com/2014/11/frontalieri-due-strade-chiuse-le-alternative-alla-coda-di-ponte-tresa/
Questa significa che tutto il traffico di questa arteria stradale è costretto a riversarsi sul versante svizzero (Comuni di Monteggio, Croglio, Sessa e Comuni dell’Alto Malcantone) con conseguenze facilmente immaginabili.
Oltre ad un ulteriore intasamento della strada di fondo valle, è probabile che anche le strade del Medio Malcantone, già sfruttate quali valide alternative, potranno a loro volta essere invase da questo traffico parassitario.
Il traffico veicolare dai nostri villaggi verso Lugano e il luganese rischia pertanto di subire un ulteriore pesante sovraccarico con il rischio di collassare.
Recentemente poi i media hanno riportato la notizia secondo la quale le autorità politiche italiane (Regione e Provincia) avrebbero dichiarato che la valutazione in merito ad una possibile soluzione del problema sarebbe stata rimandata sine die … al momento della cessazione del maltempo.
Visto l’aggravarsi costante della situazione veicolare in Ticino anche e soprattutto a causa degli importanti flussi giornalieri dei lavoratori frontalieri (è di ieri un’altra preoccupante interruzione, causa franamento della montagna, della strada che dall’Italia porta a Locarno, via Brissago) con la presente interrogazione chiediamo al Consiglio di Stato di voler dar seguito alla seguenti domande:
1. Il C.d.S. è già in possesso di un rapporto tecnico che illustri la situazione relativa ai flussi veicolari in provenienza dall’Italia, del sovraccarico veicolare nelle regioni interessate e sullo stato di sicurezza di queste vie di transito?
2. Il C.d.S. è in contatto con le competenti autorità italiane in modo monitorare e valutare in tempo reale la situazione e le possibili soluzioni?
3. Il C.d.S. ha ritiene che questa situazione possa trovare una soluzione in tempi brevi-medi?
4. Quali garanzie ha ricevuto il CdS dalle competenti autorità italiane circa la soluzione del problema e cioè la messa in sicurezza e la riapertura delle strade italiane utilizzate dai lavoratori frontalieri nel loro quotidiano percorso casa-lavoro?
5. Quali sono o, meglio, quali saranno gli scenari futuri con i quali dovremo ancora confrontarci in questo delicato ambito delle comunicazioni stradali fra Italia e Svizzera, in assenza di garanzie, accordi e soluzioni condivise con le Provincie e le Regioni confinanti?
Ringraziamo per la preziosa collaborazione e per la sollecita risposta.
Con i più cordiali e distinti saluti.
Dr. med. Orlando Del Don
Per il Gruppo UDC in GC
Bellinzona, 18 nov. 2014