Petizione a tutela dei lupi (Olindo Vanzetta, Biasca) e CS ass. ch territorio senza grandi predatori
La Protezione Svizzera degli animali attacca ingiustamente gli allevatori.
L’organizzazione «Protezione Svizzera degli animali» (PSA) in una recente petizione (http://www.protezione-animali.com/pecore_alpeggi/petizione/testo.html) chiede che i proprietari di greggi di capre e pecore non sorvegliati non siano più sostenuti per mezzo dei contributi dello Stato. Nello stesso tempo chiede una grande tolleranza rispetto alla problematica dei “grandi predatori”. In pratica la PSA accusa la maggioranza degli allevatori di negligenza. L’Associazione svizzera per un territorio senza grandi predatori respinge queste accuse e dimostra che i promotori della petizione dimostrano ignoranza in rapporto alla problematica e alle difficili condizioni di lavoro cui sono confrontati gli allevatori nelle regioni di montagna.
La petizione della PSA indica che circa il 2% delle 200’000 pecore alpeggiate sono disperse durante la stagione estiva. L’Associazione svizzera per un territorio senza grandi predatori chiede quale sia la fonte di queste cifre, che sono ritenute erronee e prive di fondamento. Indipendentemente delle condizioni d’alpeggio, in effetti, gli incidenti sono inevitabili. In concreto si rileva che nonostante le misure di protezione raccomandate dalla Confederazione le stesse non escludono i continui attacchi di lupi, e di altri grandi predatori, e la conseguente predazione di pecore e capre. Le capre e le pecore che sono pascolate sugli alpeggi estivi, permettono lo sfruttamento e gestione attiva di queste aree, favorendo la biodiversità. La presenza di questo bestiame sugli alpeggi evita l’inselvatichimento dei pascoli e limita l’espansione delle foreste. Con il lancio del marchio «pecore d’alpeggio», i produttori hanno voluto promuovere in miglior modo l’immagine degli animali che trascorrono buona parte dell’anno in montagna. In questo modo si contribuisce a ridurre l’importazione di carne proveniente soventemente d’oltre mare e a dare valore aggiunto alla produzione locale a km 0.
L’organizzazione PSA chiede esplicitamente che gli alpeggi che non possono essere dotati di misure di protezione siano abbandonati! Questa rivendicazione, unitamente a quella di sopprimere i contributi d’alpeggio riconosciuti dallo Stato, danneggia e offende gli allevatori. Siamo certi che il Consiglio Federale non si lascerà impressionare dagli argomenti sostenuti per mezzo di questa petizione. D’altronde, una gran parte di chi ha sottoscritto questo esposto sono persone che non conoscono sufficientemente le difficoltà cui sono confrontati gli allevatori di bestiame che operano nelle regioni periferiche e di montagna. Se così non fosse, saprebbero che raggruppare sistematicamente le greggi in recinti, come preconizzato dalla PSA e dalle cosiddette misure di «protezione”, sono soluzioni che favoriscono la trasmissione di malattie.
Petizione:
Munita di 25’000 firme è stata depositata di recente a Palazzo Federale dalla Protezione svizzeri degli animali, con grande clamore mediatico, una petizione mirante a colpevolizzare allevatori e contadini sulle perdite che si registrano annualmente sugli alpeggi svizzeri, perdite valutate in circa 4’000 capi di ovini di cui soltanto 200 quelli attribuibili ai grandi predatori.
Non entro nel merito delle cifre esposte in quando non è affatto solo una questione di numeri. Notizie e dati apparsi puntualmente sulla stampa e ripresi fedelmente nel telegiornale principale delle venti senza minimamente dare spazio né parola, come sarebbe auspicabile e doveroso fare, alla controparte gratuitamente lesa e denigrata. Le 25’000 firme consegnate, ignoro quante ne siano state raccolte in Ticino, sono incontestabilmente, a mio avviso, preoccupante segno e frutto di grande ignoranza del problema grandi predatori e pastorizia.
Il lupo per la sua ferocia disruttiva può sbranare in una sola notte una decina e più pecore, azzerando in un unico attacco fatiche, lavoro e passione di un’intera vita. Instancabile e formidabile camminatore, il lupo si muove sempre in cerca di nuovo sangue e carne fresca, uccide e fa strage per istinto, lasciando gran parte del predato ancora intero a volte mortalmente ferito sul terreno.
Questa è la vera natura del lupo, tanto amato e osannato in questa nostra società sempre più confusa e malata, affetta da perniciosa opulenza che non sembra conoscere da dove venga il pane. Il lupo non è affatto il capro espiatorio che paga, come viene asserito nel testo della petizione, per le presunte inadempienze dei contadini allevatori, ma una presenza insidiosa inconciliabile con l’esercizio della pastorizia, con cui non è né giusto né possibile convivere.
Salute, benessere e crescita dei greggi, così come il benefico e salutare effetto esercitato sul territorio montano e pedemontano, sono legati a doppio filo alla libera e estensiva pascolazione degli armenti sui fondi patriziali a tali scopi adibiti. Questi secolari e primari diritti non sono in vendita, né tanto meno barattabili con il ritorno dei grandi predatori.
Olindo Vanzetta, Biasca