Nel contesto di una situazione non particolarmente felice in varie località alpine, specie in Svizzera, il settore turistico ticinese sta affrontando un momento complesso, con risultati nel medio periodo al di sotto della media delle mete paragonabili e delle sue stesse potenzialità. Per rilanciare il turismo in Ticino in questa fase resa ancora più incerta dal corso del cambio tra franco ed euro, dalla sempre maggiore concorrenza e da altri fattori critici, emerge in particolare la necessità di migliorare l’integrazione tra le diverse regioni turistiche ticinesi, di rinnovare l’offerta (ottimizzando anche il potenziale delle località extra-urbane) e di ridurre la dipendenza dalla stagionalità. È questo, in sintesi, il quadro delineato dall’ultimo Rapporto destinazione elaborato dall’Osservatorio del turismo dell’USI, unità di ricerca dell’Istituto di ricerche economiche (IRE) che, su mandato cantonale, registra e analizza le dinamiche del turismo ticinese.
Il Rapporto destinazione è un’analisi a 360° della piazza turistica ticinese realizzata annualmente dall’O-Tur. Sulla base dei dati, vengono individuati punti di forza e di debolezza della destinazione, comparandola con altre realtà concorrenti o più in generale paragonabili. Lo scopo è fornire agli attori privati e alle autorità pubbliche elementi e suggerimenti utili per sviluppare, nel contesto dell’importante processo di rinnovamento già intrapreso, nuove strategie ancorate alla realtà dei fatti.
L’edizione 2015 del Rapporto è stata pubblicata oggi insieme al nuovo numero della newsletter dell’O-Tur che, nell’editoriale di Stefano Scagnolari, evidenzia come il rafforzamento della competitività turistica del Ticino vada perseguito seguendo diverse strade. La newsletter presenta, inoltre, alcune considerazioni relative all’importanza per il turismo del settore dei trasporti, elementi emersi nel corso dell’appuntamento annuale confronTi-turismo organizzato dall’IRE. Infine, vengono riportati alcuni spunti di riflessione relativi a un fenomeno attuale e sempre più importante per il settore dell’accoglienza: la sharing economy.
Le debolezze del Ticino turistico
Le principali fragilità strutturali evidenziate dal Rapporto destinazione 2015 si confermano il trasporto pubblico, il traffico, l’inquinamento e la cementificazione (con il relativo riflesso negativo anche a livello di immagine), la mancanza di attività in caso di maltempo, la presenza di strutture vetuste, la difficoltà di contatti tra turisti e residenti, una carenza di attrazioni di primo livello (come musei o monumenti particolarmente famosi) e la marcata stagionalità.
A queste si aggiungono, in una prospettiva gestionale, una cooperazione non ottimale tra i diversi attori e – in una prospettiva di concorrenzialità – le criticità legate alla bassa produttività, ai costi più elevati e ai prezzi più alti, problema aggravato dal rafforzamento del franco sull’euro in seguito all’abbandono del cambio fisso.
I punti forti
I punti forti del Ticino, che a livello potenziale non avrebbe molto da invidiare alle destinazioni concorrenti o più in generale comparabili, sono notoriamente il paesaggio, il clima, l’enogastronomia, lo shopping, l’eterogeneità dell’offerta, la presenza di siti UNESCO, gli eventi di portata internazionale come il Festival del film Locarno e, su tutti, l’unicità del “mix” tra swissness (intesa come destinazione caratterizzata da un’elevata qualità e sicurezza) e dimensione mediterranea.
Tutti per uno, uno per tutti
Proprio questa unicità è la carta principale da valorizzare per invertire una tendenza che, negli ultimi anni, ha visto tutte e quattro le regioni ticinesi (Bellinzonese e Alto Ticino, Lago Maggiore e Valli, Luganese, Mendrisiotto e Basso Ceresio) offrire risultati al di sotto delle possibilità. In questo senso, risulta fondamentale promuovere una destinazione Ticino unitaria nelle sue diversità, con una maggiore integrazione tra le regioni che si focalizzi sulla percezione, sui desideri e sui comportamenti dei visitatori (i dati evidenziano, ad esempio, un elevato tasso di mobilità dei turisti all’interno del cantone), più che sulle delle delimitazioni organizzative. Ad esempio, attrazioni come i Castelli di Bellinzona e – in potenza – il LAC di Lugano vanno concepiti come vettori per tutto il cantone.
Più in generale, le unicità delle singole regioni sono da promuovere sottolineandone il legame con le altre e sviluppando maggiormente e più strategicamente pacchetti che uniscano diverse esperienze possibili in diverse zone del cantone, così da delineare il Ticino come una destinazione unica al mondo dove, grazie a quattro regioni differenti che lavorano sinergicamente, è possibile soddisfare un’amplissima gamma di desideri turistici.
Questa operazione passa anche dal potenziamento turistico delle zone extra-urbane attraverso un rinnovo delle strutture, progetti di valorizzazione del territorio (come il Parc Adula e il Parco del Locarnese) e di nuove attrazioni (come l’idea della pista da ghiaccio più lunga del mondo ad Ambrì), nonché attraverso un’offerta più ampia di turismo sportivo e d’avventura e di turismo legato ai temi della sostenibilità e del contatto con la natura, che capitalizzi meglio il potenziale del paralberghiero (in calo in Ticino, ma in crescita a livello di tendenza globale).
L’importanza delle zone extra-urbane
In questo contesto si inserisce l’analisi svolta dall’O-Tur relativamente alle zone extra-urbane presenti nelle diverse regioni turistiche ticinesi.
Per la prima volta, infatti, il Rapporto destinazione 2015 propone una disamina focalizzata sull’andamento delle presenze nelle aree che non fanno riferimento alle principali città, catalizzatrici della domanda turistica nel territorio. In Ticino la tendenza è a un interesse maggiore per le città e a una diminuzione dei pernottamenti nelle zone extra-urbane. Sfavorite dalla geografia, il loro rilancio passa – come accennato – per la valorizzazione del territorio, il rinnovamento delle strutture e l’accrescimento dell’offerta di sport e turismo sostenibile.
Una sintesi di ulteriori aspetti analizzati nel rapporto – situazione più nel dettaglio, mercati di provenienza, analisi delle singole regioni e altro – è disponibile nella versione online di questo comunicato. Il rapporto nella sua interezza è invece disponibile all’indirizzo: http://www.otur.usi.ch/it/procedure-valutazione.