Il problema era noto, molto noto, ma si è sempre fatto finta di niente. Abbiamo personalmente seguito un nostro figlio per ca. una decina d’anni nel gioco del calcio. Sempre il clima era tesino, ma quasi mai violento, se non alcune frasi pesanti all’indirizzo di arbitri e avversari. Tre anni fa circa, la squadra di mio figlio era nel sottoceneri e abbiamo assistito a scene incompatibili con la pratica dello sport. L’allenatore degli avversari gridava ai suoi giocatori epiteti perché non abbastanza violenti negli interventi. Contestava, bestemmiava, per poi essere espulso dal campo. L’unico problema che il campo era delimitato da una rete metallica a tre metri dal gioco. Ebbene lo stesso ha continuato con il suo atteggiamento antisportivo all’indirizzo degli arbitri e dei propri giocatori, per finire in “buttateli a terra quelli lì”. Scena che mi ha molto colpito tanto che anche sugli spalti i genitori, alcuni di essi, istigati hanno iniziato una breve baruffa sedata poi dalla saggezza di altri genitori che si sono allontanati velocemente senza reagire. Era un segnale. Stessa scena su un campo del Sopraceneri la settimana successiva. Scrissi un articolo sul tema sul mio giornale online ETiCnforma.ch, sono di natura contro la violenza in generale e ancora di più nel mondo sportivo giovanile, inviando il link dello stesso alla Federazione cantonale di calcio. L’unico risultato una telefonata dell’allora presidente che mi diceva come il tema fosse noto ma che si può fare. Avevo chiesto interventi severi e esemplari. Nulla di tutto ciò. Forse non si voleva contrariare società “forti” o chissà “che poteri oscuri”, o forse, più probabile, si è pensato che questo “rompi palle” chissà cosa ha visto. Non se ne è fatto nulla ed oggi ecco che il bubbone è scoppiato. Che si sia toccato qualcosa che non si poteva toccare. Di fatto una giornata senza calcio e poi tutto tornerà come prima, perché signori miei, seguite le partite delle giovanile… volano bestemmie, genitori esagitati e come volete chi i figli giocatori si comportino bene se gli esempi sono quelli che vi abbiamo descritto. Forse sarebbe ora di cambiare marcia e di esaltarsi un po’ meno. Abbiamo seguito una conferenza tenuta da un responsabile degli allenamenti (già allenatore di prime squadre Ticinesi) che assomigliava essere a militare. Quasi far passare per scemi i genitori perché non mettono come priorità lo sport e i risultati, tutto proteso verso ai risultati, dai piccoli in su. Va bene, di questo sport ne facciamo a meno perché forse proprio da qui partono poi quelle gesta che oggi vengono con tanto clamore (ipocrisia) denunciati. (Roberto Bosia)
(Volevo anche dire che le lettere (mail) inviati allora alla federazione sono nel nostro archivio.)