Mettiamoci una mano sul cuore e cerchiamo di non andare oltre confine a far la spesa. Mettiamoci una mano sul cuore e cerchiamo di favorire i ristoranti che offrono pietanze locali e nostrane oppure acquistiamo i prodotti della nostra tradizione per preparare pasti nostrani e casalinghi per chi non va al ristorante. Che le cose non vanno così bene lo si vede con i menu al ristorante. Menu che solo tre anni fa venivano offerti a 100 e più franchi ora si parla di una forchetta tra i 55 e gli 80 in media. Significa pure qualcosa. Noi abbiamo girato vari negozi dei centri commerciali e a prima “pelle” non ci sembra che siano assaltati di gente e che questa gente non acquisti poi così a vanvera. Dobbiamo renderci conto che regali inutili sono “stupidi” e proprio inutili. Regali utili sono quelli che servono per vivere, vestiti, libri, tecnologia (non troppa) e abbigliamento sortivo. Da tre settimane che ogni negozio propone merce scontata, altro sintomo che il commercio non funziona più. Gli impianti di sci sono fermi o vanno a bassi regimi, salvo Airolo e Bosco, perché manca la neve e sembra proprio che sarà un verde Natale. Dovremo assistere ai soliti piagnistei di chi ci “sguazza” con gli impianti invernali senza dirci le cifre esatte che ogni anno si perde e che per favorire i ricchi, solo i ricchi, tutta la popolazione dovrà mettere mano al borsino. non nascondiamoci e che non ci vengano a raccontare frottole certi personaggi; la crisi c’è e colpisce indistintamente la classe media, quella classe che fino a qualche anno fa era il motore della nostra economia. E’ un mondo che gira al contrario e noi vogliamo continuare a farlo girare diritto contro natura. Dobbiamo iniziare ad educare i nostri giovani che è finito il “bengodi” e che certi privilegi non esistono più. Occasione unica per riflettere durante il Natale, per mangiare quello che i contadini, nostri avi, mangiavano solo a Natale e per educare i nostri figli al voglio e posso non è più tema attuale. Forse se facessimo tutti un passo indietro e mettessimo mano al nostro cuore, molti milioni di franchi resterebbero in Ticino a favorire i nostri commerci che a loro volta avrebbero mezzi per assumere apprendisti e impiegati. Se andiamo oltre confine a fare la spesa non abbiamo il diritto di lamentarci che i datori di lavoro non assumono personale… d’altra parte i primi che devono mostrare coerenza sono proprio quei datori di lavoro che gridano a tutti di comperare da loro e loro, spesso e volentieri si recano oltre confine per i loro acquisti. In una società senza regole e dove il soldo scarseggia, tutti si sentono autorizzati a fare come vogliono, selvaggiamente, senza rendersi conto che fanno un male incredibile al nostro cantone. Spendendo da noi riusciremo a contenere l’effetto povertà e garantiamo a noi stessi e ai nostri figli un futuro almeno decoroso. Ma l’esempio viene dall’alto e qui l’esempio che ci viene dato è meglio lasciar perdere. Cerchiamo, nel limite del possibile di guardare nelle nostre tasche e in quelle del commerciante che vive vicino a noi. E’ una questione di coscienza e noi, a dispetto di molti altri che razzolano non come predicano, siamo coerenti per il bene del cantone.