1. Introduzione
Concetti innovativi come l’intelligenza artificiale, la robotica, ecc. si affermano con forza. La scuola è anch’essa coinvolta dalle trasformazioni dovute alla digitalizzazione. Le sole competenze applicative non sono però più sufficienti: appare ormai sempre più necessario che i giovani siano educati ad una più ampia comprensione dei processi informatici e tecnologici che pervadono ogni ambito della loro vita sia in senso positivo che negativo.
2. Quale lezione di Informatica?
Non è un caso che nei licei si sia deciso di introdurre l’informatica come materia obbligatoria. Gionata Genazzi, insegnante di questa disciplina, in un articolo (allegato) apparso nel marzo 2019, spiega però come occorra “assolutamente evitare, all’interno della nuova disciplina liceale, […] di cadere nell’insegnamento di ciò che sarebbe meglio chiamare ‘utilizzo del computer’, sia di indirizzare lo studio verso l’apprendimento di specifici processi aziendali. In altre parole, non dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi ad utilizzare particolari tecnologie [… ]. Un insegnamento impostato in questa maniera fornirebbe competenze utili solo nel breve periodo e che sarebbero in pochi anni obsolete, dato che le tecnologie particolari mutano molto velocemente. Ma il punto più critico è un altro: tale tipo di studio non fornirebbe ai nostri ragazzi le conoscenze per comprendere il mondo in cui vivono ed in cui vivranno, bensì li renderebbe esclusivamente dei consumatori di un qualcosa fuori da ogni loro comprensione”. Tale ragionamento va a nostro avviso trasposto anche, e soprattutto, alle scuole dell’obbligo.
3. Abbattere la disparità sociale che si manifesta nel gap tecnologico
Siamo convinti che solo con un’infrastruttura informatica orientata al futuro e a disposizione di tutti nel modo più democratico possibile, le nostre scuole cantonali dell’obbligo potranno soddisfare le esigenze della digitalizzazione e contrastare il digital divide che, proprio recentemente, l’isolamento dettato dalla pandemia ha dimostrato esistere anche alle nostre latitudini, e soprattutto proprio in ambito educativo. Per quanto questa mozione non è intesa in alcun modo a incentivare la didattica a distanza, se non per motivi strettamente sanitari, in quanto negativa da un punto di vista pedagogico oltre che social, è proprio la pandemia ad aver reso lampante – peraltro con un preavviso di tempo alquanto ridotto, quasi repentino – l’importanza di strumenti digitali al passo coi tempi e a disposizione di ciascun allievo. La scuola ibrida ha però posto il problema della democrazia dell’educazione, poiché vi sono allievi che dispongono di materiale obsoleto oppure in quantità limitata. E occorre qui intervenire in modo strutturale, al di là di misure puntuali come il noleggio o le promozioni di vendita.
4. Proporzione 1:1
Premesso, come visto poc’anzi al punto 2, che accanto all’acquisto di costose attrezzature informatiche si renda necessario elaborare un chiaro concetto pedagogico e una pianificazione concreta della formazione degli insegnanti; considerato tuttavia che gli strumenti informatici possono supportare al meglio le lezioni scolastiche solo se sono a disposizione di tutti gli allievi, personalmente e in qualsiasi momento; questa mozione propone di implementare nelle scuole del Secondario I una proporzione “1:1” fra allievo e apparechio digitale, di dotare cioè tutti gli allievi delle scuole medie di un dispositivo informatico personale nel giro di alcuni anni (ipoteticamente: un anno volto alla modernizzazione delle infrastrutture tecniche e relative gare di appalto; anni successivi per la formazione del personale insegnante e tecnico nonché per l’acquisto delle macchine).
Massimiliano Ay e Lea Ferrari per il Partito Comunista