Ci rendiamo sempre più conto come la politica sia affare di pochi, svezzati e guidati verso ideologie non proprie ma di altri fatte proprie. Strutture partitiche severe, i distretti, il comitato, l’assemblea, il comitatino direttivo, la commissione cerca, e chi più ne ha ne metta. Volere avvicinarsi alla vita sociale dei comuni, che è diverso che fare politica-partitica, se sei giovane e non hai i tutors puoi tanto mettere via l’idea. Guardiamo per delirio alcuni, molti, eletti in parlamento nelle scorse elezioni. Nei giochi dei distretti o quartieri ecco che vengono eletti i personaggi che più sono in vista e su cui i partiti puntano perché garantiscono la filosofia del partito o movimento stesso senza interpretazione personale dei soldatini. Facciamo un passo indietro e fermiamoci ai comuni. Qualche testa forte che gioca a “Monopoly” e se vuoi entrare devi fare atto di sudditanza a questi signori, che strano a dirlo sono anche tra i più ricchi, o presunti tali del comune stesso. Per cui le liste vengono fatte a tavolino dai notabili, mettendo le persone che si vogliono fare parte dei consessi e le altre tanto per riempire i numeri e portare quello o quell’altro partito ad avere numeri importanti. Poi ci troviamo consigli comunali di30 persone tra cui una decina decidono fuori da occhi indiscreti come votare e cosa votare. Gli altri dovranno solo guardare come alzano la mano i “tutors” e fare altrettanto. Il gioco delle sorprese o meglio ancora del pensare con la propria testa da cittadino semplice che vive il mondo reale diventa in questo sistema macchinoso praticamente assente dalla tematica comunale. Movimenti nati sull’onda di queste considerazioni sono diventati nel tempo ferruginosi e di carriera con una scala di priorità personali ben definite. Ci troviamo per cui nei comuni un’assenza totale di fantasia e creatività che permetterebbe una migliore sollecitazione delle necessità popolari con magari meno ferrea scrupolosità contabile. Ci troveremmo cittadini felici di far parte di una data comunità e non cittadini sconsolati e parte integranti di un sistema che non funziona, se non per alcuni con interessi loro privati. Il cittadino chiede semplicemente dei comuni a dimensione umana, dei comuni dove risiedere con la famiglia sia compatibile con l’economia reale, dei comuni che permettano innovazioni e dei comuni che siano tali in tutto e per tutto e che possano garantire posti di lavoro ai nostri giovani. Dei comuni attivi e meno amministratori ma creativi e che siano attrattivi verso altre popolazioni che abbiano ad avere interesse nell’insediarsi stabilmente. Conoscendo molte realtà dei comuni di montagna, delle valli, piccoli comuni con tanta potenzialità, non espressa o soffocata da un sistema tecnocratico che non lascia spazio a nessuna iniziativa privata, se non con l’avvallo delle autorità, constatiamo e sanciamo il fallimento totale del nostro sistema politico-partitico. Sia ben chiaro che questo sistema come scritto, dovrebbe garantire un certo benessere, cosa che effettivamente esiste, con una certa libertà di espressione (votare) ma che purtroppo ti impone di seguire un sistema in cui gli ingranaggi devono interagire in un certo sistema. Se un ingranaggio non si incastra a meraviglia, tutto il sistema viene messo in discussione e per evitare che questo ingranaggio non crei difficoltà lo si annienta con qualsiasi mezzo a diposizione, tanto da poter riavviare la macchina partitica senza ulteriori sorprese. E’ sorpresa per gli amministratori comunali e cantonali quando si spera di trovare un posto di lavoro nel comune dove si vive, è sorpresa quando si vorrebbe vivere di turismo e nessuno fa niente per il turismo salvo investire in progetti megalomani che accontentano unicamente alcuni interessati, è sorpresa quando si chiedono trasporti gratis per i figli agli studi, è sorpresa quando si chiedono asili nido in quanto le mamme sono molte volte costrette di lavorare per arrivare a fine mese, è sorpresa il cittadino ragiona con la propria testa e via dicendo. Sarebbe quasi ora che i cittadini si coalizzassero tra di loro e si proponessero per la cosa pubblica. Peggio di così è garantito non si farà per cui vi è solo la speranza che qualcosa funzioni meglio. (ETC/rb)