Legge sugli assegni di famiglia del 18 dicembre 2008; modifica approvata dal Gran Consiglio in occasione della seduta del 16 dicembre 2015 (Messaggio 7121 Preventivo 2016)
Richiesta di correttivi
Signor Presidente Pagani,
Come citato in apertura, il 16 dicembre il Gran Consiglio ha approvato una modifica della legge sugli assegni di famiglia che sconvolge non poco l’assegnazione degli Assegni di prima infanzia e degli assegni integrativi
A causa delle conseguenze, a volte molto drammatiche, di questa riforma è nata una pagina di autoaiuto in Facebook “Assegno Prima Infanzia Assegno Integrativo” dove, tutti coloro che sono a beneficio di questi assegni, hanno la possibilità di chiedere lumi, dato che dagli uffici preposti le risposte sono evasive, del tipo “Dovete rivolgervi all’assistenza” o “Purtroppo è la legge e dobbiamo applicarla”, senza calcolare gli innumerevoli cambi di funzionari senza un avviso.
E le persone in difficoltà che vi fanno capo sono molte, perché per molti cittadini non è facile addentrarsi nelle leggi, nei singoli articoli, e devono fare salti mortali per capire da che parte voltarsi.
Abbiamo visitato la sua pagina internet e con piacere abbiamo letto che è una persona molto sensibile per quanto riguarda le tematiche concernenti la famiglia. Svolge volontariato con gli anziani, ammalati, ed è attivo nella protezione dell’infanzia, nonché le preme in particolar modo la crisi della famiglia e si auspica che il nostro Cantone possa divenire un posto ancora migliore dove vivere, lavorare e crescere tutti assieme.
Pertanto, considerando la sensibilità della sua persona nei confronti della famiglia, e il suo ruolo istituzionale, con la presente vorremo portare alla sua attenzione la grave situazione venutasi a creare con la decisione presa dal Parlamento contenuta nel Messaggio 7121 Preventivo 2016 e più precisamente alle pagine dalla 26 alla 28 e alle pagine 91 e 92 (che alleghiamo in copia).
Innanzitutto troviamo corretto ripercorrere un momento di breve cronistoria sulla creazione di questi assegni a favore delle famiglie.
In data 11 giugno 1996 (su proposta iniziale di Pietro Martinelli) questi assegni sono stati introdotti in qualità di misure di sostegno della politica familiare proprio con l’intento di dare un sostegno a tutte quelle famiglie con bambini, le quali si trovassero in difficoltà.
Anche la Convenzione sui diritti del fanciullo, ratificata dalla Svizzera il 24.02.1997, entrata successivamente in vigore il 26.03.1997, nel Preambolo sancisce quanto segue:
“Rammentando che nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo le Nazioni Unite hanno proclamato che l’infanzia ha diritto ad un aiuto e ad una assistenza particolari.”
“Convinti che la famiglia, unità fondamentale della società ed ambiente neutrale per la crescita ed il benessere di tutti i suoi membri ed in particolare dei fanciulli, deve ricevere la protezione e l’assistenza di cui necessita per poter svolgere integralmente il suo ruolo nella collettività.”
“Riconoscendo che il fanciullo, ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione.”
Inoltre sul sito del Cantone ( www.ti.ch/infofamiglie) per assegno integrativo e prima infanzia viene detto esplicitamente che:
• “L’assegno integrativo copre il fabbisogno dei figli che non hanno ancora compiuto i 15 anni (spese riconosciute della famiglia meno tutti i redditi), quando i genitori non hanno mezzi sufficienti per assicurare loro l’indispensabile.”
• “L’assegno di prima infanzia copre il fabbisogno dell’intera famiglia, quando i figli (almeno uno) hanno un età inferiore ai 3 anni.”
Con la vostra riforma avete creato una situazione drammatica e pesante a moltissime famiglie in Ticino, famiglie che senza alcun avviso da parte dell’Ufficio preposto, si sono ritrovate dall’oggi al domani con gli assegni ridotti drasticamente (alcuni casi fino a quasi Fr. 3’000.– in meno), ma con le stesse spese dei mesi precedenti, e dopo il taglio addirittura sono state costrette ad indebitarsi nell’attesa di una risposta da parte dell’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, e questo ovviamente non per causa delle famiglie.
Queste famiglie sono messe al lastrico da questa decisione, con affitti da pagare, bollette in aumento, e la preoccupazione di come poter sfamare la famiglia, e quando si chiede ai funzionari di riferimento dell’Ufficio assegni su come venire a capo di questa situazione la risposta è sempre la stessa: “Purtroppo la legge è questa, dovete fare richiesta di assistenza!”.
Anche il Tribunale Federale ha recentemente sentenziato con sentenza 2C_750/2014 del 27 ottobre 2015 (anche se per un caso di stranieri) che gli assegni integrativi e prima infanzia introdotti dalla Legge ticinese sugli assegni di famiglia dell’11 giugno 1996 sono misure di sostegno della politica familiare e servono a coprire il costo aggiuntivo di un figlio, il loro obiettivo è quello di creare, nei casi di ristrettezza economica, le condizioni materiali atte a favorire l’educazione del bambino, evitando che il genitore, o i genitori siano costretti dalle loro precarie condizioni economiche a rinunciare ad accudire i loro figli secondo le loro aspettative.
Il rischio coperto dagli assegni integrativi e di prima infanzia non è il “rischio povertà”, ma che la scelta di avere uno o più figli possa provocare o aumentare la povertà, sia perché genera costi aggiuntivi, sia perché induce un genitore che vuole dedicarsi personalmente alla cura del bambino nei primi anni di vita a diminuire o addirittura abbandonare la propria attività lucrativa. Ovviamente non sono concepiti come ultima ratio per superare un periodo di emergenza / crisi, ma si prefiggono di garantire un reddito minimo commisurato alla composizione del nucleo famigliare, in altre parole compensano gli oneri famigliari.
Pertanto non sono assolutamente da paragonarsi all’assistenza sociale, in quanto non devono creare debito a carico delle famiglie! Mentre il vostro taglio a questi assegni crea proprio tutto questo, proprio per il fatto che a causa dei tagli i cittadini sono costretti a rivolgersi all’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento, indebitandosi con lo Stato, e questo indebitamento prima o poi dovrà essere saldato dal cittadino / genitore, creando un circolo vizioso.
Abbiamo preso ad esempio le leggi sugli assegni a far stato al 2003, al 2008 e quella attuale al 2016 e, come potrà appurare personalmente (a parte i requisiti modificati per la richiesta API) il paragrafo seguente ai requisiti è quasi simile, ma con modifiche molto sostanziali nel 2016.
Potrà anche appurare che il famigerato Reddito ipotetico che viene inserito dal 01.01.2016 esisteva già come applicazione nel 2003 così come nel 2008, ma non è mai stato preso in considerazione, cosa che stranamente però viene reso tassativo grazie all’approvazione del Messaggio Preventivo 2016, e la nuova legge (dal 2003 al 2016) recita così:
2003 – Assegno integrativo – Assegno prima infanzia
Assegno prima infanzia
“Al genitore che non esercita un’attività lavorativa o ne esercita una solo a tempo parziale, senza giustificati motivi, è computato un reddito ipotetico. Sono considerati giustificati motivi la malattia, l’infortunio, la disoccupazione e la cessazione dell’attività lucrativa indipendente per motivi equiparati al fallimento secondo le condizioni poste dal regolamento dell’applicazione (articoli 51 a 55).”
2008 – Legge sugli assegni di famiglia (del 18 dicembre 2008) 6.4.1.1 (BU 2009)
Capitolo Terzo
Assegno di prima infanzia
“Se l’unità di riferimento è costituita, oltre che dal titolare del diritto anche da membri di cui alla Laps e nessuno svolge un’attività lucrativa a tempo pieno o ne svolge una solo a tempo parziale, senza giustificati motivi, a questi è computabile un reddito ipotetico pari al guadagno di un’attività a tempo pieno da lui esigibile.”
2016 – Estratto normativa IAS Assegni familiari
Punto 2.2 Assegno prima infanzia
“Se l’unità di riferimento è costituita oltre che dal titolare del diritto dal partner convivente e nessuno di questi esercita un’attività lucrativa a tempo pieno o ne esercita una soltanto a tempo parziale, a questi è computato un reddito ipotetico pari al guadagno di un’attività a tempo pieno da lui esigibile.”
Come potrà notare il reddito ipotetico c’era già nel 2003 ma mai attuato, dal 2008 al 2016 si è tolto il “senza giustificati motivi” per poter attuare il taglio, ma purtroppo i giustificati motivi sono lì da vedere guardando le entrate che una famiglia ha e le spese che deve sostenere (chiaramente non i lussi, ma l’indispensabile per vivere dignitosamente), e non ci sembra per nulla corretto che per attuare un taglio si proceda in questo sistema e sempre sui più deboli o chi già è in difficoltà, del tutto anticostituzionalmente, tagliando nel sociale.
Piuttosto sarebbe più opportuno punire gli eventuali abusi e prevenirli facendo controlli più approfonditi delle singole situazioni!
Infatti nella Costituzione della Repubblica e Canton Ticino ci sono diversi articoli che sono stati violati nei confronti delle famiglie indigenti, gradiremmo elencarglieli qui sotto con, di seguito, anche il nostro punto di vista:
Art. 6 Tutela della dignità umana
2 La dignità umana è inviolabile
La dignità umana della singola persona e della famiglia con questi tagli è stata totalmente calpestata
Art. 13 Diritti sociali
1 Ogni persona nel bisogno ha diritto ad un alloggio, ai mezzi necessari per condurre un’esistenza
conforme alle esigenze della dignità umana e alle cure mediche essenziali.
Condurre un’esistenza conforme alle esigenze della dignità umana è compromessa in quanto con
questi tagli avete creato danni patrimoniali alle famiglie (indebitamento del nucleo familiare per dover
ricorrere all’’assistenza sociale) non a loro imputabili, e anche danno esistenziale per quello che
queste famiglie sono costrette a vivere e subire moralmente giorno dopo giorno dal 1 gennaio 2016
(danni perseguibili per legge se dimostrabili).
Art. 14 Obiettivi sociali – Il Cantone provvede affinché:
d) i bambini possano disporre di adeguate condizioni di sviluppo e le famiglie vengano
sostenute nell’adempimento dei loro compiti
Mettendo in crisi finanziaria e creando una situazione debitoria non computabile alla famiglia
cadono anche le adeguate condizione di sviluppo dei bambini (genitori tesi per la situazione,
malumore in famiglia, rottura dell’armonia famigliare, stati d’ansia), ambiente certamente non
consono per lo sviluppo di un bambino di qualsiasi età.
Ritornando alla modifica attuata chi non ha nessun entrata oltre agli assegni, ad esempio famiglia bi-parentale dove la moglie / convivente resta a casa per accudire il figlio in quanto neonato e non autosufficiente o semplicemente perché viene allattato unicamente al seno perché non accetta altri metodi di nutrimento o per il piacere di occuparsi e di far crescere il proprio figlio personalmente; il marito / convivente non ha attività lucrativa in quanto iscritto all’URC ma ha terminato le indennità (seppur rimanendo iscritto all’URC) e non riesce a trovare uno sbocco lavorativo o svolge attività a tempo parziale perché non riesce a trovare altro, nella calcolazione viene imposto d’ufficio un reddito ipotetico (che ovviamente nessuno dei 2 genitori percepisce) secondo tabelle settoriali e chiaramente, pur essendo un reddito ipotetico, viene calcolato come entrata, pertanto agli assegni API vengono effettuati tagli addirittura fino a Fr. 2’900.—mensili (dato reale e documentabile in caso le necessiti!) dove prima del taglio avevano diritto a Fr. 3236.— API con aggiunta di una settimana di disoccupazione restante (Fr. 582.– netti) per un totale complessivo di Fr. 3’818.– circa di API più Fr. 563.– di AFI per un totale di circa Fr. 4’381.–, ora con la vostra nuova legge approvata hanno diritto tra AFI e API a Fr. 1’460.— mensili grazie proprio al reddito ipotetico creando un buco nelle entrate di Fr. 2’921.–, i quali servirebbero per i pagamenti e il sostentamento della famiglia.
La famiglia in questione presa d’esempio ha un affitto di Fr. 1’430.– mensili, pertanto se dovessero pagare l’affitto avrebbero Fr. 30.— per poter dar da mangiare al proprio figlio e mangiare loro per tutto il mese, senza calcolare ulteriori spese in quanto non possedendo un automobile devono far capo ai mezzi pubblici, pertanto crediamo che, in tutta onestà, con un importo simile è veramente impossibile vivere, di conseguenza si pagano tutte quelle bollette che sono sostenibili e che permettano allo stesso tempo di poter nutrire il figlio o i figli, anche perché noi adulti qualche pasto possiamo saltarlo, ma i bambini non devono vivere certe situazioni.
Inoltre per noi genitori non sarebbe facile spiegare ai nostri figli chi è responsabile di questa situazione, perché non si può spiegare un taglio simile ad un bambino, e quindi noi genitori dobbiamo fare i salti mortali per poter dare ai nostri figli ciò di cui necessitano, e sempre noi dobbiamo portare sempre un sorriso sul volto (seppur talvolta falso confronto al nostro stato d’animo) nei loro confronti per non far trapelare la nostra sofferenza e la nostra preoccupazione per questa situazione che avete creato.
Purtroppo come detto dai vostri funzionari dell’Ufficio assegni dobbiamo rivolgerci all’Ufficio del sostegno sociale e dell’inserimento per farci aiutare, peccato purtroppo che dall’inoltro della richiesta all’arrivo della decisione passano mesi, e di conseguenza i debiti si accumulato sempre più, e la faccia per giustificare ai creditori il mancato pagamento è sempre la nostra!
Inoltre le risposte dei funzionari dell’Ufficio assegni, del tipo “Non possiamo fare niente, è la legge”, di sicuro non ci aiuta a acquistare pappine, in caso di bimbi piccoli, o quanto comunque necessario ai nostri figli, e questo da noi cittadini / genitori in questa situazione non è più tollerabile.
Oltre a tutta questa situazione ci sono famiglie dove uno dei due coniugi o convivente è in possesso del permesso B e questo comporta un ulteriore preoccupazione alla famiglia, dato che se viene fatta la richiesta di prestazioni assistenziali, c’è la possibilità della revoca dello stesso, pertanto ci sono famiglie che fanno domanda vivendo nel terrore di ricevere la notifica di revoca vedendosi disintegrare la propria famiglia ;proprio per questo motivo ci sono famiglie timorose che non richiedono aiuto all’assistenza cercando di sopravvivere con quei pochi soldi rimanenti dagli assegni AFI/API.
Famiglie che percepivano assegni integrativi permettendogli di vivere ora si ritrovano senza questi assegni nonostante lavorano e vivono qui come tutti noi. Purtroppo ci sono situazioni dove tutti e due i genitori hanno il permesso B e si sono ritrovati dall’oggi al domani senza più un centesimo nemmeno per fare la spesa, le lascio immaginare quale tragica situazione debbano subire queste famiglie.
Concludendo Signor Presidente Pagani, sicuri della sua sensibilità sul tema Famiglia, saprà sicuramente mettersi nei nostri panni ed esporre e dimostrare ai suoi colleghi del Parlamento quanto da noi esposto, e la invitiamo veramente di cuore a voler sollecitare tutte le istanze competenti a disporre soluzioni alternative che non siano l’assistenza sociale (conseguente ulteriore indebitamento della famiglia), che siano soluzioni rapide ed efficaci ad aiutare tutti quei cittadini / genitori che sono in questa situazione gravissima!
Ci permettiamo pertanto anche di allegarle, oltre al resto, a sottoscrizione di quanto sopra esposto una tabella contenente i nomi e cognomi, domicilio e firma di tutti quei genitori disperati e cittadini sensibili alla tematica e favorevoli al mantenimento di questi assegni credendo nell’importanza fondamentale della famiglia nel nostro Cantone chiedendo cortesemente di voler tendere una mano nei confronti delle famiglie, in segno di aiuto, solidarietà e rispetto di quanto la Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino sancisce, in tutta la sua stesura, tra Stato e cittadino.
Voglia gradire, lodevole Presidente Pagani, i nostri migliori saluti.
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