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Care amiche, cari amici, buona domenica!
Nelle prossime settimane Tinyletter, la piattaforma gratuita che utilizziamo per mandare questa Newsletter, cesserà di esistere. Ma naturalmente non cesserà di esistere il nostro appuntamento domenicale. Appena avremo trovato un degno sostituto, vi comunicheremo tutte le informazioni (sarà anche l’occasione per darci una rispolverata magari)!
Nel frattempo un buon corteo “asciutto”. E questa sera ci si vede al Carnevale di Sonvico-Dino….
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia non poteva non cominciare con l’evento musicale della settimana. Mentre vi scriviamo alcuni di voi saranno un po’ assonnati perché avranno passato la lunga notte in attesa di conoscere il vincitore di Sanremo. Noi non per snobismo, ma solo perché non siamo così tanto appassionati di musica, abbiamo letto questa mattina che la vincitrice è Angelina Mango. Oltre a ciò ad appassionarci sono sicuramente i numeri “economici” di questa importantissima manifestazione. Partiamo precisando che c’è tendenzialmente una certa riservatezza sulle cifre. Tuttavia qualcosa possiamo dire. Sappiamo che i rimborsi spese previsti per i 30 cantanti in gara si aggirano attorno ai 55 mila euro (52 mila CHF), che quindi fanno una cifra di circa 1.6 milioni di euro (1.5 milioni CHF). Pur essendo una gara, tuttavia, la vincitrice non guadagnerà nessun premio in denaro: ciò che le frutterà saranno le opportunità che nascono dalla vittoria come gli introiti dalle vendite discografiche, l’aumento della popolarità mediatica, social inclusi, e la possibilità di rappresentare l’Italia all’Eurovision Song Contest. Tra i costi non possiamo dimenticare l’onorario del presentatore Amadeus che dovrebbe aggirarsi attorno ai 500 mila euro (470 mila CHF), quello dei co-conduttori delle serate a cui dovrebbero essere versati attorno ai 25 mila euro a serata (125 mila euro, circa 120 mila CHF). Retribuzioni più alte sarebbero state riservate agli ospiti speciali come Travolta, Ramazzotti e Cinquetti; si parla di un milione di euro per il ballo del Qua Qua di John Travolta (940 mila CHF). A tutte queste cifre bisogna aggiungere 1.6 milioni per il teatro dell’Ariston (1.5 milioni CHF). Insomma, comprendiamo che oltre alla musica si parla di un grande giro di affari. Ma naturalmente non ci sono solo i costi, anzi.
Si stima che i ricavi pubblicitari e da sponsorizzazioni siano stati di almeno 60 milioni di euro (56 milioni CHF); a questi se ne aggiungono una ventina di indotto sul territorio. Leggiamo inoltre che le tariffe per i passaggi pubblicitari variano da circa 36 mila euro (CHF 34 mila CHF) con punte fino a quasi due milioni (1.9 milioni CHF). Insomma, cifre sicuramente ragguardevoli. Oltre a queste entrate ci sono quelle vere e proprie collegate con i biglietti per assistere allo spettacolo: i prezzi variavano da 100 euro (95 CHF) per i posti in galleria ai 730 euro (700 CHF) per quelli più ambiti nelle serate più importanti. Dagli spettatori sono stati incassati quindi oltre 2 milioni di euro (1.9 milioni CHF). Alla fine tirando le somme, il festival di Sanremo costa alla Rai o meglio ai cittadini che versano il canone circa 18-20 milioni di euro (17-19 milioni CHF), mentre i guadagni solo per la Rai si aggirano attorno ai 60 milioni di euro (57 milioni CHF). In aggiunta è innegabile che ci siano milioni di benefici per i comuni che ospitano questa importante manifestazione. A questo punto grande lealtà intellettuale, possiamo sicuramente dire che gli oppositori del festival non possono di certo lamentarsi dei costi: questo evento (unito naturalmente al canone) consente sicuramente all’ente pubblico di finanziare centinaia di programmi che altrimenti non sarebbero realizzati.
E chiudiamo con alcune notizie non troppo positive sul fronte dell’occupazione in Svizzera. In questa settimana sono stati pubblicati i dati relativi al tasso di disoccupazione. Il leggero peggioramento non ci ha particolarmente stupiti perché i segnali del rallentamento economico erano nell’aria da diverso tempo. In effetti, il tasso di disoccupazione calcolato secondo il metodo della Segreteria di Stato dell’economia (SECO), ossia contare tutti gli iscritti presso gli uffici regionali di collocamento e rapportarli alla popolazione attiva, è salito nel mese di gennaio al 2.5% (in dicembre del 2023 era al 2.3%, mentre l’anno prima al 2.2%). Il dato del Cantone Ticino è invece più alto e segna un 3.1%, in crescita di 0.2 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0.1 punti percentuali rispetto all’anno prima. Purtroppo non è tanto la percentuale a preoccuparci, quanto le notizie che giungono dal fronte dell’economia reale. Negli scorsi giorni, in effetti, abbiamo letto di importanti ristrutturazioni con conseguenti tagli di posti di lavoro da parte di molte aziende: tra queste segnaliamo Roche, Migros e UBS. Speriamo che le cose migliorino.
E restiamo nel mercato del lavoro. Sostenendo che in “Svizzera: le macchine non ci ruberanno il lavoro” affrontiamo il tema dell’automazione e delle sue conseguenze sul mercato del lavoro. L’ufficio federale di statistica attraverso la rilevazione sulla ripetitività e sull’autonomia dei compiti svolti in ambito professionale, stima il rischio di essere sostituiti dai macchinari. In Svizzera fortunatamente è più basso che altrove. M ancora più interessante è scoprire che già Adam Smith nel 1800 individuava nella ripetitività del lavoro la fonte primaria per scoprire nuovi macchinari che potevano alleviare le fatiche umane.
Trovate qui gli articoli della settimana
Svizzera: le macchine non ci ruberanno il lavoro
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Non è ancora tempo di andar per mare
L’inflazione sta passando, ma le cose non vanno benissimo
Previsioni a tinte fosche per l’economia elvetica
La Svizzera si oppone alla violenza di genere
Il Ticino sempre più un’economia sussidiata dallo Stato
La crisi mondiale si manifesta nelle nostre esportazioni
120 secondi
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L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
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Svizzera: le macchine non ci ruberanno il lavoro
Non è ancora tempo di andar per mare
L’inflazione sta passando, ma le cose non vanno benissimo
Previsioni a tinte fosche per l’economia elvetica
La Svizzera si oppone alla violenza di genere
Il Ticino sempre più un’economia sussidiata dallo Stato
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante
L’economia con Amalia by Amalia1978