Quando sentiamo che mancano donne manager, che le quote rosa non sono rispettate, che ai posti di comando ci sono meno donne che uomini, un po’ ci viene da sorridere. Tutti questi movimenti di femminismo passato non hanno più un grande senso di esistenza . Se invece iniziamo ad approcciarsi che le donne che fanno stesso lavoro degli uomini, a qualsiasi livello hanno stipendio diverso allora ci associamo a questa giusta rivendicazione, che non dovrebbe neppure essere tale in quanto è grave che ad oggi si discutono ancora queste disparità. Ma la donna è molto più che semplice oggetto di statistica per permettere a certi movimenti e partiti di marciare su temi anacronistici, dimenticandosi, a volte a proposito, che la donna prima di essere manager è mamma. Ecco tutte quelle persone che parlano di quota rosa e via dicendo, di diritti ai posti chiave e tutto il resto, sono la maggior parte di sinistra, se poi analizziamo sono al saldo di varie amministrazioni pubbliche, per cui fanno di tale argomento un tema politico e di propaganda elettorale. Sarebbe, a mio avviso molto più intellettualmente onesto affermare che la situazione lavorativa delel donne va migliorata ma tenendo presente che vi sono donne, preparatissime, con titoli di studio universitari che decidono per loro scelta di… fare la moglie e la mamma.
Si si desse maggior spazio a questa necessità naturale e a questo desiderio intimo di ogni donna che desidera fare esclusivamente la donna, la nostra società sarebbe di certo migliore. E a tutte quelle persone che sbraitano rivendicando tot posti manageriali per le donne, venisse in mente una volta tanto che la famiglia tradizionale, papà, mamma e figli è ancora il luogo privilegiato di espressioni libera e personale, forse la festa della donna assumerebbe i connotati di vera festa di riconoscimento per la donna e non la solita rivendicazione sinistroide demodé che non serve più a nessuno. Se poi la donna, liberamente sceglie la carriera certo che allora i diritti e le opportunità di carriera devono essere le medesime rispetto i maschietti. Il problema da affrontare è molto più ampio e va ad abbracciare anche un mondo del lavoro difficile, una vivere economicamente per una famiglia molto difficile e molte volte, le donne vanno al lavoro non per una rivendicazione sessista ma semplicemente per necessità, per tirare a campare con la propria famiglia. Naturalmente dopo il lavoro hanno l’educazione dei figli, la casa il marito e via dicendo. Partiamo allora da questo livello a sensibilizzare la missione di essere donna, cercando di far capire ai mariti / compagni che la donna ha bisogno di supporto, di aiuto anche nelle faccende più elementari, perché il sacrificarsi della donna è unico e va assolutamente osannato e festeggiato. A queste donne in particolare vola il pensiero di festa della donna e cerchiamo di trovare delle soluzioni, anche economiche, che permetta alla donna che vuole fare la moglie e mamma di poterlo fare senza avere l’assillo economico di far quadrare i conti alla fine del mese. Ma la politica langue a questi livelli, anche perché le nostre parlamentari donne, quando sono in Gran Consiglio, hanno l’asilo nido per i loro figlioletti gratis pagato dai contribuenti. Capite benissimo che in queste condizioni quadro difficilmente le donne stesse troveranno supporto da donne in carriera. Terminiamo con un augurio a tutte le donne e con una questione a cui lasciamo libera la risposta ad ognuno di noi: Preferiamo una società con tante mamme che fanno le mamme e che accudiscano ai figli crescendoli con sani principi o preferiamo donne in carriera e mamme che “depositano” i figli a tate varie solo per soddisfare il loro egoistico senso di voler lavorare e dimostrare a chi non si sa le loro capacità? (ETC/rb)