Ieri alle 14, all’Auditorium FEVI, e stato trasmesso il film in prima mondiale intitolato La Princesa de Francia dell’argentino Matías Piñeiro.
Il giovane regista è nato in Argentina nel 1982, ha studiato e lavorato come insegnante di regia e storia del cinema alla Universidad del cine di Buenos Aires. Nel 2011 si è trasferito negli USA dove ha seguito il programma di Fellowship del Radcliffe Institute alla Harvard University e ha ottenuto un master in belle arti alla New York University. La sua filmografia è composta da quattro film (l’ultimo è appunto “La Princesa de Francia) e un corto. Il suo secondo film Todos Mienten è stato selezionato nel 2009 a Locarno nel Concorso Cineasti del presente, quest’anno invece concorre assieme ad altri sedici registi al Concorso internazionale.
I suoi ultimi tre film fanno parte di un progetto shakesperiano di cui Matías sta già sviluppando altre parti: Hermia & Helena sarà il suo primo film in lingua inglese.
Il Concorso internazionale vedrà quindi concorrere diciassette lungometraggi provenienti da tutto il mondo, realizzati da giovani registi pronti ad oltrepassare le frontiere regolate dai generi e dall’industria.
La giuria è formata dal regista italiano Gianfranco Rosi (presidente), dal tedesco Thomas Arslan, sceneggiatore; dalle attrici brasiliana e danese Alice Braga e Connie Nielsen, e infine dal regista cinese DIAO Ynan.
I premi attribuiti oltre al prestigioso Pardo d’oro saranno: Premio speciale della giuria, Pardo per la miglior regia, Pardo per la migliore interpretazione femminile e Pardo per la migliore interpretazione maschile.
Chissà se sarà proprio Matías Piñeiro, con questa sua pellicola, ad aggiudicarsi uno di questi premi? Lo scopriremo sabato prossimo.
LA PRINCESA DE FRANCIA, di Matías Piñeiro
Colore, 70’, Argentina 2014.
Con Julian Larquier Tellarini, Agustina Muñoz, Maria Villar.
Al centro di questo film c’è Victor un regista di teatro che torna da un viaggio di un anno all’estero per riprendersi la vita che aveva dovuto abbandonare dopo la morte del padre. Con la sua ex compagnia teatrale vuole realizzare un nuovo progetto: un radiodramma di Pene d’amor perdute di Shakespeare, una commedia alla quale stavano già lavorando prima che lui partisse.
Ad attenderlo ci sono cinque donne, cinque attrici tutte legate a lui per qualche ragione: Paula, la sua ragazza, che gli ha giurato fedeltà ma che in realtà lo tradisce; Ana, la sua amante, che ha sempre dubitato del suo amore; Natalia, la sua ex, convinta che lui la ami ancora; Lorena, l’amica della ex, in attesa di una mossa ambigua da parte di lui; infine Carla, una completa sconosciuta, sarà lei il suo prossimo vero amore?
Victor si renderà presto conto che lavorando con tutte e cinque non avrà scampo e dovrà per forza pensare e riflettere sui suoi amori perduti.
Questo film è per il regista un progetto che coinvolge pienamente la sua vita quotidiana: la musica, la letteratura, il teatro, l’arte e il radiodramma sono tutti elementi presenti che non hanno un senso stretto ma che il regista considera come “oggetti” autonomi che creano una sorta di rapporto sia tra di essi che tra il regista, il film e gli attori: la cartolina di un quadro di Bouguerau diventa la sceneggiatura del film, la musica di Shumann invece ne diventa l’epilogo. Tutto quello che ha aiutato il regista a lavorare è stato inserito dallo stesso nel film rendendolo così personalizzato.
La parola dà una musicalità e un ritmo al film, è usata come un elemento creativo, racconta una storia e permette allo spettatore di essere attirato verso un dialogo del quale dovrà cercare di coordinare tutti gli elementi per trovare una soluzione.
Questa è pellicola che spesso con ironia mostra un’orchestra di voci e di vita fuori dal realismo.
Per chi volesse vedere o replicare la visione de La Princesa de Fancia potrà farlo questa sera alle 23:15 a La Sala.