Prendiamo spunto dalla conferenza stampa di presentazione del “Requiem op. 48” di Robert Schumann e “Mottetti op. 110 e op. 74” di Johannes Brahms che si terrà il 25 marzo 2016 in cattedrale a Bellinzona, dove ad una nostra domanda relativa agli indotti economici di un concerto simile, ci è stato risposto dalla sig.ra Denise Fedeli, Direttore artistico-amministrativo dell’Orchestra della Svizzera italiana “che la cultura prima di portare indotto economico porta con se un indotto sociale non indifferente”.
L’Osi per esempio, e tanti altri gruppi permettono di avvicinare la gioventù alla mentalità della cultura, levando dalle strade molti giovani, e non solo, che altrimenti rischierebbero di diventare casi sociali, con costi enormi per la socialità. Oltre a questa funzione importante, dove la mentalità deve essere assolutamente cambiata e si deve promuovere con investimenti pubblici la cultura sotto ogni forma essa sia, non vedendola come una spesa ma come un investimento a medio-lungo termine a favore delle generazioni a venire. Spetta anche ai politici, è qui forse la maggior difficoltà, nel far comprendere come i costi generati dalla cultura sono a medio termini un risparmio di milioni nell’ambito sanitario. Avvicinarsi alla cultura ed approcciarsi in maniera differente e non elitaria, è uno delle missioni più delicate e importanti a cui sono chiamati gli amministratori attuali. In termini economici è appurato che un franco speso per la cultura porta di regola cifra d’affari di fr 2.-, anche perché, e questo è il caso dell’OSI, ma come OSI di tanti altri, i loro componenti, che a volte provengono dall’estero, sono tutti residenti in Ticino, pagando tasse e facendo circolare la loro massa monetaria. L’OSI stessa si appoggia a ditte locali per i trasporti, per gli allestimenti e via dicendo, senza dimenticare che i suoi componenti, quando si spostano a lavorare di musica, mangiano e a volte pernottano, generando sempre indotto.
In conclusione si può affermare che vi è ancora poca sensibilità verso la cultura, ritenendola elitaria e per pochi, quando così non è. La cultura, in ogni sua forma, rafforza e modella i caratteri delle persone, ragione per la quale si invitano le autorità comunali e cantonali a voler investire maggiormente nella cultura affinché sia un movimento popolare e un antidoto ai mali della società moderna. Questo anche per evitare che molti dei nostri talenti, devono volare via dal territorio esprimendo le loro eccellenze in altri luoghi e pertanto esportando il valore culturale in esso esistente.
Altri investimenti milionari, più eclatanti perché più presenti negli usi e costumi, vengono effettuati a volte a cuor leggero, senza che vi sia un ritorno né di immagine e tanto meno finanziario corrispettivamente agli investimenti effettuati. E qui pensiamo a quegli investimenti legati alle mode del momento e a situazioni speciali, che da anni generano passivi senza che permettano un’educazione sociale verso il territorio e tanto meno verso le tradizioni. Che sia forse da rivedere tutto il sistema degli investimenti in ottica futura?
ETiCinforma.ch/Roberto Bosia
Nella foto OSI al LAC