L’utlizzo di una tecnologia brevettata dall’Istituto di Ricerca in Biomedicina (IRB), basata su scoperte del Prof. Antonio Lanzavecchia, primo direttore dell’IRB dal 2000 al 2020, porta proventi che migliorano le disponibilità finanziarie dell’Istituto in un momento cruciale, dando ulteriore spinta agli sviluppi in corso. Questa tecnologia, acquisita in licenza dalla società Humabs BioMed SA (spin-off dell’IRB poi divenuta una partecipata di Vir Biotechnology) è stata utilizzata per scoprire l’anticorpo monoclonale Sotrovimab, efficace nel trattamento della COVID-19 e commercializzato, dove approvato, con il nome di Xevudy da GlaxoSmithKline (GSK). Sui proventi realizzati dal gruppo Vir/Humabs, l’IRB ha maturato royalties che hanno finora generato ricavi straordinari pari a circa 12 milioni di franchi svizzeri. Questo importante risultato è anche il frutto della strategia implementata negli anni da IRB in materia di tutela della proprietà intellettuale. I ricavi netti da brevetti, sulla base delle regole di gestione dell’IRB ed in linea con la prassi universitaria in materia di trasferimento tecnologico in Svizzera, sono a favore della gestione corrente dell’Istituto nella misura di un terzo, mentre i restanti due terzi sono vincolati al finanziamento delle attività di ricerca del laboratorio che ha generato i brevetti e degli inventori.