Rustici ticinesi e inflessibilità dell’autorità federale
I rustici presenti sulle montagne del Ticino sono testimonianze della storia e della cultura. Il loro recupero e la valorizzazione, nel rispetto della legislazione edilizia, trasmettono alle future generazioni parte della cultura del passato, e mantengono vive e pulite le montagne ticinesi. Un abbandono genera solo effetti negativi per il territorio e le prossime generazioni. Si può onestamente riconoscere che nei decenni scorsi qualche eccesso negli interventi edili c’è stato, ma si deve pure riconoscere che la stragrande maggioranza dei rustici ticinesi è stata trasformata con attenzione e rispetto per le caratteristiche tipologiche originarie. Il tutto a vantaggio di un paesaggio piacevole, ordinato e decoroso che caratterizza le montagne ticinesi.
Le autorità comunali e cantonali ticinesi cercano di applicare il quadro normativo vigente con buon senso e nell’interesse generale per un recupero decoroso del patrimonio costruito, ma sono ostaggio delle sistematiche opposizioni dell’ARE che contesta ad esempio marginali innalzamenti dei muri perimetrali e adattamenti delle finestre, piccole sistemazioni esterne (muretti in sasso, terrazze, tavoli in materiali locali), vani per lo stoccaggio, la ricostruzione di parti di edificio crollate a seguito del parziale degrado naturale della struttura e la posa di canali di gronda. Si tratta di limitazioni assurde, al limite dello zelo amministrativo, che disincentivano il recupero degli stabili e spingono all’abbandono delle strutture.
1) Come valuta il Consiglio federale l’attuale situazione di aperto conflitto in materia di rustici tra l’Ufficio federale (ARE) e le autorità cantonali e comunali ticinesi?
2) Le opposizioni sistematiche depositate sui vari progetti sono frutto di analisi puntuali o un approccio generico volto a fermare la volontà di recuperare e vivere la montagna?
3) Quante opposizioni sono state inoltrate nel 2020 e nel 2021?A quanto ammonta il costo annuale medio dei mandati attribuiti per l’inoltro dei ricorsi federali?
4) L’approccio dell’Ufficio federale non risulta essere eccessivo, sproporzionato e inadeguato alle peculiarità del patrimonio immobiliare storico in questione?
5) L’inflessibilità nell’applicazione dell’art. 39 dell’OPT è proporzionata o mira di fondo ad impedire ogni risanamento con il degrado che ne consegue? Non è opportuna una revisione del quadro normativo vigente?
Marco Romano