Come prima emozione subito all’occhio balza la partecipazione bassissima. Un cittadino su due se ne è fregato altamente di andare a votare, e non va certamente addebitata totalmente la colpa ai cittadini. Abbiamo vissuto una campagna vuota, fatta solo di slogan e prese in giro alla popolazione. Abbiamo assistito a candidati che da anni siedono in parlamento e chiedono il voto per un cambiamento. Ma se non hanno cambiato in questi anni nulla se non contribuito a peggiorare la situazione della popolazione, con che coraggio si sono presentati pretendendo la fiducia di chi ormai è completamente sfiduciato.
Il dato della partecipazione dovrebbe far chinare gli addetti ai lavori e agire di conseguenza, oppure è una strategia di certi partiti, rendere piatta la campagna, in maniera di allontanare la gente dal voto e operare allora senza alcuna opposizione popolare. Un altro dato che dovrebbe far riflettere in particolare i partiti storici, è il voto senza intestazione. Un buon 20% dei 50% che hanno votato non si identificano più nei partiti, segno evidente che i partiti e le loro strutture sono obsolete e non rispondono più ai bisogni della gente. I partiti sono solo delle macchine organizzative per permettere ad alcuni di farne parte con vantaggi o presunti tali.
Detto ciò, sarebbe già abbastanza per archiviare questa votazione come una vergogna della politica canton ticinese.
Invece di tante parole su abbiamo vinto, abbiamo perso però il progetto è valido, siamo arrivati terzi ma fuori dal governo con una super prestazione, abbiamo una donna in Governo (a che prezzo) e via dicendo, sarebbe ora che i vari politici si cospargessero di cenere e iniziassero con umiltà a riprendere in mano il destino di questo cantone. Di promesse ad ogni votazione ne sentiamo sempre e queste promesse non vengono quasi mai mantenute. Fortuna per i vari politici, specie quelli navigati che il popolo ha memoria corta.
Ma veniamo a considerazione sulla votazione del Consiglio di Stato: nulla è cambiato salvo l’entrata in Governo di una donna socialista dal nome molto “pesante”. Per garantire questa entrata, il PS ha allontanato ogni eventuale pericolo di sorpresa. Il risultato è davanti a tutti: una sconfitta partitica sonora che costerà molto caro. Il PS per garantire un nome ha sacrificato lotta interna e dunque competizione, perdendo una valanga di voti. Arroccarsi in questo sistema da un segnale di debolezza e di poca sicurezza nei propri mezzi. Ha vinto Vitta, premiato dalla popolazione per il suo operato, probabilmente durante la pandemia, e per le sue posizioni pacate in considerazione di un periodo difficilissimo. Gobbi ha fatto una buona votazione, Zali si è riconfermato mentre il grande sconfitto è il candidato UDC che non è riuscito ad entrare in Governo. Vorremmo sapere cosa ha speso questo candidato, il che ci dà la misura di cosa sia la politica. De Rosa ha ottenuto un buon risultato, sebbene il suo dicastero sia stato uno di quelli messo in tensione sia per il Covid e poi per i vari aumenti dei premi di cassa malattia.
Nel parlamento qualcosa è cambiato, maggior frammentazione dei partiti, dove sconfitti nettamente la Lega con 4 parlamentari in meno attestandosi sul 15%. La perdita della Lega ha premiato la vittoria dell’UDC con un +2, mentre il Centro ha mantenuto le posizioni. I liberali perdono 2 seggi, il PS ha contenuto le perdite con un solo seggio in meno.
Chi ha perso e chi ha vinto? Ha perso la Lega e ha vinto Avanti/Ticino lavoro di Amalia Mirante che entra in parlamento con tre parlamentari a soli 3 mesi dalla loro costituzione.
Che dire di più, vari volti nuovi ma ancora troppi parlamentari di vecchio corso.
Tecnicamente si dovrà aspettare per vedere come si svolgeranno i lavori in parlamento, ma questa frammentazione non porterà tanto giovamento per snellire i lavori.
Possiamo confidare nella coscienza di chi sarà eletto, ma non ci facciamo alcuna illusione. Già dalle interviste rilasciate ci rendiamo conto di come nulla cambierà. Poveri noi!
Speriamo di essere smentiti ma i temi sui banchi sono sempre gli stessi, sempre più gravosi per la gente e sempre senza soluzioni, perché forse non si vogliono prendere le soluzioni. Ci fa paura come alcuni parlamentari già stanno valutando come tagliare le spese della socialità a favore delle caste.
Da una campagna moscia non potevamo certamente aspettarci grandi innovazioni.
Una grande vergogna è la tempistica per ottenere i risultati. In altri cantoni dopo 8 ore erano già conosciuti gli eletti mentre da noi ci sono voluti ben 36 ore. Tra l’altro siamo andati a verificare i risultati sul sito del cantone e alle ore 20’00 il sito non funzionava. Questo è il Ticino che veramente ci delude ogni volta di più.