Facebook è la vetrina specchiata della politica cantonticinese. Ogni tanto mi permetto, in punta di piedi, rispondere con osservazioni contraddittorie ai post di esaltazione per uno o per l’altro candidato. Quando va bene ricevo dell’illustrisismo. Mi diverto poi a guardare i profili e mi rendo conto della pochezza di certi personaggi, che sembra siano fanatici per uno o per l’altro candidato. Avranno sicuramente ricevuto piaceri e per cui sono sudditi di questo o quell’altro. Fanatici ad occhi chiusi, li chiamerei gli hooligans nostrani di personaggi in lizza che a mio modo di vedere non hanno nessuna progettualità a favore della popolazione, se non loro stessi sudditanza a grandi gruppi economici, e chi ha capito ha capito. Divertente poi vedere cosa fanno nella vita quelli che occupano i socials con le loro osservazioni, con ogni probabilità scritte dai loro capi, solo per cercare di promuovere questo o quel candidato.
Lo so, molti sono sottomessi psicologicamente da loro situazioni personali. Mi capite che se un padre di famiglia con due figli si permette di dire ciò che pensa, come minimo viene redarguito se non licenziato e in questo cantone per lui inizierà un’odissea di sottomissione e di pulizia radicale della sua personalità se vorrà ancora trovare lavoro.
Un mondo triste, di gente sottomessa e di gente, poca ma potente, che sottomette. Se poi osi controbattere a certi argomenti, apriti cielo, sei un cafone, un cretino, un asino quando ti va bene.
Povere persone vuote di idee e colluse con altri che per interesse loro sottomettono i cittadini con promesse e magari concedendo loro qualche bricciolina. Si fanno i “selfi” con i loro capi ideologici come se fosse chissà che avvenimento fati fotografare con un candidato cantonticinese.
Ma più poveri ancora i candidati che permettono o addirittura assoldano questo reggimento di fanatici e sottomessi a perorare le loro candidature.
Se invece di questi galoppini, i candidati proponessero progettualità a favore della popolazione, non avrebbero bisogno dei galoppini o ambasciatori (parolone ironico), perché la gente avrebbe argomenti di valutazione per votare uno o l’altro candidato. Ma nessuno, ripetiamo nessuno dei candidati in lizza ha fatto ciò che ha promesso. Infatti sono gente già presente a Berna e non ci sembra che in questi ultimi 8 anni le cose siano migliorate per la gente. No, assolutmente no.
Ma allora di cosa parliamo se il 90 % della popolazione ha paura di dire quello che pensa per le conseguenze a cui potrebbero incontrare, se il 50 %, sempre per la stessa paura, non va a votare e se ne lava le mani e solo il 10% forse pensa con la propria testa. Ma lo sappiamo tutti che il 10% non fa democrazia e che l’economia è più forte del libero pensiero. E allora che votiamo? Non meriterebbero che perdiamo tempo nel gesto di votare, perché, a mio modo di vedere, non ci hanno mai rappresentati, non ci rappresentano e tanto meno ci rappresenteranno. Ma siamo cittadini Svizzeri e come tali dobbiamo recarci a votare, magari una bella scheda bianca senza nomi, per far capire che stiamo male, non arriviamo a fine mese e che questo andazzo ci stà sugli attributi, quelli che noi che lavoriamo per arrivare a fine mese li abbiamo, mentre loro peccano e di molto.
Il mio cervello è la chiave che mi rende libero (Mago Houdini)
USIAMOLO IL CERVELLO NELLE URNE MICA CI POSSONO VEDERE COSA VOTIAMO, o almeno spero che non abbiano piazzato telecamere anche lì…
Nota bene: questa è una mia opinione personale che viene da dentro, potete essere d’accordo o meno, io non cambio certo la mia posizione, perché mi sento libero nel pensiero e nella vita e non ricattabile da nessuno.(Roberto Bosia/ETC)