No all’iniziativa contro i forfait fiscali se vogliamo evitare un aumento delle imposte del ceto medio!
Tutti noi paghiamo le imposte secondo il reddito e la sostanza. Questa è la regola. Come ogni regola prevede però eccezioni: i cittadini stranieri che vengono in Svizzera per la prima volta e non vi esercitano un’attività lucrativa possono a certe condizioni essere tassati con un forfait, cioè con una somma di denaro calcolata dagli ispettori secondo le spese che essi sostengono per il loro stile di vita (cosiddetto “dispendio”). E’ una possibilità che in Svizzera esiste dal 1934 e che fu introdotta dal Canton Vaud già nel 1862, quale scelta di ordine pratico: si trattava di agevolare la procedura di tassazione alle autorità fiscali e non, come sostenuto dai fautori dell’iniziativa, di privilegiare una determinata categoria di contribuenti. L’esperienza aveva infatti mostrato che era praticamente impossibile determinare la situazione finanziaria di un contribuente straniero i cui redditi erano conseguiti all’estero.
L’imposizione forfettaria però infastidisce qualcuno, in particolare a sinistra. Così 103’012 cittadini hanno firmato un’iniziativa per proibirla. Tra pochi giorni potremo dire la nostra nel segreto dell’urna. L’iniziativa fa leva sul sentimento della disparità di trattamento e porta, come oggi va di moda, un nome accattivante: “Basta ai privilegi fiscali dei milionari”. Chi la sostiene è persuaso che l’imposizione forfettaria sia contraria al principio dell’uguaglianza. Un facoltoso svizzero soggetto a imposizione “ordinaria” può infatti pagare più imposte che uno straniero in analoga situazione economica tassato in modo forfettario.
È vero: una disparità c’è! Il tennista elvetico Wawrinka può risultare svantaggiato rispetto a un suo collega straniero che decide di vivere in Svizzera. La questione che dobbiamo porci è però un’altra: vogliamo davvero perderci in simili discussioni oppure vogliamo capire se possibili differenze fiscali tra tennisti plurimilionari possono essere giustificate dall’interesse dei cittadini comuni mortali che senza questi ‘globalisti’ si troverebbero a dover pagare più imposte?
Nel 2012 le persone soggette all’imposizione forfettaria in Svizzera sono state 5’634, per entrate fiscali di quasi 700 milioni di franchi (di cui 325 per i cantoni e 178 per i comuni). Più dei tre quarti di questi “globalisti” vivevano nei cantoni di Vaud, Vallese, Ginevra e Ticino. In Ticino nel 2012 877 contribuenti hanno pagato 72 milioni CHF, in media 82’000 CHF a testa. Vogliamo davvero che se ne vadano? E poi il Ticino non è Zurigo e nemmeno Ginevra! La tipologia di questi stranieri è diversa: il loro gettito fiscale medio è da noi 82’000 franchi contro i 160’000 di Zurigo e i 220’000 di Ginevra. Zurigo nel 2009 ha proibito l’imposizione forfettaria e metà di questi contribuenti se ne sono andati. Grazie alla sua forza economica ha potuto ammortizzare la fuga. Ma in un Ticino meno cosmopolita l’incognita è oltremodo aperta: chi compenserà i 72 milioni di franchi (il 3,7% dell’imposta sulle persone fisiche) che questi stranieri generano, dando una boccata d’ossigeno alle zoppicanti casse cantonali? Non dimentichiamoci infine che i globalisti spendendo grosse cifre per beni e servizi e contribuiscono a mantenere più di ventimila impieghi. Oltre che alle imposte essi versano quasi mezzo miliardo di franchi sotto forma di donazioni e sponsoring, in particolare per attività culturali ed economiche nella regione in cui abitano. Insomma, restiamo con i piedi a terra se vogliamo disporre di risorse sufficienti per far funzionare lo Stato. Votiamo NO a quest’iniziativa moralmente accattivante ma perniciosa!
Ignazio Cassis, Consigliere nazionale