In uno studio internazionale sul tema del gioco d’azzardo al femminile la Svizzera è rappresentata dalla ricerca ticinese di Anna Maria Sani
Bellinzona. Lo studio condotto da Anna-Maria Sani del Gruppo Azzardo Ticino – Prevenzione e dell’Istituto di Ricerca sul Gioco d’Azzardo rappresenta il contributo svizzero alla pubblicazione internazionale intitolata Gambling Disorders in Women: An International Female Perspective on Treatment and Research, presentata a Londra il 12 settembre.
La ricerca di Sani comprende un’analisi della differenza di comportamento tra giocatori uomini e giocatrici donne. Un tema, quello della differenza di genere, sul quale si sta dibattendo a livello internazionale e sul quale la ricerca condotta in Ticino ha apportato un contributo.
Lo studio si basa su dati raccolti tra il 2007 e il 2014 nei Casinò di Mendrisio, Lugano e Locarno nell’ambito dell’esclusione volontaria dal gioco. L’esclusione volontaria è un contratto stipulato tra il giocatore e il Casinò, in cui il giocatore si impegna a non accedere alla sala per un determinato periodo di tempo. L’obiettivo principale è di permettere un autocontrollo sul proprio comportamento. La ricerca ha quindi valutato lo strumento dell’esclusione volontaria per la clientela femminile, presentando un’analisi quantitativa sul caso studio dei Casinò in Canton Ticino.
«I risultati della ricerca hanno mostrato che i criteri di gioco problematico e patologico diminuiscono tra chi ha richiesto due o più esclusioni volontarie rispetto a chi si esclude volontariamente per la prima volta – spiega Anna-Maria Sani – l’esclusione ripetuta nel tempo ha dunque una funzione di protezione della ricaduta e aiuta a sviluppare un maggior controllo e consapevolezza sul proprio comportamento di gioco. Questo risultato dovrebbe motivare le case da gioco a promuovere maggiormente l’esclusione volontaria come strumento per mantenere un gioco controllato. Dai colloqui di riammissione effettuati nei casinò è inoltre emerso un approccio all’esclusione molto diverso nelle donne rispetto ai giocatori uomini. Le donne sono molto più orientate alla percezione intima della situazione di gioco e alle emozioni ad essa correlate. Per le loro è importante mettere a disposizione un momento di ascolto del mondo interiore ed emotivo, aumentando così la fiducia e l’efficacia della sensibilizzazione proposta. Abbiamo inoltre potuto constatare che, anche nel nostro paese, le fasce di età più presenti tra le donne giocatrici sono quelle dai 41 ai 50 anni (38%) e dai 51 ai 60 anni (24%). Un dato importante è che la maggior parte di queste giocatrici richiedono l’esclusione volontaria per motivi preventivi. Vedono quindi questo come uno strumento utile a prevenire comportamenti potenzialmente problematici, mentre solo per una piccola percentuale si tratta di uno strumento di effettivo controllo su un problema già esistente. Un dato che dimostra che il programma di esclusione volontaria nei Casinò ticinesi viene utilizzato anche da giocatori sociali. Sicuramente la buona informazione alla clientela sui programmi di esclusione da parte dei Casinò svizzeri ha un ruolo importante per la prevenzione ed andrebbe senza dubbio incentivato» conclude Sani.
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