Analizzare la stagione di questo Ambri si deve partire da lontano. Dai Rokets e da dove proviene il suo allenatore. Cereda e diciamo subito che a nostro avviso il fautore di una stagione buona, ottima rispetto le ultime, va ascritto in buona parte proprio a lui, il coach. E’ vero che anche Duca ha svolto un buon lavoro ma il cesellare i giocatori e l’ambiente in cui hanno lavorato, di certo Cereda ci ha messo del suo. Se a inizio stagione tutti parlavano di salvezza e si parlava di Play-out, sulla lunga scia delle passate stagioni, qualcosa poi è successo. Il gruppo ha fatto il gruppo, ancora una volta merito di Cereda, nessuno ha alzato la cresta e tutti hanno lavorato bene. Poi per raggiungere i Play-off oltra al duro lavoro sono anche coincise situazioni speciali. Pochi ferimenti, un acquisto che si è rivelato strepitoso, parliamo di Jiri Novotny che da subito ha assunto il ruolo di leader seguito dai suoi. Poi la vittoria di molti match per un solo gol di differenza quando negli anni passati succedeva esattamente il contrario. Queste vittoria di inizio stagione hanno dato morale e grande motivazione a tutti, e è risaputo che quando la squadra ha fiducia in se stessa tutto diventa più facile. La cavalcata di questa squadra è stata costante, pochi momenti difficili e pochisismi ferimenti, questo ha permesso di creare le condizioni quadro per raggiungere l’agoniato Play-Off. Dal profilo prettamente sportivo, l’Ambri ha fatto un grande passo verso l’alto, giocandosela sempre fino in fondo e mai mollando anche quando il risultato era sfavorevole, girando molte partite con questa volontà e unione del gruppo. Chiedere di più da questi giocatori sarebbe stato difficile, in quanto la squadra stessa non ha molto talento, ma la perseveranza nel lavoro e la costanza di impegnarsi per tutti i 60 minuti. Un impegno oltre il 100% che è andato a compensare proprio la poca talentuosità del club. Abbiamo un tecnico che sempre ha fatto dopo le partite delle analisi molto oneste, che criticava i suoi senza indugio quando riteneva necessario e elogiandoli in occasione di gesta importanti.
La dirigenza non ci è piaciuta per niente; quel continuare a “piangersi” addosso quando era chiaro che il club aveva cambiato il suo obiettivo e non solo salvarsi ma arrivare, finalmente, ai play-off. Il continuare a dichiarare di ricordarsi da dove vengono, di continuare a lamentarsi che HCAP è un club povero senza mezzi. Questa favoletta non tiene ed è anche diminutiva per il club stesso. L’Ambri quest’anno ha raccolto cosa ha seminato, perché ha lavorato bene, con un coach capace e anche quel pizzico di fortuna che aiuta gli audaci. Continuare a far pesare che sono un club di montagna, povero e che quasi il posto nella massima serie sia quasi dovuto di diritto, fa male allo sport e ripetiamo non è dignitoso per una dirigenza che di certo ha lavorato molto per ottenere tutto questo.
Il vizio di continuarsi a lamentarsi è stato fatto proprio anche dalla tifoseria che sembrava a volte dopata e non più razionale nel valutare le partite stesse. Comprensibile da una parta, perché per anni frustrati con risultati veramente difficili, però ci si attende anche un po’ di buon senso e la capacità di discernimento e di relativizzazione dello sport stesso, che non è l’ombelico del mondo. E’ evidente che dopo anni di purgatorio e quasi inferno, toccare il paradiso fa piacere ai tifosi, i quali non hanno avuto un comportamento sempre corretto, tanto che il club è stato chiamato a pagare molte migliaia di franchi in multe, quando evitando questo si permetteva al club di avere ulteriori risorse.
I giocatori si sono tutti distinti. Una palma sopra le aspettative il portiere Konz che da solo ha salvato parecchie partite. Giovani inseriti, è qui la magia di Cereda ha contato molto, hanno permesso di sopperire alla tecnica con il grande entusiasmo. Gli stranieri poi hanno dato un enorme contributo all’economia della squadra, basti pensare a Kubalik capocannoniere di tutta la Lega, citiamo Zwerger che in copia con Kubalik hanno fatto magie vere nei primi due mesi, il già citato Novotny che è salito in cattedra sia in pista che nello spogliatoio, per andare su Trisconi che ha fatto vedere di che pasta sia e sarà un giocatore che darà tantissime soddisfazioni al suo coach. Non vanno dimenticati anche gli altri che nelle loro possibilità hanno contribuito non poco all’ottenimento dell’ottimo risultato.
La nuova pista ha anche fatto molto parlare, sebbene ad oggi manca ancora l’ok di un istituto di credito. A proposito della pista non ci è piaciuto per niente il quasi obbligare i comuni della valle a finanziare la pista con capitali importanti, che verranno a mancare alle risorse comunali per eventuali altri investimenti ben più mirati e a favore di tutta la popolazione. Lo abbiamo dichiarato allora e continuiamo ad essere contro a questo metodo emotivo-illusorio nel voler chiedere soldi a tutti, in particolare al settore pubblico. Abbiamo anche vari dubbi, che l’operazione pista possa a medio-lungo termine essere portato a fine e vorremmo allora che chi ha quasi costretto i comuni a dare fideiussioni o crediti, nel caso qualcosa non funzionasse, pagasse di persona come pagassero tutti quei consiglieri comunali che hanno votato a favore di queste regalie senza nessuna garanzia di un rientro dei soldi pubblici donati… Sarà il tempo a dirci se noi vediamo giusto oppure, e lo speriamo, la pista sia effettivamente un’operazione vincente. Se non lo fosse ribadiamo il concetto che chi ha chiesto i fondi e chi li ha accordati dovranno passare alla cassa e che non sia come sempre la comunità a sopportare eventuali disavanzi milionari. E quando si parla di ricadute economiche, frase che sentiamo da oltre un ventennio, che lo si dimostri con cifre alla mano e non con supposizioni campate in aria e suffragate da specialisti di parte.
Un nuovo Ambri si è affacciato in questa stagione, rendendo possibile un potenziamento della tifoseria, si parla di una media di 5500 tifosi a partita che sono la linfa e la garanzia di riuscita per il futuro. Viene troppo facile affermare che l’Ambri è l’unica squadra che ha letteralmente festeggiato l’uscita subito ai quarti dal campionato, ma la storia ci insegna che questi tifosi sono riconoscenti per quello che ha visto durante tutta la stagione. L’Ambri, bisogna dirlo forte, ha elargito e regalato emozioni vere ai propri tifosi, raggiungendo un ottimo risultato, viste le premesse, ma che nella globalità degli altri club, un buon risultato senza troppo eccellere.
Il futuro immediato: il club, la dirigenza, il coach e i giocatori vorranno riconfermare quanto di buono fatto. La partecipazione alla Spengler e alla Champions (5 in regular season e accettati alla Champions!) saranno sfide importanti che potrebbero rendere molto più difficile la riconferma dei risultati nel campionato. Ci vorrà di certo uno straniero in più, un roaster magari più numeroso e questo non sarà garanzia di conferma, vedi Zurigo e Lugano, la passata stagione finalisti e quest’anno lo Zurigo nei Play-Out e il Lugano che ha raggiunto i Play-off a fatica.
Di certo l’Ambri è una grande e bella realtà ancora piccola, ma di certo per mantenere il posto al sole ci vorranno ancora molti sacrifici e dedizione e sperare ancora un pochettino nella Dea bendata. Avanti tutta, il Ticino ha bisogno anche di un Ambri spavaldo, forte e un po’ spregiudicato… (ETC/rb)