Il 28 febbraio si voterà sull’introduzione della nuova Legge sull‘apertura dei negozi. Un timido aggiornamento per regolamentare e garantire alcuni aspetti fondamentali per noi commercianti!
Perché votare Sì?
Regolamentazione, non deregolamentazione!
La nuova Legge sulle aperture dei negozi, approvata dal Gran Consiglio il 23 marzo 2015, ha un solo e unico obiettivo: regolamentare in modo chiaro e semplice gli orari. Non porta con sé alcun peggioramento delle condizioni di lavoro per i dipendenti del settore. E nemmeno rappresenta un passo verso la deregolamentazione del settore stesso. È un insulto alla logica e all’intelligenza sostenere che una legge che stabilisce regole chiare per un settore economico possa avere l’obiettivo di deregolamentarlo! Se la Federcommercio perseguisse una “liberalizzazione delle aperture” non sosterrebbe questa legge ma, al contrario, cercherebbe di abolirla, lasciando che anche il settore del commercio sia sottoposto alle disposizioni della Legge federale sul lavoro. Legge che consente di principio l’occupazione del personale non fino alle 19, ma fino alle 23! Ma non è questo che i commercianti vogliono.
Le tesi demagogiche degli oppositori
Gli spauracchi agitati dagli oppositori, che hanno lanciato il referendum sul quale l’elettorato ticinese dovrà esprimersi il prossimo 28 febbraio, si fondano su tesi inconsistenti, su palesi menzogne e su argomenti demagogici. La nuova Legge cantonale non estende assolutamente le aperture domenicali generalizzate. Anzi, le limita a tre all’anno, contro le quattro autorizzate dalla Legge federale sul lavoro! La nuova Legge non introduce assolutamente una liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi. Anzi, li fissa entro limiti univoci e precisi: i negozi potranno restare aperti dal lunedì al venerdì tra le 6 del mattino e le 19, e il sabato tra le 6 e le 18,30. Codifica inoltre l’apertura del giovedì sera fino alle 21, in vigore da anni e che oggi più nessuno contesta. Attenzione, però: questa è una griglia di riferimento, all’interno della quale ogni negoziante potrà fare le sue scelte, aprendo quando più gli conviene. Non ci sarà alcun obbligo di aprire alle 6 di mattina o di chiudere alle 7 di sera! E nemmeno il giovedì alle 21. Come già, del resto, avviene oggi. La nuova Legge abolisce gli orari estivi e invernali, e regola in modo uniforme le situazioni “a macchia di leopardo” che si sono create in questi anni di incertezza e di caos, generando anche paradossali e inaccettabili disparità tra i negozi. La risposta a chi teme o denuncia un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti del commercio legato all’estensione dell’orario di chiusura serale di soli 30 minuti, sta nei fatti: già oggi il 42% dei lavoratori del settore è occupato in negozi che possono aprire fino alle 19, dal lunedì al sabato, e durante tutto l’anno; mentre l’81% lavora in negozi che beneficiano del medesimo orario, escluso il sabato, durante i mesi estivi. Questi sono i fatti. Tutto il resto è demagogia.