«La mia originalità (se questa è la parola giusta) è, credo, una originalità del terreno, non del seme. (Io forse non ho un seme mio proprio). Getta un seme nel mio terreno e crescerà altrimenti che in qualsiasi altra terra», appuntava Wittgenstein nei suoi Pensieri diversi.
Uno spunto, un piccolo ma energetico seme, che possa germogliare in maniere sempre nuove e diverse nel terreno di chi lo riceve. È così che ci immaginiamo questo spazio, questo virtuale appuntamento. Ed è per questo che abbiamo ribattezzato questa Newsletter – Semi.
Febbraio: Ahimsa, il gesto di unione tra nutrimento e consapevolezza
In presenza di chi è consolidato nella nonviolenza, l’ostilità viene abbandonata. Yoga Sutra Patañjali, II.35
Nel cuore dell’inverno, il nostro viaggio nel Lemmario prosegue con una parola-talismano che risuona come un invito al rinnovamento e alla cura: Ahimsa. Un concetto antico eppure profondamente attuale, radicato nella filosofia dello yoga e dell’ayurveda, che ci insegna come la non-violenza non sia solo un principio etico, ma una pratica quotidiana, una via concreta di trasformazione interiore ed esteriore.
L’ahimsa – dall’antico sanscrito hims (nuocere, ferire) con il prefisso privativo a – è il primo degli yama, le astensioni che regolano il nostro rapporto con l’alterità, indicate negli Yoga Sutra di Patañjali. In presenza di chi è saldo nella non violenza, l’ostilità viene abbandonata, recita il sutra II.35. Non si tratta solo di un principio di negazione, ma di una forza attiva, un’energia capace di trasformare il mondo attorno a noi.
Vyāsa affermava che chi dimora nella non-violenza genera uno stato di armonia tale da influenzare profondamente ciò che lo circonda: come san Francesco con il lupo, come i mistici che placano le belve feroci con la loro gentile presenza, così possiamo generare uno spazio di pace attorno a noi. Anche nella frenesia del tempo presente, ricondotta al qui e ora; anche tra le inevitabili imperfezioni di ogni giorno, possiamo scegliere di rendere la nostra cucina un luogo di ahimsa, vibrazione sottile che può essere percepita da tutti gli esseri viventi – un respiro condiviso, all’unisono.
Ahimsa in cucina: il cibo come atto di connessione
Abbiamo portato ciò che per noi è ahimsa sul palco di Identità future, l’edizione 2025 di Identità Golose. Chiamati ad aprire il ciclo di lezioni Identità vegetali, abbiamo dato voce a un’altra parola, che forse appartiene a una simile costellazione: risveglio. Risveglio che è assieme gesto quotidiano e inedito. Che per noi è portare sempre nuova attenzione, sempre nuova cura, alle azioni che compiamo, in cucina e non.
Per noi, la cucina è un linguaggio – tramite il quale possiamo far parlare la materia. Serve esercitare una grande attenzione, serve conoscere sempre più in profondità ciò che maneggiamo, perché la materia prima ci riveli i suoi racconti. Questa è un po’, del resto, l’artigianalità. E abbiamo provato a far parlare con voce nuova la tradizione nei due piatti presentati, La natura, in questo, è maestra sublime e Vulcano dorato – la prima, una meditazione sull’apparente banalità dell’insalata, che qui diventa omaggio al piccolo germoglio di pino e alla sua perseveranza come raccontato da Nietzsche nel suo Zarathustra; la seconda, una tatin di mele con la quale, invece che giocare al superamento della tradizione, scegliamo di radicarci in essa per darle nuovo lustro.
Anima della non violenza è certamente la gratitudine. E allora con gratitudine ricordiamo il nostro maestro, Pietro Leemann, e il suo maestro, Gualtiero Marchesi. Che diceva che la cucina è una scienza, e che sta al cuoco farla diventare un’arte. Un racconto che va oltre la tecnica, che chiede di imparare ad ascoltarne tutte le voci, tutte le intonazioni, le sfumature – ci richiede quindi un lavoro di introspezione, di pratica costante. E di grande curiosità, inesausta.
Questa, per noi, è la vera essenza dell’ahimsa. Siamo stati davvero felici delle domande ricevute, delle osservazioni condivise. E per mostrarvi tutto questo, e per ringraziarvi di ogni cosa, vi aspettiamo al Joia.
La Natura, in questo, è maestra sublime
La Natura, in questo, è maestra sublime