Artrust porta OZMO per la prima volta in Svizzera a Melano dal
Street Art Ways OZMO
25 novembre 2018 – 1 febbraio 2019
Presso Artrust SA
Via Pedemonte di Sopra 1, 6818 Melano CH
Dal lunedì al venerdì, dalle 13.30 alle 18. Sabato dalle 10 alle 18.
Apertura straordinaria domenica 25 novembre, 10-18.
INGRESSO LIBERO
Per maggiori informazioni:
www.artrust.ch/streetartways_ozmo
www.ozmo.it
instagram: @artrust_sa / @ozmone
Artrust porta OZMO per la prima volta in Svizzera
Dal 25 novembre a Melano, la nuova mostra nell’ambito del ciclo “Street Art Ways”
Dopo la mostra dedicata ad Andrea Ravo Mattoni, prosegue presso Artrust il ciclo “Street Art Ways” con l’artista OZMO, all’anagrafe Gionata Gesi, tra gli esponenti di spicco della scena artistica internazionale e tra i pionieri della Street Art in Italia. La mostra, allestita presso gli spazi espositivi di Melano (CH), sarà aperta al pubblico dal 25 novembre al 1 febbraio e presenterà al pubblico una sintesi della produzione “indoor” dell’artista, con diverse opere inedite e site-specific.
Presso Artrust a Melano, prosegue il ciclo di mostre “Street Art Ways”, inaugurato a settembre con la mostra dedicata ad Andrea Ravo Mattoni e nato con l’intento di approfondire l’opera di alcuni artisti contemporanei che, tracciando percorsi personali originali e innovativi, hanno aperto la strada a nuove direzioni di sviluppo per l’arte urbana. Il protagonista della nuova mostra, che aprirà i battenti il prossimo 25 novembre, sarà Gionata Gesi alias OZMO, esponente di spicco della scena artistica italiana e internazionale e tra i nomi storici del movimento della Street Art in Italia.
«Siamo lieti di poter accogliere OZMO nei nostri spazi, per la sua prima mostra personale in Svizzera – afferma Patrizia Cattaneo Moresi, Direttrice di Artrust – Grazie a lui potremo continuare il percorso iniziato con Ravo, nel proporre al pubblico artisti che recuperano il classicismo nel contemporaneo. OZMO è infatti in grado di miscelare il linguaggio contemporaneo dell’arte urbana con elementi che vanno dall’arte classica all’immaginario popolare, religioso, pubblicitario. Le sue opere sono il frutto di una combinazione fatta di immagini, simboli, icone, citazioni, miti, nella quale sacro e profano, cultura alta e cultura popolare, si sovrappongono per dar vita a messaggi visivi, ai quali lo spettatore è libero di attribuire significati».
OZMO, oggi artista di fama internazionale, attivo in tutta Europa, negli Stati Uniti e in Asia, è stato uno degli indiscussi pionieri della Street Art italiana, nonché uno dei primi a fare il suo ingresso nei musei e nei contesti dell’arte istituzionalizzata: ne sono un esempio la mostra personale tenuta nel 2012 al Museo del 900 di Milano. Il suo percorso, che ha senza dubbio origine anche nel contesto dell’arte urbana, lo ha portato tuttavia negli anni a emanciparsi da etichette troppo stringenti.
«Considero il contesto urbano uno dei più interessanti anche se da anni espongo in gallerie private e sono presente in collezioni museali. Lavorare site-specific in tutti questi contesti è una sfida sempre entusiasmante – afferma OZMO – Quello che faccio nel mio lavoro, che sia indoor o outdoor, è attingere a una vasta serie di simboli e icone, immagini che hanno acquisito un potere al di là del loro significato. Se un’immagine mi colpisce me ne approprio e la inserisco nelle mie opere, ricontestualizzandola. Il meccanismo non è tuttavia lineare, ed entra in gioco anche il caso: a volte possono passare anni prima che io riesca a utilizzare un’immagine in modo appropriato».
In concomitanza con la mostra sarà presentato il libro “Ozmo, 1998 – 2018”, edito da Crowdbooks e curato da Francesca Holsenn. A metà tra un elegante e ragionato viaggio per immagini e uno strumento tecnico per fissare e conoscere in profondità il lavoro dell’artista e immergersi, anche concettualmente, nella sua arte. Il volume racconta in oltre 240 pagine vent’anni di carriera artistica di Ozmo, con cinque testi critici che ripercorrono cinque temi fondamentali della sua opera: illegalità, simbolo, sistema, immagine e rapporto tra pop ed élite.
ARTRUST è formata, prima di tutto, da amanti dell’arte. Non è una galleria tradizionale, né tantomeno un museo. Forse è entrambe le cose, simultaneamente. È un’organizzazione fluida che opera nel mercato contemporaneo dell’arte, sfuggendo alle definizioni classiche. Perché definire è ingabbiare, inserire in un recinto. Artrust vive di arte, con l’arte e per l’arte, e l’arte non può e non deve essere costretta in definizioni chiuse. Ha bisogno di spazi aperti per muoversi in totale libertà. Werefkin, Fontana Segantini, Giacometti, Tinguely, Picasso, Mirò sono solo alcuni dei grandi nomi presenti nella nostra collezione. Collezione che è composta da sculture e dipinti di arte moderna e contemporanea, dalla fine del XIX sec fino ai giorni nostri, con un focus particolare sulla Street Art: dai grandi nomi (Basquiat, Haring, Banksy) fino agli artisti della scena attuale nazionale e internazionale con i quali Artrust oggi collabora (Nevercrew, Andrea Ravo Mattoni, Ozmo, Raul 33).
www.artrust.ch
OZMO (Gionata Gesi) si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Dopo una breve parentesi nel mondo del fumetto, si dedica principalmente alla pittura e al writing. Attivo sulla scena milanese dai primi anni 2000, è senza dubbio tra i pionieri della Street Art italiana e tra i primi a fare il suo ingresso nei contesti dell’arte istituzionalizzata. Nonostante i suoi luoghi preferiti di espressione restino gli spazi alternativi dei centri sociali (famosi i suoi interventi monumentali al Leoncavallo di Milano), nel 2004 è presente alla mostra Assab One curata da Roberto Pinto e nel 2007 è tra gli ideatori della collettiva Street Art Sweet Art al Padiglione di Arte Contemporanea. La crescente fama lo porta anche all’estero: a Danzica, Mosca, Londra. Nel 2012 espone nel foyer del Museo del 900 a Milano “Il Pre-Giudizio Universale”, una mostra con i suoi lavori installativi e di grandi dimensioni più importanti contestualizzati nell’allestimento con un coinvolgente live painting e realizza un imponente wallpainting di 300 metri sulla terrazza del MACRO di Roma. Negli anni successivi si susseguono importanti interventi in italia e nel mondo: Chicago, Miami, Shangai, New York, Parigi, Pisa, San Francisco.
Nel 2013 l’istituto enciclopedico italiano gli dedica una voce nella prestigiosa Treccani. Dal 2015 è direttore artistico del festival internazionale di muralismo “Wall in Art” in Valle Camonica, famosa nel mondo per i suoi graffiti preistorici, in un suggestivo dialogo tra graffiti rupestri e murales contemporanei.
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