Tempo di lettura: 7 minuti
Care amiche, cari amici, buona domenica!
Eccoci qui dopo qualche settimana di vacanza. Ed eccoci già proiettati dal Natale al Carnevale. Le piazze del Cantone si riempiono di coriandoli e festa che rendono felici gandi e piccini.
Grandi e piccini che però non hanno mancato di celebrare ieri, 27 gennaio, la Giornata della Memoria, ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto. Perchè quanto accaduto non si ripeta mai più. Mai più.
Sintesi della settimana ed evoluzione
La nostra informazione domenicale dell’Economia con Amalia comincia guardando guardando all’economia internazionale. Negli scorsi giorni sono stati pubblicati i dati sull’andamento dei prezzi nel mese di dicembre del 2023. In generale, seppur le nazioni europee abbiano mostrato un leggero aumento dei prezzi, possiamo sostenere che la lotta all’inflazione sta dando i suoi frutti. Nonostante queste buone notizie, altri dati sembrano invece offuscare le previsioni per il futuro. In particolare ci riferiamo alla situazione della Germania, che ha confermato una riduzione del -0.3% del suo Prodotto interno lordo (PIL) nell’anno 2023. L’economia tedesca ha mostrato debolezza in quasi tutti i settori e in particolare in quello industriale. Purtroppo la crisi appare generalizzata e va dal manifatturiero alla chimica. La situazione appare ancora più grave perché purtroppo non ci sono altre nazioni europee che mostrano un andamento positivo tale da compensare la recessione della Germania che purtroppo non è ancora riuscita a ripartire dopo la pandemia.
E i guai non sembrano finire qui. Proprio in Germania è scattata qualche settimana fa la rivolta degli agricoltori che si è espansa anche ad altre figure professionali. In effetti, mentre scriviamo è ancora in atto lo sciopero dei macchinisti ferroviari che chiedono miglioramenti nelle condizioni professionali e in particolare una riduzione dell’orario di lavoro da 38 ore settimanali a 35. Ma la rivolta era partita dal settore agricolo confrontato sempre di più ad aumenti dei costi derivanti da normative a tutela dell’ambiente e soprattutto con il taglio dei sussidi deciso dal governo per far fronte all’enorme deficit pubblico previsto per quest’anno. Ancora una volta comprendiamo quanto la gestione delle finanze pubbliche debba essere seria e rigorosa. La protesta in seguito si è allargata anche ad altre nazioni. Per esempio, in Francia dove la rivolta dei trattori sembra già aver ottenuto una concessione da parte del governo che avrebbe rinunciato al taglio degli incentivi sul gasolio. Attenzione anche in questo caso a quello che accadrà ai conti dello Stato, perché prima o poi i nodi vengono al pettine. Gli agricoltori italiani, invece, oltre a ribellarsi al prezzo elevato del gasolio, mettono in discussione la burocrazia come pure l’autorizzazione dell’uso della farina di insetti e la possibile introduzione della carne coltivata. In Polonia l’accento è messo contro l’importazione di prodotti agricoli ucraini che mettono in seria difficoltà la produzione nazionale. Ancora una volta il libero mercato piace ed è invocato fintantoché non mette a repentaglio i profitti degli attori interessati.
E sembra proprio questa la situazione invocata da Elon Musk, patrono e fondatore di molti colossi aziendali multinazionali, tra i quali Tesla. Questa impresa si trova in un momento decisamente sfavorevole della sua storia. Una prova è quanto è accaduto al valore delle sue azioni negli ultimi giorni che è passato da 230 dollari (circa 200 CHF) del 2 gennaio a 170 di venerdì 26 gennaio (CHF 146). La perdita è imputabile principalmente ai pessimi risultati conseguiti nell’ultimo trimestre del 2023, periodo in cui l’azienda cinese BYD è diventata leader mondiale nella vendita di automobili elettriche superando la stessa Tesla. Ecco quindi Elon Musk chiedere a gran voce l’introduzione di importanti dazi contro l’industria cinese. Ricordiamo che Pechino fabbrica circa l’80% delle celle di batterie elettriche al mondo, mentre l’Europa solo il 7%. In aggiunta, sempre la Cina detiene quasi il 60% della raffinazione del litio. È chiaro che la battaglia per il mercato elettrico si gioca sui costi di produzione. Abbiamo scritto più volte dei tentativi dell’Europa di contrastare legalmente il predominio della Cina, accusata di sostenere questa industria con sussidi di Stato. La cosa certa è che ancora una volta il libero mercato va bene fintantoché siamo noi a guadagnarci.
E chiudiamo con l’articolo settimanale in cui abbiamo sostenuto che “L’inflazione sta passando, ma le cose non vanno benissimo”. In questo pezzo abbiamo parlato delle recenti decisioni della Banca centrale europea (BCE) di mantenere inalterati i tassi di interesse tra il 4% e il 4.75% e ci siamo interrogati sui passi che intraprenderanno la Federal Reserve (FED)e la Banca centrale d’Inghilterra (BoE) che saranno chiamate a decidere nei prossimi giorni.
Trovate qui gli articoli della settimana
L’inflazione sta passando, ma le cose non vanno benissimo
Se vi siete persi gli articoli delle scorse settimane, eccoli:
Previsioni a tinte fosche per l’economia elvetica
La Svizzera si oppone alla violenza di genere
Il Ticino sempre più un’economia sussidiata dallo Stato
La crisi mondiale si manifesta nelle nostre esportazioni
Chi ha paura dell’intelligenza artificiale?
120 secondi
Non avete voglia di leggermi? Nessun problema: potete guardarmi e ascoltarmi. Trovate i mini video di spiegazione qui e su Instagram (qui).
TikTok
E che dire delle pillole di economia di un minuto su TikTok? A voi il giudizio! Trovate “L’economia con Amalia” (AmaliaMirante555) qui: https://vm.tiktok.com/ZMdg6eHsb/
L’Economario – il vocabolario di economia
Vi ricordiamo che il nostro vocabolario di economia vi spiega in parole molto semplici, temi apparentemente complessi e soprattutto perché sono importanti nella nostra vita di tutti i giorni. Inflazione, PIL, consumi, commercio estero, disoccupazione: temi in apparenza complessi che vengono spiegati con parole semplici.
Ascoltami
Ma sapete che trovate “L’economia con Amalia” anche su Spotify? Cliccate qui! E se non avete accesso a questa piattaforma, nessun problema: potrete ascoltare la versione audio in fondo agli articoli scritti sul sito. Qui sotto gli ultimi.
L’inflazione sta passando, ma le cose non vanno benissimo
Previsioni a tinte fosche per l’economia elvetica
La Svizzera si oppone alla violenza di genere
Il Ticino sempre più un’economia sussidiata dallo Stato
La crisi mondiale si manifesta nelle nostre esportazioni
In attesa di quello che ci riserverà l’economia la prossima settimana, vi auguro una splendida domenica!
Un caro abbraccio,
Amalia Mirante