Sono iniziati i vari campionati Svizzeri di calcio, hockey e basket e subito si inciampa nel covid. Si sono create delle limitazioni ad hoc per permettere ai vari club di guadagnare, senza troppo guardare alla salute. Si è provato, va bene. Ora vediamo che molti club hanno tra le loro fila dei positivi, e squadre in quarantena, con ritardi di partite e di allenamenti che possono falsare i veri valori in campo. Se si vuole favorire certi club lo si dica subito, ma la tendenza, e ci spiace molto, è che avanti così fra un mese al massimo sarà tutto finito. E che non si abbozzi aiuti statali per pagare i professionisti e tamponare buchi di club professionistici, perché in questo momento le emergenze stanno altrove e non certo in qualche campionato che si è voluto ad ogni costo iniziare dando autorizzazioni a partecipare agli eventi sportivi a tanti, troppi diciamo noi, tifosi. Dei regolamenti poco chiari: ci si può alzare in pausa per prendere delle consumazioni e poi le stesse vanno consumate al posto, seduti, e mentre si beve non si è obbligati, ovviamente, a tenere la mascherina. Succede che vi sono tifosi che per 60 minuti bevono, così ci è stato riferito, in maniera che non hanno la mascherina. Niente di tutto ciò e non dobbiamo farci intimidire da qualche presidente di club che fa la voce grossa pensando di suggestionare chi deve decidere. I nostri governanti, alcuni sono anche tifosi “scannati” saranno molto magnanimi con la squadra del cuore e poco con gli altri club. Il tutto con regolamentazioni poco chiare e lasciando la decisione finale al medico cantonale. Una persona sola che decide? Insindacabilmente?
Se dobbiamo essere oggettivi dobbiamo rivedere il tutto e se del caso annullare i campionati, con grosso dispiacere anche nostro perché vedere l’Hockey e il Calcio come il Basket ed altri sport sono spettacoli puri e unici come inimitabili. Bisogna vedere cosa saranno le priorità: la salute e salvaguardia dei tifosi e giocatori con staff o la necessità di guadagnare per i club per salvare il salvabile. Se preferiamo dare priorità a certi “piagnistei” societari e gettare a loro ancore milionarie di salvataggio, che non ci si dimentichi di cittadini licenziati e in situazioni insostenibili dal profilo della dignità. Vogliamo salvare 1000 addetti ai lavori sportivi o 300 mila cittadini di casa nostra in difficoltà economiche. La scelta è una sola. Spero solo di sbagliarmi, spero solo che la responsabilità personale dei cittadini sia maggiore di chi deve decidere, spero solo che i contagi diminuiscano e che lo sport vinca. Sperare è lecito, ma ahinoi, dubito che la realtà sa di un’altra storia che verrà molto presto…
ETC/rb 14102020