Siamo alle solite. Si va dicendo da anni che i conti dello Stato sono in rosso profondo e poi quando si parla di scuola, in particolare quella universitaria che ha dei enormi limiti, allora il ministro della scuola non bada a spese e di rigore non se ne parla più. Noi possiamo anche comprendere il prestigio, se di prestigio trattasi, ma quel continuare a erodere i conti per una sparuta minoranza di persone di casa nostra, molti sono studenti esteri, senza poi garantire loro a casa nostra un posto di lavoro che convenga in base alla istruzione ricevuta. 200 milioni sono tanti, sono troppi, assolutamente in un momento dove i politici continuano a ”piangere” miseria minacciando che se non si risparmierà si dovrà o aumentare le tasse oppure diminuire le prestazioni sociali. Poi ci dicono che i premi cassa malattia aumenteranno ancora del 2% per l’anno venturo, ma come ? non avevamo preso dei soldi e delle garanzie di un non aumento. Poi ci vengono a dire che invece di 5oo poliziotti se ne possono assumere solo 50 in più quando in particolare nel mendrisiotto e locarnese necessitano tantisismi poliziotti per garantire la sicurezza della nostra popolazione. Sono le contraddizioni che non ci fanno più credere ai nostri amministratori, che predicano austerità e poi, solo dove vogliono loro o per interessi personali o elettorali, si aprono le maniglie dei forzieri vuoti, e come d’incanto 200 milioni non scombussolano le finanze cantonali, secondo dichiarazioni odierne del ministro Manuele Bertoli ai microfoni RSI. Se proprio si vuole investire nella scuola non sarebbe meglio andare radicalmente ad una rivisitazione globale della scuola media che secondo le varie statistiche Svizzere, quella ticinese si trova ai piedi della scala. Non sarebbe meglio, non diciamo utile, ma in una lista delle priorità, riteniamo prioritario investire nel lavoro, creando premesse ideali per i giovani che desiderano avviare una attività artigianale o imprenditoriale in proprio. Se per il prestigio di avere una UNI di livello, e anche qui nutriamo alcuni dubbi in particolare per alcune facoltà come quella della comunicazione, riteniamo che sarebbe meglio cercare di creare posti di tirocinio (non ai frontalieri) e posti di lavoro nel privato, non sostituendosi ma creando quegli incentivi che permettano ai giovani imprenditori di guardare con ottimismo al futuro. Pensiamo proprio che quello a cui stiamo assistendo nelle camere dei bottoni sia solo l’inizio di una strategia elettorale fine a se stessa e non di una volontà politica di risolvere i problemi della gente, quella, tanto per intenderci, che a fine mese non ci arriva ormai più. (ETC/RB)