La decisione del municipio di Minusio di proibire a titolo sperimentale il transito delle biciclette durante il fine settimana e i giorni festivi sul lungolago tra il Burbaglio di Muralto e il Portigon di Minusio ha sollevato da più parti critiche.
L’Associazione Quartiere Rivapiana, che da anni segue da vicino le problematiche legate alla riva di Minusio e in particolare proprio al traffico su via alla Riva, constata in tutta questa recente discussione una grande confusione.
Via alla Riva è ufficialmente definita sul piano regolatore quale zona pedonale ed è inoltre inserita tra i percorsi ciclabili svizzeri limitatamente al traffico lento. Ciò vuol dire che su tutta via alla Riva la precedenza ce l’ha il pedone rispetto a tutti gli utenti che transitano con qualsiasi altro mezzo (bicicletta, auto, ecc.). I ciclisti devono rispettare questa precedenza e adeguare la velocità. Quelli veloci devono invece servirsi della via Simen, così come è segnalato in zona Mappo, ciò che purtroppo non sempre succede, anche perché ahinoi la via Simen è ancora carente per poter svolgere al meglio questa funzione. Crediamo che sarebbe molto utile sensibilizzare maggiormente la direzione del Centro sportivo di Tenero al fine di informare in questo senso i gruppi di ciclisti che si apprestano a transitare nel Locarnese.
Ora, la decisione di vietare il transito di tutte le biciclette sul lungolago tra il Burbaglio di Muralto e il Portigon di Minusio è solo un esempio in più di misure provvisorie adottate dall’autorità comunale che pretendono di privilegiare il pedone, ma che in realtà confondono i cittadini. Infatti accanto a questa misura il medesimo municipio ha fatto recentemente togliere la segnaletica di zona pedonale proprio dallo stesso tratto dia via alla Riva! Ciò è gravissimo perché così si toglie quella precedenza al pedone che si dovrebbe invece garantire, in contraddizione sia con il piano regolatore in vigore sia con gli obiettivi stessi dichiarati nei vari messaggi municipali.
Si è parlato tanto di biciclette e pedoni, ma su via alla Riva un elemento di traffico non indifferente è comunque ancora l’automobile. L’anno scorso lo stesso municipio aveva messo in atto un’altra misura provvisoria che avrebbe dovuto dissuadere il traffico veicolare parassitario tra via Remorino e il passaggio ferroviario in zona Portigon, eliminando i posteggi pubblici. Ciò è stato fatto, ma lasciando quelli sul lato sud della via, dove sono stati demarcati con il color giallo e contrassegnati con una “R” (residenti? ristorante? riservati?); sta di fatto che sono regolarmente utilizzati indistintamente da tutti.
Via alla Riva, ripetiamo, è prima di tutto zona pedonale e fintanto che si continuano a tollerare situazioni a metà come l’esistenza di questi posteggi abusivi o a concedere facilmente licenze di costruzione di nuove autorimesse, non si permette una percezione corretta della zona come spazio d’incontro, in cui i bambini possano giocare senza che il genitore debba tenerli da parte per non finire sotto le ruote di biciclette veloci o automobili. Dice bene Mattia Bacchetta Cattori nella sua petizione online al Gran Consiglio dal titolo “Minusio: un attacco alla mobilità lenta”, “parlando della necessità di valorizzare la zona creando spazi adibiti alla griglia, alla pesca e all’osservazione della natura… Bisognerebbe pensare ad esempio ad entrate colorate, a cartelli che indichino “qui i bambini possono giocare”, ecc.
L’Associazione quartiere Rivapiana ribadisce quindi la necessità di ripristinare subito la segnaletica che indica zona pedonale tutta via alla Riva, di eliminare finalmente i posteggi abusivi in zona Portigon, di sensibilizzare i responsabili del Centro sportivo di Tenero al fine di informare i gruppi di ciclisti veloci sui limiti imposti a chi veicola su via alla Riva e soprattutto di non tergiversare oltre nel sistemare via Simen, così come il lungolago di Muralto, con la messa in sicurezza della pista ciclabile (compreso il sottopassaggio per le bici al passaggio a livello del Burbaglio), perché non si può pensare di risolvere questo problema senza avere per i ciclisti una alternativa sicura.