50 anni fa non si conviveva, ci si fidanzava e ci si sposava e ad oggi questi matrimoni sono ancora saldi. Un vestito bianco e un completo per l’uomo, pranzo e il viaggetto, magari a 100 km dal proprio paese. Questi matrimoni sono ancora saldi. Tra alti e bassi, dove il rito religioso era componente obbligatorio al si in municipio. Erano anche tempi in cui si dava valore al soldo, proprio perché non ve ne erano tanti. Si faceva la lista di cosa si aveva bisogno, e gli ospiti invitati la comperavano secondo le possibilità economiche di ogni invitato. Passando gli anni, si cominciava alla convivenza, per cui era un po’ l’apprendistato di una prova di amore. Oggi si tende alla spettacolarizzazione dei matrimonio, sposi che si indebitano per banchetti sontuosi, solo esteriorità per poi, spesso, dopo qualche anno separarsi e divorziare. Bruttissimo essere invitati all’aperitivo o al pranzo nuziale unicamente per fare numero e assieme all’invito trovare allegato il conto postale o bancario. Anonimo e brutto, quasi un insulto. Tutto è cambiato, e la società impone, o meglio ci si fa imporre erroneamente, degli standard fuori di testa, che lasciano l’amaro in bocca. Il matrimonio più bello a cui siamo stati invitati: in una osteria, tra amici, senza tanti completi e cravatte, intimo con una trentina di persone, amici e parenti, ma quelli veri. Ecco il valore del matrimonio vedere la coppia felice per l’amore che li ha spinti a dirsi di si e non felice solo per una scena teatrale da prima dell’Opera e tutto finisce nell’esteriorità. Ha senso che una coppia spenda fr 50 mila per il matrimonio o sarebbe meglio un matrimonio modesto ma convinti che il dirsi Dì non è un gioco ma una escalazione di convinzione e emozioni che ti porta ad essere interiormente felice. Anche il papa Francesco, con una straordinaria apertura oggi ha dichiarato, meglio convivere che dirsi di Sì con leggerezza. E ancora una volta questo Papa, unico fra i Papi a capire il cambiamento strutturale di una società e ad adeguare la Chiesa nel contesto di modernità senza per questo contraddire i principi della Chiesa stessa.