I ristoranti sono a terra. Ricordo che hanno avuto tutti il finanziamento di orario ridotto, permettendo di pagare gli stipendi a tutti i loro dipendenti, pur essendo chiusi per volere del Governo. Il Governo, ci ha limitato la libertà come dei prigionieri e ha pagato/rifuso questo disturbo. La categoria dei ristoranti e del turismo, filiera importante per la nostra economia ha ottenuto questa facilitazione da parte del Governo, concedendo ad ogni residente un buono di fr 25.- per una cena in Ticino dal costo minimo di fr 40.-. Un grande gesto, che però non tiene conto di una burocratizzazione eccessiva imposta ai ristoratori e di limitazioni importanti. Alla sera, tipo pensionanti ed anziani come ammalati, difficilmente escono di casa, per cui questo buono per loro è praticamente inutilizzabile. Questo buono dovrebbe essere un incentivo ad andare al ristorante per le famiglie residenti. Se noi andiamo in un grotto o ristorante delle zone turistiche Ticinesi, se non riservi non hai il tavolo perché sono tutti “besetzt”. I camping hanno già recuperato in termini di soldoni il periodo del tutto chiuso. Allora vi è la crisi o non vi è? La crisi c’è e specificatamente per la popolazione, che in tempi attuali non si sogna ad andare al ristorante neppure per una pizza, immaginiamo per spendere di più. Il discorso è molto contorto: invece di mangiarmi un formaggino e un boccalino spendendo 20 fr per esempio, per spenderne meno devo spenderne di più, facendone spendere allo Stato tantissimi. Poi solo la sera. L’anziano se esce lo fa per il pranzo e il ristoratore, che ha già i suoi problemi di gestione, deve ancora spiegare che questa è un’azione promossa dal Cantone ma solo per la sera…
L’idea è bella, ma discriminante verso le categorie più deboli, limitata nel tempo del giorno e crea una burocratizzazione allo Stato e agli esercenti non indifferente. Queste idee belle e lodevoli, andrebbero poi elaborate con la categoria di settore, proprio per evitare poi critiche e difficoltà nella loro attuazione. Di certo un passo che ha fatto capire come il Governo sia sensibile al tema del turismo e ristorazione, ma forse avrebbe dovuto essere più elastica e meno restrittiva. Poi se penso che alcuni ristoratori non accettano il buono…
Mettiamola sul positivo: andiamo una volta al ristorante in famiglia e cerchiamo di farci una bella mangiata, con primo, secondo e dessert, a cena, in un ristorante che normalmente non è accessibile per i nostri borsini. Otterremo tre risultati positivi: una, ci facciamo una serata in un locale altrimenti precluso alle finanze di molti, due diamo un aiuto all’economia e tre usiamo risorse pubbliche che ci vengono messe a disposizione. Diciamo un ristorno delle tasse che paghiamo…
Buon appetito, usatelo questo buono è comunque un’opportunità unica…
(ETC/rb)