Lo scorso 2 maggio, l’associazione culturale CulturAltura ha offerto una conferenza di rilevante spessore culturale, a Rodi-Fiesso.
Era questo il primo evento culturale promosso da CulturAltura e l’attenta nonché partecipata presenza lascia ben sperare, a dimostrazione che la cultura può essere fonte di interesse anche in aree troppo spesso dimenticate dai principali flussi e dove, in genere, gli eventi culturali sono riferiti ad un’area ristretta e trattano temi locali.
Non è stato questo il caso dove l’argomento, titolo della conferenza, era dedicato al “VIVERE IN VILLA NELL’ETÀ ROMANA”
Lodevole relatrice, studiosa del mondo classico e archeologa, la Dott.ssa Matilde Carrara.
Matilde Carrara, nata a Genova, laureata in Lettere classiche e specializzata in Archeologia greca e romana, ha seguito corsi universitari a Zurigo, Berlino e Glasgow, partecipando a numerose campagne di scavo in Liguria e nel Lazio. Ha studiato le collezioni di ceramica magno greca nei Musei di San Gallo, Bellinzona, Locarno e Winterthur.
Dal 1997 al 2013 ha condotto per la Soprintendenza Archeologica di Roma indagini archeologiche nella Villa di Livia a Prima Porta e in aree afferenti all’antica Via Flaminia. Attualmente si dedica alla preparazione di un volume sugli ultimi dieci anni di scavi nella Villa di Livia.
Matilde Carrara è molto legata al Canton Ticino, dove ha abitato con la famiglia per diversi anni. Si ricorda la sua collaborazione al Corriere del Ticino con articoli dedicati all’archeologia. Negli ultimi anni tiene regolarmente corsi per l’ATTE e organizza per i suoi allievi viaggi di studio nel bacino del Mediterraneo. È stata anche ospite dell’Associazione Archeologica Ticinese per la quale ha tenuto conferenze di successo e creato ed accompagnato viaggi di studio.
Vivere in villa nell’età romana
La relatrice ha presentato uno squarcio di vita del periodo imperiale attingendo, a volte direttamente, alle fonti antiche, commentandone i passaggi e mostrando sullo schermo chiare immagini riferite all’argomento trattato al fine di facilitare la comprensione ai partecipanti.
“Ho un tale piacere della mia villa di Tuscolo che mi sento bene solo quando sono qui.” (Cicerone, Ad Attico)
Così Cicerone esprimeva in una lettera all’amico Attico quanto fosse a lui cosa gradita soggiornare in una delle sue ville della campagna laziale, lontano dallo stress della capitale.
Era infatti un fenomeno tipico della cultura romana quello di edificare residenze extraurbane che, come ci riportano gli autori antichi, si attenevano a precisi criteri di scelta del terreno: dovevano trovarsi in prossimità di una grande città, vicino ma non troppo a comode strade di collegamento, in aree ricche di acqua, salubri, situate non ai piedi né a mezzo del colle ma sulla sua sommità per evitare il pericolo di esondazioni. Inizialmente le ville racchiudevano in sé la doppia funzione di residenza del dominus e di fattoria su base autarchica, poi la parte agricola (pars rustica) viene staccata da quella abitativa (pars urbana). La villa suburbana diventa una vera e propria residenza con raffinate soluzioni architettoniche e decorative, non più legata tanto al negotium quanto all’otium del proprietario.
Con l’età imperiale e in particolare con Nerone e Adriano la villa a edificio unico, incentrata su atri e peristilio, rallegrata da giardini, viene sostituita da quella ad eleganti padiglioni, sparsi all’interno della proprietà, con una sapiente sistemazione a verde delle aree circostanti.
A chiusura della conferenza e a dimostrazione che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, si sono ascoltate le parole del filosofo Seneca che, in rapporto alle sontuose ville romane e alla ingordigia dei proprietari, scriveva: “A che servono molte stanze da letto? Dormite in una sola! …Disgraziati, dunque credete che in voi la fame sia più grande del ventre!” (Lettere a Lucillo, 89).
CulturAltura, per il tramite del presidente Adriano Milani, ha ringraziato la relatrice, osservando come questo evento fosse il battesimo dell’Associazione.