(Fonte: Laboratorio Cantonale Ticino) Tredici paesi europei hanno controllato l’esattezza delle dichiarazioni del caffè nell’ambito dell’azione coordinata a livello internazionale OPSON VIII. In Svizzera sono state riscontrate tre dichiarazioni erronee, tutte su campioni prelevati in Canton Ticino: uno di torrefazione straniera, uno nazionale e uno cantonale. In tutti e 3 i casi, il caffè con caratterizzazione facente riferimento alla sola varietà “Arabica” conteneva chicchi di caffè della varietà “Robusta”, di circa il 35% più economica.
Le operazioni OPSON sono attività congiunte di Europol e INTERPOL, in atto dal 2011 e miranti ad identificare cibi e bevande contraffatti e di qualità inferiore agli standard. La Svizzera vi partecipa dal 2016. Le operazioni comuni mirano a combattere pratiche fuorvianti e truffaldine nella filiera alimentare. Ogni Paese può scegliere liberamente il tema dell’operazione.
L’operazione internazionale OPSON VIII è stata condotta in 13 Paesi e in Svizzera, sotto il coordinamento dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). Nel mese di febbraio di quest’anno le autorità cantonali di esecuzione in materia di derrate alimentari, incluso il Laboratorio cantonale del Ticino, hanno prelevato 58 campioni in totale, di cui 53 in Svizzera e 5 nel Liechtenstein. I campioni, provenienti sia dalla grande distribuzione sia da torrefazioni di caffè locali, erano costituiti da chicchi di caffè interi e torrefatti, chicchi di caffè macinati e capsule di caffè. In tre dei campioni prelevati è stato riscontrato un tenore elevato di 16-O-metilcafestolo, sostanza contenuta solo nei chicchi di caffè della varietà Robusta. La caratterizzazione 100 per cento Arabica non era dunque corretta.
Tutti e tre i campioni risultati positivi al test sono stati prelevati nel Canton Ticino. Uno dei caffè è stato prodotto e proveniva dall’Italia. Il caso è stato quindi trasmesso dall’USAV alle autorità italiane. Gli altri due campioni di caffè risultati positivi all’analisi provenivano da una torrefazione della Svizzera interna risp. del Ticino.
Potenziali casi di frode nel caffè sono stati individuati, oltre che nel nostro Paese, anche in Germania e in Portogallo.
Nell’ambito delle analisi è stato inoltre verificato se l’ocratossina A presente nei chicchi di caffè superasse il valore massimo consentito. L’ocratossina A è una tossina di origine fungina che può essere formata in caso di un trattamento errato dei chicchi di caffè ed è dannosa per la salute. In nessuno dei 58 campioni esaminati è stato superato il valore massimo consentito.