Alla luce delle ultime notizie sull’abbandono dei voli di linea per Ginevra e Roma da parte di Darwin Airlines si intensificano i dubbi sull’opportunità di un’ulteriore impegno finanziario di 20 milioni da parte della città di Lugano.
Riteniamo che un tale impegno oggi non si giustifichi visto che negli ultimi anni le condizioni quadro sono radicalmente cambiate. Con il miglioramento dei collegamenti ferroviari (Alptransit incl. Ceneri, FMV-Malpensa) si raggiungono in tempi brevi gli hub aeroportuali. Inoltre l’avvento dei voli low cost non favorisce voli diretti di linea da Lugano per altre destinazioni. L’utenza è insufficiente da anni.
Se in passato la città e il cantone hanno sempre sostenuto finanziariamente l’aereoporto, questo era in parte accettabile finchè il gettito fiscale del settore bancario era considerevole nelle casse cittadine e cantonali. Oggi non lo è più. L’aereoporto è un lusso. Non si può chiedere continuamente ai contribuenti di mantenere una struttura deficitaria.
La stessa oculatezza che si utilizza per gli investimenti privati deve valere anche per quelli pubblici.
I Verdi del Luganese chiedono di limitare ulteriori finanziamenti pubblici per l’aereoporto allo stretto necessario per il mantenimento dell’esercizio e di approfondire in tempi brevi alternative sia di gestione (privati) che di utilizzo.
Bisogna pianificare per tempo l’uscita da situazioni che si sono dimostrate senza prospettive. Così come l’uscita dalle energie non rinnovabili, grazie a tecnologie nuove, così l’uscita dall’aeroporto ormai anacronistico. Romantico e nostalgico ma irrazionale.
Fabrizio Tarolli, Verdi del Luganese
18.10.2017