Solo pronunciare la parola turismo sembra una magia. Quest’anno si parte dopo un 2017 buono, in crescita rispetto il 2016, senza dimenticare che neglio ultimi 20 anni abbiamo perso 1 milione di pernottamenti. La ripresa va ascritta a tre fattori preponderanti e ad uno dipendente solo da noi. I tre fattori indipendenti da noi sono: Alptransit, meteo e terrorismo. Poi possiamo costruirci su di tutto, cucirci le medaglie e via dicendo, ma la realtà è che questi tre fattori AMT quest’anno passato hanno giocato un grande ruolo. Il quarto fattore che è invece di nostra competenza è l’accoglienza e in questo termini inglobiamo unità di intenti, innovazione nelle proposte e la gentilezza nel trattare il nostro ospite. Quando setiamo gente seduta che al bar critica eventi tipo i festeggiamenti di un sci club della capitale con una pista di snow in piazza del Sole, arrogandosi il diritto che questi eventi devono essere fatti solo sulle nevi delle nostre valli, ci fa capire come quanto abbiamo ancora da lavorare sul mentale. Certo perché fino a quando certi investimenti che non generano utili ma passivi con presunti indotti (altro termine abusato) non troveremo mai gli stimoli per cercare, almeno cercare di trovare delle soluzioni per attirare turismo. Investimenti milionari che devono dare risultati nel corso dei 12 mesi e non solo durante il periodo dove funzionano in automatico. E’ chiaro che se parliamo di una pista del ghiaccio nei due mesi invernali funziona. Anzi assurge ad un ruolo importante per un comune, anche se poi per cercare di avere maggiori entrate, con i soldi pubblici si cerca di fare concorrenza (sleale secondo noi) a chi fa della ristorazione la propria professione e non ha alle spalle enti pubblici che azzerano i passivi per ripartire da zero l’anno a venire. Tutto rientra in una dinamica che per anni si è trascinata a livello cantonale, dove basta chiedere e cantone, comune, enti di sviluppo vari, aprono il borsino e elargiscono soldi a gogo. Non funziona così, non più almeno, ma per molti sembra ancora che il tempo di doversi chinare seriamente sul tema turismo non sia ancora giunto. E al tema accoglienza si dividono varie tendenze: chi ha investito di proprio ed è un entusiasta, pensiamo al presidente degli albergatori Lorenzo Piazzini (albergatore egli stesso) e come lui molti altri ci mancherebbe, mentre chi invece vada ad inerzia e sia solo capace a criticare e piangersi addosso. Non si tratta di furbizia perché chi usa la furbizia lo fa per celare delle grandi mancanza. Per chi opera nel turismo con intelligenza e onestà intellettuale non ha bisogno di furbizia e astuzia. Non si tratta di sedersi e inveire contro chi ha maggiori innovazioni, e cerca con queste di dare supporto al turismo, ma si tratta di capire che se vi sono dei problemi questi vanno tradotti in opportunità e in volgia di reazione unitaria. A parole tutto sembra portare a quanto abbiamo scritto ma i fatti smentiscono clamorosamente il tutto, in particolare in quelle regioni piccole, con masse critiche minime, dove solo l’unità potrebbe portare a cambiare una vera tendenza, non per fattori esterni indipendenti, ma per nostra volontà di voler cercare di dare delle premesse economiche a chi lasceremo questa terra fantastica che si chiama Ticino. Inutile sbraitare contro gli altri che fanno, inutile accanirsi contro i centri che hanno i soldi (tutto ancora da verificare) dovremmo iniziare a cercare di investire i nostri pochi soldi in un qualcosa di fantastico e sostenere con promozioni solo chi sono i veri attori del turismo, quelli che con il sorriso accolgono la gente. Creare un sistema tale che sostenendo chi merita si danno degli stimoli a chi ancora è affacciato alla finestra e aspetta alla solita piogerellina di soldi pubblici che vanno a tamponare le negatività. Cerchiamo di ripartire (da trenta anni sentiamo questa parola ripartire che per molti significa solo ricevere soldi pubblici senza darne giustificazione degli impieghi) veramente con voglia di innovare noi stessi in primis cercando di capire che solo la gentilezza e l’innovazione con unità di intenti potrebbe finalmente, ci vogliono anni per far cambiare la mentalità, farci vincere la sfida di noi piccoli sui grandi centri. Un esempio su tutti: Magic Winter un cappello voluto e creato da OTR Bellinzona e valli per cercare di vendere un pacchetto unico con tutte le eccellenze, una partenza straordinaria che viene dal pubblico e anche questo ha dello straordinario! Non ci sembra che nessun impianto invernale, o museo (molti sono chiusi in inverno!) o comuni e enti o SA come Sagl abbiamo nei loro piani la voglia di mettersi questo cappello. Risultato: soldi gettati per chi non merita! Allora, pur creandosi inimicizie, che questi soldi vengano investiti per chi intende operare in un turismo attivo e ci mette del suo. Per gli altri non ha senso spendere neppure un centesimo. Meglio avere 10 ristoranti che funzionano e sostenerli (ma come ristoranti pensiamo ai commerci, alle fondazioni e via dicendo) che sostenere tutti indistintamente ed essere poi ancora sommessi da critiche. Perché stare seduti, fare attività con soldi pubblici, o con i soldi fatti nei tempi d’oro dove tutto funzionava, sono capaci tutti. E se creassimo degli stimoli a chi veramente merita di salire il podio del turismo per propri meriti?
Le cose belle, quelle carine, quelle vincenti non devono esseere necessariamente faraoniche, ma sono anche solo dei piccoli dettagli, curati e verificati sono il primo passo di partenza per porre delle premesse vincenti. Tappezzare di banner e cartelli scritti a mano ai bordi delle nostre strade, in maniera selvaggia è proprio quello che non si deve permettere per una questione di decoro e di naturale logica delle cose. Verificare che cartelli illuminati funzionino sempre e che i vari siti internet siano sempre aggiornati. Da qui signori miei si deve ripartire…. (ETC/rb)
Nella foto il benvenuto del comune di Tiggiù ai suoi visitatori durante le ferie natalizie!